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Kirk Douglas: il cinema piange l’attore centenario

Kirk Douglas ci ha lasciato a 103 anni. Star di Hollywood e interprete di kolossal dell’epoca d’oro del cinema classico, il protagonista di “Spartacus” era un uomo impegnato anche nel campo umanitario.

Kirk Douglas, addio al memorabile Spartacus

Kirk Douglas actor

Kirk Douglas: il cinema piange l’attore centenario

Il ruolo che l’ha reso leggenda è quello di Spartaco, schiavo trace, divenuto prima gladiatore e poi capo e guida di numerosi schiavi e disperati. Era il 1960 e a dirigerlo nel racconto dell’uomo che si mise contro la Repubblica Romana c’era un altro grande: Sytanley Kubrick che già lo aveva conosciuto nel 1957 sul set del suo precedente lavoro antimilitarista “Orizzonti di gloria“.

A dare la notizia della scomparsa è stato il figlio Michael sul suo canale Facebook

Questa leggenda della storia del cinema non passava di certo inosservata, unico maschio di sette figli, Issur Danielovitch – questo il suo vero nome – era un ebreo di origine russa nato in America, approdato al cinema dopo una gavetta a Broadway.

Esordì accanto a Barbara Stanwyck nel 1946 in “Lo strano amore di Marta Ivers”. Apprezzato in ruoli da duro e cinico come in quello del pugile nella pellicola “Il grande campione” (1949) o in quello del giornalista senza scrupoli nel drammatico “L’asso nella manica” (1951) di Billy Wilder, ha interpretato per William Wyler il poliziotto feroce in “Pietà per i giusti” (1951), per Vincente Minnelli il produttore cinico ne “Il bruto e la bella” (1952) e Vincent Van Gogh in “Brama di vivere” (1956). Per il nostro Mario Camerini si è trasformato in Ulisse nell’omonimo film del 1954.

Tanti i film di guerra a cui ha partecipato, tra questi ricordiamo: “Prima vittoria” (1965) diretto da Otto Preminger con Henry Fonda e John Wayne; “Combattenti della notte” (1966) di Melville Shavelson; il  francese “Parigi brucia?” di René Clément con protagonista Jean-Paul Belmondo.

Memorabili i film western come “Il grande cielo” (1952) di Howard Hawks;  “Sfida all’O.K. Corral” (1957) di John Sturges; e “Uomini e cobra” (1970) di Joseph L. Mankiewicz con Henry Fonda. Proprio con questo genere decise di mettersi alla prova dietro la macchina da presa per il film “Un magnifico ceffo da galera” (1973) e “I giustizieri del West” (1975).

Nominato all’Oscar tre volte, ha ricevuto la statuetta alla carriera nel 1996.

Una lunga e piena vita

Sposato due volte e padre di quattro figli, di cui uno morto di overdose, Kirk Douglas ha vissuto anche momenti decisamente difficili come l’incidente in elicottero del 1991 a cui sopravvisse per miracolo, ma persero la vita due suoi compagni di volo, e l’ctus che nel 1996 gli tolse la parola, ma non la voglia di comunicare.

Attivo soprattutto attraverso un blog personale per il riconoscimento delle colpe degli Stati Uniti nello schiavismo, ha vissuto gli anni della vecchiaia circondato dall’affetto dei suoi cari e della moglie ormai centenaria, Anne Buydens. A noi di Ecodelcinema piace salutarlo con l’immagine che Catherine Zeta Jones ha condiviso su Instagram con i suoi followers:

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To my darling Kirk, I shall love you for the rest of my life. I miss you already. Sleep tight…

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Lorenzo Buellis

06/02/2020

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