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La lotta di Stefano Tacconi: un viaggio attraverso la malattia e il recupero

Stefano Tacconi, ex portiere simbolo della Juventus, ha vissuto tre anni di sfide senza precedenti a causa di un aneurisma che lo ha colpito nel 2022. La sua storia è una testimonianza di resilienza e speranza, raccontata con grande emozione in un recente intervento televisivo. La narrazione di esperienze familiari, momenti difficili e il percorso di recupero ci offre uno sguardo profondo su come la famiglia e l’amore possano sostenere anche nei momenti più bui.

L’anoressia colpita da un aneurisma

Il 23 aprile 2022 è una data che resterà impressa nella memoria di Stefano Tacconi e dei suoi cari. Quell’ultimo giorno di libertà prima dell’incubo, l’ex portiere ha subito un aneurisma che lo ha portato in coma. I giorni seguenti sono stati un mosaico di paura e speranza, poiché la sua famiglia ha affrontato settimane di incertezza. “Sono stati tre anni delicati, soprattutto il primo anno quando sono uscito dal coma. Vedere i miei familiari è stato bellissimo,” ha raccontato Stefano con emozione, rivivendo i momenti in cui ha riabbracciato i suoi cari dopo l’uscita dal coma.

La lotta di Stefano Tacconi: un viaggio attraverso la malattia e il recupero

La prima persona che ha avuto la fortuna di vedere è stata sua moglie, Laura Speranza. Le sue parole, intrise di angoscia e gioia, raccontano di una prova durissima per entrambi: “Ho pensato che era morta anche lei. Ti svegli e ti chiedi dove ti trovi,” ha confideduto. Laura ha affrontato un cammino di sostegno che l’ha vista viaggiare ogni giorno da Milano ad Alessandria per stare accanto al marito. L’ansia e la fatica si sono accumulate quando un medico le ha sconsigliato di continuare a stare in ospedale, dicendole di tornare a casa e pregare.

L’importanza della famiglia nella ripresa

Accanto a Stefano, in un’intervista significativa, c’era il figlio Andrea. La sua testimonianza è stata altrettanto toccante e rivelatrice: “Abbiamo trascorso tre anni di inferno.” Andrea ha raccontato il fatale giorno dell’incidente, quando insieme si stava recando a un controllo medico e il padre è crollato. “Lui stava poco bene. Scendendo dalla macchina, è caduto di sasso ed era svenuto,” ha spiegato con voce tremante. Prendendo rapidamente il controllo della situazione, Andrea ha girato il padre su un fianco e ha liberato la sua lingua, permettendo al genitore di continuare a respirare. Questo gesto istintivo si è rivelato fondamentale e gli ha salvato la vita.

La forza della famiglia ha giocato un ruolo cruciale nel lungo percorso di recupero di Stefano Tacconi. Nonostante le sfide, l’ex portiere ha trovato sostegno in Laura, Andrea e nei tre figli. L’amore e la dedizione della famiglia hanno contribuito a rinvigorire il suo spirito durante i momenti di crisi, dal coma alla riabilitazione.

I progressi e le sfide continuative

Dopo l’ischemia del 2022, Stefano ha intrapreso un percorso riabilitativo che ha richiesto pazienza e determinazione. Trasferito dall’ospedale di Asti a quello di Alessandria, ha continuato la riabilitazione fino a marzo 2023, prima di passare a strutture in altre Regioni. Il mese di giugno dello stesso anno ha portato la necessità di un ulteriore intervento, ma le cose sono andate per il meglio grazie anche al supporto ininterrotto della sua famiglia.

Stefano Tacconi è riconosciuto non solo per la sua carriera sportiva come portiere della Juventus, dove ha militato dal 1983 al 1992, ma anche per la sua resilienza personale. Oggi, il recupero continua e la sua determinazione rimane incrollabile. Con la sua compagna Laura al suo fianco, sposata da oltre trent’anni, e i loro quattro figli, Andrea, Alberto, Vittoria Maria e Virginia, Stefano dimostra che, nonostante gli ostacoli, l’amore familiare è una potente medicina.

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