Dopo “Il 7 e l’8”, il duo comico torna sugli schermi con una nuova commedia pulita e divertente
Regia: Giambattista Avellino, Salvo Ficarra, Valentino Picone – Cast: Salvo Ficarra, Valentino Picone, Pino Caruso, Anna Safroncik, Claudio Gioé, Tuccio Musumeci, Domenico Centamore, Mario Pupilla, Giovanni Martorana, Maria Di Biase, Mariella Lo Giudice, Mary Cipolla – Genere: Commedia, colore, 98 minuti – Produzione: Italia, 2009 – Distribuzione: Medusa Film – Data di uscita: 13 marzo 2009.
Paolo (Valentino Picone) e Gaetano Geraci (Salvo Ficarra) sono due cugini che, a causa di una lite familiare riguardante l’eredità di un albergo, non si parlano da anni. I due, molto uniti da bambini, si ritrovano trentenni per una coincidenza fortuita al funerale del padre di Paolo e capiscono subito di condurre due stili di vita completamente differenti. Tanto è insicuro, ipocondriaco e timido Paolo, quanto è loquace, sveglio e persino un po’ imbroglione Gaetano.
Il primo si occupa dell’hotel di famiglia mentre il secondo gestisce un’agenzia matrimoniale per extracomunitarie in cerca di facili permessi di soggiorno. La vita, dunque, li fa ritrovare in un momento difficile per entrambi e gli fa affrontare insieme una serie di esilaranti avventure, tra cui un incontro ravvicinato con un gruppo di mafiosi, che aiuterà a sanare la vecchia ferita. Ficarra e Picone firmano la terza regia cinematografica con Giambattista Avellino preparandosi a bissare il successo ottenuto con “Il 7 e l’8”.
Ancora una volta il loro film è pervaso da una comicità pulita mai volgare ed è sostenuto dalla recitazione di bravi attori come Pino Caruso, Claudio Gioé e Tuccio Musumeci nei ruoli minori. Ottimo il Don Gino interpretato da Caruso, il sacerdote che aiuterà Paolo e Gaetano a “sbrogliare la matassa” della lite familiare. Picone e Ficarra vestono i panni dei due protagonisti, che alla fine dimostreranno di essere molto più simili di quanto non credano e di avere gli stessi obiettivi.
I due comici (che sono anche autori del soggetto insieme allo stesso Avellino, a Francesco Bruni e Fabrizio Testini) compiono con “La matassa” un ulteriore passo avanti rispetto alle due precedenti pellicole poiché, oltre a far trascorrere poco meno di due ore in allegria e spensieratezza, suscitano emozioni importanti legate alle tradizioni familiari. Significativo, da questo punto di vista, è il piano sequenza finale voluto dai registi per passare da un’epoca all’altra e riaccendere così sensazioni e ricordi dell’adolescenza dei protagonisti.
A far da sfondo alle loro avventure Ficarra e Picone scelgono ancora una volta la terra natia, la Sicilia, sebbene questa volta sia evidente la loro volontà di rappresentare una città del Sud senza particolari caratterizzazioni. Tuttavia non è difficile riconoscere la splendida Catania, soprattutto nella scena della stazione della metropolitana sotterranea (unica sull’isola). Ne “La matassa” i due comici siciliani scherzano anche con la mafia offrendo al pubblico alcune scene davvero spassose, come quella della consegna del pizzo ai criminali oppure quella in cui li fronteggiano in un’atmosfera che evoca film western di Sergio Leone. Ficarra e Picone scelgono di affrontare il fenomeno della mafia in chiave grottesca, mostrandone i pizzini o i baci tra i capi delle cosche, convinti che anche questo sia il modo giusto per sconfiggerla.
Ilaria Capacci