Recensione
La bella e le bestie – Recensione: una sconvolgente storia vera
“La bella e le bestie” è una pellicola drammatica ispirata a una storia vera ambientata a Tunisi, diretta da Kaouther Ben Hania. Presentato in anteprima al Festival di Cannes 2017 nella sezione Un Certain Regard, il film racconta la storia di Mariam, ragazza di 21 anni, che durante una festa studentesca conosce Youssef ed esce con lui. Ha inizio una lunga notte in cui la protagonista dovrà lottare per far valere i propri diritti e la propria dignità e per ottenere giustizia.
Mariam sarà costretta a fare i conti con l’amministrazione e la burocrazia di un paese che possiede una mentalità autoritaria e maschilista e, soprattutto, dovrà combattere contro una giustizia sbagliata, fatta dai sui stessi aggressori.
La bella e le bestie: un piccolo capolavoro
“La bella e le bestie” è un piccolo capolavoro, costituito da nove capitoli, ciascuno dei quali è un piano sequenza. Grazie a questa tecnica cinematografica, siamo catapultati direttamente dentro la storia, e lo spettatore accompagna la protagonista lungo tutta la sua odissea, infiltrandosi negli spazi claustrofobici e cupi del film.
La storia messa in scena è attuale e toccante, il tono della pellicola è diviso in due: da una parte c’è la prospettiva di Mariam, da cui si percepisce tutta le crudeltà degli eventi, e dall’altra c’è l’indifferenza di alcuni personaggi, per cui l’accaduto è insignificante.
Mariam Al Ferjani, che veste i panni della protagonista, è eccezionale. Riesce a comunicare tutte le paure, l’insicurezza e la tensione di una ragazza che è stata stuprata e che cerca in qualche modo di ottenere giustizia. In particolare, l’attrice trasmette tutto il disagio di Mariam nell’indossare quel vestito che non la copre, seconde lei, abbastanza o nel rimanere sola con persone che non conosce.
Allo stesso tempo si percepisce l’evoluzione del personaggio, che tira fuori tutta la sua forza per sopravvivere, riuscendo a coinvolgere emotivamente il pubblico.
“La bella e le bestie” ha un grande significato, non solo perché tratta un tema delicato, come quello della violenza sessuale, ma soprattutto in quanto porta sul grande schermo un altro tipo di violenza, quello delle amministrazioni e della burocrazia che spesso non si schierano dalla parte delle vittime, ma dei carnefici.
Mariateresa Vurro
Trama
- Regia: Khaled Walid Barsaoui, Kaouther Ben Hania
- Cast: Mariam Al Ferjani, Ghanem Zrelli, Noomane Hamda, Mohamed Akkari, Chedly Arfaoui, Anissa Daoud
- Genere: Drammatico, Poliziesco, colore
- Durata: 95 minuti
- Produzione: Tunisia, Francia, Svezia, Norvegia, Libano, Qatar, 2017
- Distribuzione: Kitchen Film
- Data di uscita: 26 Luglio 2018
“La bella e le bestie” è una pellicola drammatica, diretta da Khaled Walid Barsaoui e Kaouther Ben Hania, che prende ispirazione da fatti realmente accaduti.
Il film segue le vicende di una ragazza di nome Mariam che, nata e cresciuta in una famiglia conservatrice, crede nella Tunisia dell’Islam democratico.
La bella e le bestie: giustizia sbagliata
La protagonista, interpretata da Mariam Al Ferjani, è una giovane e bella studentessa. Una sera decide di andare a ballare in una discoteca, dove incontra Youssef, un ragazzo che non le stacca gli occhi di dosso.
Mariam esce dal locale con Youssef per andare a fare due passi sulla spiaggia, ma da questo momento ha inizio una lunga notte, durante la quale la ragazza dovrà lottare con tutta se stessa per far valere i propri diritti e la propria dignità.
La giustizia, questa volta, si schiera dalla parte dei colpevoli.
“La bella e le bestie” porta sul grande schermo la vita di una giovane donna che come tutte le ragazze della sua età, vuole accogliere la vita a braccia aperte, trascorrere una serata in piena spensieratezza e allegria, ma qualcosa di terribile le sta per accadere, qualcosa pronto a spezzarle le ali.
“La bella e le bestie” è stato presentato in anteprima al Festival di Cannes 2017, nella categoria Un Certain Regard.
Ha ricevuto una menzione speciale al MedFilm 2017: “Perché è difficile non riconoscere una menzione a un film di denuncia così potente che unisce un lavoro tecnico sorprendente a grandi prove attoriali”.