Recensione
La casa di famiglia – Recensione: un film brillante sui non-detti tra parenti
Quattro fratelli vendono la casa di famiglia del padre in coma da cinque anni per aiutare quello più scapestrato a pagare i suoi debiti. Al risveglio miracoloso dell’uomo si ritroveranno in un mare di guai e dovranno celargli l’accaduto.
Il regista teatrale Augusto Fornari esordisce sul grande schermo con una commedia agrodolce sui rapporti familiari, utilizzando un cast ben riuscito di giovani attori italiani.
La storia narrata in “La casa di famiglia” parte presentando i diversi personaggi da piccoli: Alex (Lino Guanciale), i gemelli diversi Oreste (Stefano Fresi) e Giacinto (Libero De Rienzo), e l’unica femmina Fanny (Matilde Gioli) che giocano tutti insieme nella grande villa con il padre Sergio (Luigi Diberti). Ritroviamo gli stessi dopo tanti anni quando tutto è cambiato tranne i difficili rapporti.
Dalla vendita della magione si dipana una vicenda che, anche se in modo leggero, pesca tra i traumi familiari che segnano la psiche dell’essere umano da sempre.
L’inizio di quest’opera prima è assolutamente brillante, con una serie di colpi di scena e di trovate che ricordano molto “Good Bye Lenin” di Wolfgang Becker, su una famiglia che non vuole traumatizzare una donna uscita da un lungo coma negli anni della caduta del comunismo. Peccato che dopo un incipit accattivante la narrazione si indebolisca molto restando in superficie, non approfondendo in alcun modo la storia e lo spessore psicologico dei personaggi vicini solo per il vincolo parentale. Il ritorno rocambolesco del padre convalescente tra i suoi ricordi scatena una serie di conflitti inesplosi negli anni.
La chiave registica è volutamente quella della commedia, grande punto di forza ma anche di debolezza dell’opera, non riuscendo a rileggere la famiglia con lo houmor nero che era tanto caro a mostri sacri come Mario Monicelli.
La casa di famiglia: un film easy su un tema complesso
Il regista alla sua opera prima dirige un film corale, illustrando perfettamente le dinamiche difficili dei rapporti tra fratelli. La matrice teatrale dell’autore non riesce mai ad emergere a fondo; peccato, perché le basi per una buona opera prima c’erano tutte nei personaggi molti in sintonia tra di loro. Funzionano benissimo i due gemelli agli antipodi: Oreste è uno Stefano Fresi perfetto nel suo ruolo di musicista frustrato in competizione da sempre con il pragmatico bancario Giacinto. Meno bene lo scapestrato Alex e la bella e triste Fanny. Dirige questa specie di orchestra il padre miracolato Sergio, che trarrà tutti d’impaccio con un insperato happy end; proprio quello che rovina “La casa di famiglia”, un film che non riesce a graffiare nonostante l’impegno del giovane autore.
Ivana Faranda
Trama
- Regia: Augusto Fornari
- Cast: Lino Guanciale, Stefano Fresi, Libero de Rienzo, Matilde Gioli, Luigi Diberti, Tony Fornari, Nicoletta Romanoff, Michele Venitucci, Marco Conidi
- Genere: Commedia, colore
- Durata: 90 minuti
- Produzione: Italia, 2017
- Distribuzione: Vision Distribution
- Data di uscita: 16 novembre 2017
“La casa di famiglia” è la commedia di esordio alla regia cinematografica per il talentuoso attore italiano Augusto Fornari, originario di Tivoli in provincia di Roma. Grazie all’incredibile esperienza cinematografica in qualità di attore (ha partecipato come interprete al film di Rocco Papaleo “Basilicata coast to coast” e alle pellicole di Ettore Scola “Concorrenza sleale” e “Gente di Roma”) e in teatro (nel ruolo di ancho Panza nel “Don Chisciotte” di Scaparro e come regista e interprete nello spettacolo “Amleto contro la Pantera Rosa” dove presta il volto all’ispettore Clouseau), Fornari ha potuto sviluppare un incredibile senso estetico e una palese propensione per il gusto comico.
Il plot di “La casa di famiglia” ruota attorno a quattro sprovveduti fratelli: Alex (interpretato da Lino Guanciale), i gemelli Oreste (Stefano Fresi) e Giacinto (Libero De Rienzo) e Fanny (Matilde Gioli). Benché decisamente molto diversi da ogni punto di vista, i quattro sono uniti da un forte legame affettivo, tanto che quando Alex confessa al resto della famiglia di navigare in cattive acque e avere ingenti problemi di denaro, i suoi fratelli non battono ciglio e per aiutarlo, decidono di sacrificare la casa del padre vendendola al miglior offerente; d’altra parte il loro amato genitore Sergio (Luigi Diberti), ormai in coma da diversi anni – anche fosse contrario – non potrebbe manifestare il suo disappunto.
La casa di famiglia: un risveglio improvviso
Il giorno della firma del contratto di vendita, però, accade l’impensabile: il vecchio si risveglia e secondo i medici è per lui fondamentale tornare alla sua vita di tutti i giorni, circondato da ciò che aveva caratterizzato la sua esistenza – sia dal punto di vista affettivo che materiale – prima di stare male. L’unica cosa da fare è cercare di recuperare nel più breve tempo possibile tutto ciò che c’era all’interno della villa, tra incredibili colpi di scena, situazioni rocambolesche e un velo di malinconia.