Eco Del Cinema

Kirikou et les hommes et les femmes – Recensione

Un gioiellino d’animazione che fa volare grandi e piccini in terre esotiche per insegnare loro tante preziose lezioni

Regia: Michel Ocelot – Cast: Romann Berrux, Awa Sene Sarr – Genere: Animazione, colore, 88 minuti – Produzione: Francia, 2012 – Distribuzione: Studio Canal.

kirikouetleshommesetlesfemmes“Kirikou et les hommes et les femmes” vede il ritorno al cinema, per la terza volta dopo “Kirikù e la strega Kabarà”(1998) e “Kirikù e gli animali selvaggi”(2005), del personaggio più famoso di Michel Ocelot, Kirikù, un bambino piccolissimo dotato di un’intelligenza straordinaria e di un grande coraggio, che aiuta a risolvere i problemi del villaggio africano in cui vive.

Come “Kirikù e gli animali selvaggi”, anche “Kirikou et les hommes et les femmes” è diviso in episodi, cinque brevi storie che narrano come il piccolo-grande Kirikù abbia aiutato le donne e gli uomini del suo villaggio: grazie al coraggio e all’ intelligenza di Kirikù, la Donna Grande ha potuto avere un tetto nuovo dopo che questo le era stato distrutto dalla strega Karabà; grazie alla sua astuzia, il piccolo eroe ha trovato il Vecchio Grincheux che si era perso nella savana e la Griot, rapita dalla strega, ha finalmente potuto trasmettere il suo sapere agli abitanti del villaggio. Nelle ultime due storie Kirikù scopre il segreto del misterioso mostro blu ed potere magico della musica, grazie a un flauto da lui stesso costruito.

La qualità dell’animazione è quella semplice ma efficace che abbiamo conosciuto nei precedenti film di Ocelot. Uno stile ben diverso da quello più elaborato dei cartoni 3D a cui gli occhi e i gusti del grande pubblico si sono ormai abituati, ma comunque molto ricercato e perfetto per portare l’essenza africana sul grande schermo. Come gli altri film della serie, anche “Kirikou et les hommes et les femmes” rapisce lo spettatore che non fa fatica a volare con la fantasia in una terra lontana e magica e ad assumere l’occhio e la mentalità degli abitanti del villaggio africano.

Michel Ocelot continua a realizzare film estremamente semplici, alla portata anche dei bambini più piccini, che, però, riescono ad essere piacevolmente seguiti anche da un pubblico più adulto. Saranno forse i temi delle storie su Kirikù, all’apparenza semplici, ma decisamente educativi e profondi nella realtà: in “Kirikou et les hommes et les femmes” il piccolo protagonista ci insegna la bontà, la generosità, l’altruismo. Nonostante la Donna Grande sia un po’ fastidiosa, a volte maleducata ed egoista, Kirikù e la sua mamma non esitano un istante ad invitarla a stare da loro finchè il tetto della sua casa non sarà riparato e sono disposti a cederle cibo e letto; quando il Vecchio Grincheux sparisce dal villaggio, Kirikù capisce l’importanza degli anziani ed il rispetto che si deve avere nei loro confronti, alle volte troppo critici, ma sempre ben più esperti dei giovani; la storia della Griot vuole comunicare l’importanza delle tradizioni e del passato, che non va mai dimenticato; mentre quella dello straniero, inizialmente creduto uno stregone blu, è forse la più toccante nel dimostrare come siamo tutti uguali e non bisogna discriminare qualcuno che non si conosce, solo sulla base di pregiudizi fisici.

Dalla Francia, 88 minuti d’animazione di qualità, che rilassano, fanno sorridere e professano la pace e l’amore: da far vedere ai propri bambini, ben più di tanti altri cartoon più moderni, più rumorosi, più attraenti dal punto di vista visivo, ma sempre più spesso poco educativi ed inadatti al pubblico dei più piccini.

Corinna Spirito

Kirikou et les hommes et les femmes – Recensione

Articoli correlati

Condividi