Recensione
La fiera delle illusioni – After Alley: ascesa e caduta di un mentalista
“Tu non inganni le persone: Si ingannano da sole”…
Guillermo del Toro si lascia affascinare dalle suggestioni della pellicola diretta da Edmund Goulding con Tyrone Power e, partendo dal romanzo originario di William Lindsay Gresham, realizza un film inquietante e catartico, interpretato da un eccelso Bradley Cooper.
Stavolta il regista messicano non parte da qualcosa di nascosto, di sotterraneo, ma da un “mostro” che è sotto gli occhi di tutti, e porta alla luce il vero deus ex machina della crudeltà, l’essere umano. Lo fa elaborando un potente strumento presente nelle sue corde, l’illusione, quel confine tra finzione e realtà, quel velo che nasconde il lato oscuro delle cose, lasciando che emerga dalla rete della penombra fino all’oscurità.
Quella stessa oscurità che è palpabile nella pellicola, che la permea ed esplode nelle fiamme, quelle fiamme che aprono il lungometraggio e lo scandiscono, incidendo con il fuoco quel primo omicidio, quegli sprazzi violenti di memoria che determinano l’uomo e il personaggio e non sembrano lasciare via di scampo.
“Chiunque ha avuto qualche problema nell’ombra del suo passato”.
Una storia crudele di menzogne, sentimenti e dolori
Stanton Carlisle, Bradley Cooper, è uomo superbo, ambizioso e senza scrupoli, che arriverà alla resa dei conti, più che con la propria coscienza, con quelle “forze soprannaturali” (l’appeso dei tarocchi, l’uomo-bestia e quel “ricorso storico” che lo trasformerà nell’illusionista alcolizzato) che lui porta in scena, illudendo chi lo guarda e chi lo ama.
Perchè degli occhi non ci si può fidare quando davanti si ha un uomo che usa le tragedie degli altri per arricchirsi, che usa l’ombra per “nascondere i propri trucchi”, quella stessa ombra che è dentro di lui. Del Toro si avvale dei toni cupi e cinici delle atmosfere morbose degli anni ’40 e divide cromaticamente la pellicola in due binari, colori caldi, densi e ipersaturi contro i toni freddi e le sue variazioni.
Le fiamme della furia cieca ed avida, i colori strabordanti del circo multiforme e malato, contro la purezza dell’innocenza, il candore di una sfera di neve luminosa, macchiata dal sangue della colpevolezza.
La tensione permea l’atmosfera del circo, dove l’arte della menzogna è l’anima dello spettacolo, ma guai a farne il motore della propria vita. Il personaggio di Cooper finge di portare del bene nella vita delle persone a danno della propria anima, che bestemmia il divino con uno spietato cinismo e disprezza il vero amore anteponendo ad esso il successo.
“Quando un uomo crede alle proprie bugie, crede di avere il potere ed eccolo lì il volto di Dio che ti guarda ovunque tu vada”.
Un noir sul mito del falsi profeti
“La fiera delle illusioni – After Alley” è una pellicola intrisa di noir che porta a riflettere sul mito dei falsi profeti, sul rispetto della volontà di Dio e sulla vera natura delle cose, dove un vecchio illusionista alcolizzato preferisce ritirarsi dalle scene e annebbiare la sua mente, piuttosto che sfidare il divino e sovvertire l’ordine per il proprio profitto: una lezione che Stenton imparerà quando oramai sarà troppo tardi.
Del Toro confeziona una storia cupamente complessa e macabra, dove atmosfere e costumi sono impeccabili e accattivanti, con interpreti in stato di grazia, la cui unica pecca è disperdersi un po’ in una combustione lenta, con una prima parte densa e avvolgente a cui segue una stasi del ritmo, una dilatazione strutturale che porta ad un finale mozzafiato.
Il regista lavora sui paradossi, sul campo lungo che si trasforma in un’ossessione, sulla crudeltà bellamente messa in mostra, a cui per assistere bisogna pagare, un macabro abisso dove specchiarsi, per alcuni. Una Cate Blanchett perfida e monumentale, la cui pelle muta nel corso del film, come un serpente sinuoso e improvviso.
Non c’è spazio per la bellezza ne “La fiera delle illusioni – After Alley” dove in primo piano vengono messe le atrocità della natura, l’avvento della guerra, e in vetta a questa società piramidale il vero protagonista è l’inganno, che trascina ogni cosa con sè, come una ruota che gira in un cerchio, dove partenza ed arrivo sono solo illusioni che riportano allo stesso punto, dove bestia ed uomo sono solo due facce della stessa medaglia .
“Rispetto a tutte le altre una sola cosa preferiscono i migliori: la gloria eterna rispetto alle cose caduche; i più invece pensano solo a saziarsi come bestie” Eraclito.
Chiaretta Migliani Cavina
Trama
- Regia: Guillermo Del Toro
- Cast: Bradley Cooper, Cate Blanchett, Toni Collette, Willem Dafoe, Richard Jenkins, Rooney Mara, Ron Perlman, David Strathairn, Mary Steenburgen, Holt McCallany, Jim Beaver, Romina Power, Paul Anderson, Clifton Collins Jr., Tim Blake Nelson, David Hewlett, Mark Povinelli, Linden Porco, Neil Whitely
- Genere: Azione, colore
- Durata: n/d
- Produzione: USA, 2021
- Distribuzione: Walt Disney
- Data di uscita 27 gennaio 2022
“La fiera delle illusioni – After Alley” è un film diretto da Guillermo Del Toro, trasposizione cinematografica del romanzo “Nightmare Alley” realizzato nel 1946 dallo scrittore William Lindsay Gresham, già adattato per il grande schermo nel 1947.
La fiera delle illusioni – After Alley: la trama
Anni 40. In un luna park itinerante, l’affascinante ma sfortunato Stanton Carlisle conosce la chiaroveggente Zeena e il suo ex marito mentalista Pete. Convinto che la strada del successo sia per lui spianata, l’uomo decide di utilizzare il mentalismo per derubare la ricca élite della società newyorkese. Appoggiato da Molly, che non lo abbandona mai, Carlisle punta un magnate estremamente pericoloso che vorrebbe truffare con l’aiuto di una psichiatra misteriosa che potrebbe rivelarsi anche per lui molto letale.
Cast e regia
“La fiera delle illusioni – After Alley” è interpretato da Bradley Cooper che veste i panni di Stanton Carlisle. Cate Blanchettè la pericolosa psichiatra, mentre Rooney Mara ricopre il ruolo di Molly. La Chiaroveggente Zeena ha il volto di Toni Collette, accompagnata da David Strathairn interprete dell’ex marito Pete. Richard Jenkins ricopre invece il ruolo del magnate.
Guillermo Del Toro torna alla regia e realizza anche la sceneggiatura con Kim Morgan della pellicola, dopo aver realizzato l’apprezzato film “La forma dell’acqua” (2017) premiato con il Leone d’Oro alla 74ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e con quattro premi Oscar, tra cui quello per il Miglior Film e quello per il Miglior Regista.