Nel corso della sua storia, la monarchia britannica ha affrontato numerosi cambiamenti, ma oggi appare chiaro che i tempi sono mutati radicalmente. Durante il recente royal tour di re Carlo III e della regina Camilla in Australia, il confronto con le critiche e i sentimenti anti-monarchici ha preso centro dell’attenzione, evidenziando un distacco rispetto ai giorni gloriosi in cui Elisabetta II era considerata una vera star.
Un’epoca d’oro: il ricordo di Elisabetta II
Fino a pochi anni fa, la figura di Elisabetta II brillava luminosa, quasi paragonabile a quella di una celebrità contemporanea come Taylor Swift. Ailsa Anderson, una delle sue ex addette stampa, ha rievocato con nostalgia il royal tour del 2011. “Ricordo la folla, il grande barbecue australiano a Perth, che è stato l’ultimo grande evento”, ha commentato nell’intervista rilasciata al The Sun. La sua descrizione di quell’evento evidenzia una folla entusiasta, che acclamava la sovrana con fervore, rendendo palpabile l’amore e la devozione del pubblico nei suoi confronti.
Il legame emotivo tra la regina e il popolo australiano era palpabile e il suo carisma attirava migliaia di persone, trasformando ogni apparizione in un trionfo. Tuttavia, questa immagine di affetto e ammirazione oggi sembra relegata a un lontano passato. La controversia e le forti critiche che oggi accompagnano la monarchia rappresentano una realtà ben diversa, segnata da un crescente desiderio di autonomia e risarcimento per le generazioni passate.
La critica alla monarchia: le parole della senatrice Lidia Thorpe
Durante la visita di re Carlo III al Parlamento australiano, la senatrice aborigena Lidia Thorpe ha lanciato accuse dirette e ardenti nei confronti della monarchia, definendo la sua esistenza in Australia come un’eredità di colonizzazione e genocidio. “Questo non è il tuo Paese”, ha dichiarato, esprimendo il profondo risentimento verso la Corona. Thorpe ha chiesto giustamente un riconoscimento dei torti storici e una restituzione simbolica delle terre e delle memorie rubate.
Il suo intervento ha evidenziato non solo il desiderio di giustizia da parte delle popolazioni aborigene, ma anche la dibattuta legittimità della monarchia in un contesto in cui le richieste di sovranità e risarcimento continuano a crescere. La tensione palpabile rende evidente il fatto che le affermazioni di Thorpe possano risuonare con sempre più persone e alimentare la dialettica repubblicana nel Paese.
In un periodo storico caratterizzato da crescenti richieste di riconoscimento e diritti per i popoli indigeni, le parole di Thorpe pongono interrogativi cruciali sull’opportunità e la sostenibilità della monarchia nel futuro dell’Australia. La presenza di Carlo III, invece di evocare l’applauso e l’acclamazione, ha quindi scatenato tensioni e contrasti.
Il royal tour di Carlo III: impegni e sfide
Il royal tour di re Carlo III e della regina Camilla rappresenta un momento cruciale per la monarchia, non solo per il suo significato simbolico, ma anche per la delicatezza del contesto politico e sociale attuale. Carlo, che ha visitato l’Australia ben sedici volte in passato, ha scelto di continuare con il tour nonostante le sue condizioni di salute precarie: attualmente è in cura per un cancro diagnosticato all’inizio dell’anno.
Nonostante le critiche e le tensioni che hanno caratterizzato il suo arrivo, Carlo III ha mantenuto un aspetto composto nell’affrontare i vari impegni ufficiali, alternando momenti di lavoro e di relax. I programmi per il frammentato tour sono stati concepiti per non affaticarlo e permettere una gestione ottimale delle sue energie.
La coppia reale ha terminato il primo segmento della sua tournée in Australia prima di spostarsi a Samoa, segnando un’importante tappa nel suo primo viaggio all’estero da quando è salito al trono. La scelta di continuare con i doveri reali, nonostante il peso della malattia, rivela la determinazione di Carlo nel voler mantenere viva la presenza e l’eredità della monarchia a livello internazionale.
Con questi eventi, la monarchia britannica si trova a un bivio, costretta a bilanciare il rispetto delle tradizioni con le istanze di modernità e giustizia sociale che risuonano sempre di più in una società in evoluzione.