L’attore Kevin Spacey, noto per il suo ruolo in House of Cards, è al centro di una polemica dopo aver pubblicato un video in risposta alle accuse mosse da Guy Pearce. Nel video, diffuso attraverso i social network, Spacey affronta asserzioni secondo cui avrebbe manifestato un comportamento aggressivo sul set del film L.A. Confidential, episodio che ha segnato l’esperienza lavorativa di Pearce sin dagli anni ’90. La vicenda, riemersa a seguito delle dichiarazioni registrate durante il podcast Awards Chatter, ha innescato un acceso dibattito sull’atmosfera e le dinamiche interpersonali all’interno di produzioni cinematografiche storiche. L’accusa, così gravemente formulata, riguarda episodi di intimidazione da parte di Spacey che, secondo Pearce, hanno avuto un impatto duraturo sulla sua esperienza di giovane attore. Attraverso questo scambio pubblico, si riaffacciano temi legati alla condotta sul set e alle relazioni professionali, evidenziando come tali dinamiche possano ancora oggi suscitare controversie e riflessioni nel mondo del cinema.
L’Esperienza negativa sul set di L.A. Confidential
Guy Pearce ha raccontato in modo dettagliato il turbolento periodo trascorso sul set di L.A. Confidential, un film che ha segnato profondamente la sua carriera e la sua percezione delle dinamiche lavorative nel cinema. Durante le riprese, Pearce ha espresso di aver provato una costante sensazione di timore, in particolare a causa della presenza di Kevin Spacey, descritto come estremamente carismatico ma allo stesso tempo aggressivo. In una testimonianza che ha scosso il pubblico, l’attore ha dichiarato: “Avevo paura di Kevin Spacey, è piuttosto aggressivo, estremamente affascinante e mantiene il controllo sugli altri in modo notevole. Io ero giovane e suscettibile”. Queste parole, ripetute con tono sincero, hanno dipinto un quadro di un set carico di tensione e incertezze, dove la presenza di una figura dominante poteva intimidire chi era meno esperto. Pearce ha inoltre ricordato di aver cercato conforto nella presenza di Simon Baker, ritenuto un punto di riferimento più sereno e rassicurante, tanto da ammettere: “Si concentrava su di lui perché è molto più bello di me”. A dispetto delle emozioni contrastanti vissute, l’attore ha anche chiarito di non aver mai subito molestie o aggressioni di natura sessuale, sottolineando però che l’impatto emotivo dell’ambiente di lavoro rimase profondo. La narrazione di Pearce, ricca di dettagli e di emozioni, evidenzia come esperienze di questo tipo possano lasciare cicatrici psicologiche durature e influenzare la carriera degli artisti, rimanendo nel tempo un ricordo doloroso di un periodo complicato.
La Replica di Spacey
Kevin Spacey ha deciso di rispondere direttamente alle accuse tramite un video diffuso sui social, in cui affronta in maniera esplicita le affermazioni di Guy Pearce. Con toni decisi e senza ambiguità, Spacey ha dichiarato: “Guy Pearce, ho ora letto i commenti su di me e, anche se preferirei non farlo tramite i media, tu ovviamente hai i tuoi motivi per volere che io faccia proprio questo. Abbiamo lavorato insieme molto tempo fa, se avessi fatto qualcosa che ti aveva sconvolto avresti potuto contattarmi, avremmo potuto avere quella conversazione”. Nel corso del video, l’attore ha ricordato episodi successivi alle riprese, menzionando un incontro a Savannah, in Georgia, nei quali Pearce avrebbe avuto modo di trascorrere del tempo in sua compagnia. Spacey ha aggiunto: “Mi scuso per non aver capito il messaggio che non ti piace trascorrere il tempo con me. Forse c’era un altro motivo, non lo so”. La replica prosegue in toni provocatori: “Ma eccoci qui, in una missione, circa 28 anni dopo, dopo che ho affrontato l’inferno e ne sono uscito, per fare cosa? Appena in tempo per fermare il cattivo? Si tratta di questo? Perché ci hai messo così tanto? Sei rimasto senza benzina? Se vuoi avere una conversazione sono felice di farlo, in qualsiasi momento, ovunque. Possiamo persino farla qui, dal vivo su X, se ti va. Non ho nulla da nascondere”. L’attore ha concluso il messaggio con una dichiarazione tagliente: “Ma Guy, devi crescere. Non sei una vittima”. Questa replica, seppur breve, ha suscitato ulteriori ripensamenti sul clima di lavoro nel settore cinematografico e ha riacceso la discussione sulle modalità con cui i professionisti gestiscono i conflitti e le incomprensioni. Tale intervento ha sollevato domande sulla responsabilità personale nello spazio artistico e ha evidenziato come, anche dopo decenni, restino irrisolte dispute che rispecchiano dinamiche complesse e antiche tensioni all’interno dell’industria del cinema.