Susanna Nicchiarelli è al suo secondo lungometraggio dopo il coraggioso esordio con ‘Cosmonauta’. Tratto dal romanzo di Walter Veltroni, ‘La scoperta dell’alba’ porta avanti una riflessione più privata sull’epoca del terrorismo, incrociando le vicende di Caterina e Barbara, due sorelle figlie di una delle vittime, con gli avvenimenti tragici di quegli anni
Regia: Susanna Nicchiarelli – Cast: Margherita Buy, Sergio Rubini, Susanna Nicchiarelli, Lina Sastri, Gabriele Spinelli, Lucia Mascino – Genere: Drammatico, colore, 89 minuti – Produzione: Italia, 2012 – Distribuzione: Fandango – Data di uscita: 10 gennaio 2013.
Roma, 1981: il professore Mario Tessandori viene ucciso da due terroristi nel cortile dell’Università e sotto gli occhi di tutti, tra le braccia di Lucio Astengo, suo amico e collega. Con un salto di trent’anni, Caterina e Barbara Astengo, all’epoca bambine, mettono in vendita la casa al mare della famiglia, ormai abbandonata. Una casa piena di ricordi di un’infanzia interrotta dalla sparizione del papà. In un angolo c’è un vecchio nostalgico telefono ancora funzionante; Caterina prova a fare il numero di casa di città di trent’anni prima e dall’altra parte le risponde una voce di bambina: è lei a dodici anni, una settimana prima della scomparsa di papà.
Il cast è sorretto dalla splendida Margherita Buy nel ruolo di Caterina e dalla stessa regista Susanna Nicchiarelli nel ruolo di Barbara. L’Italia di quell’epoca, in un momento di passaggio tra la paura delle violenze degli anni Settanta e la spensieratezza dei primi anni Ottanta, viene riportata ottimamente grazie ad una buona fotografia e ad una scelta sapiente della colonna sonora, affidata ai ‘Gatto ciliegia contro il grande freddo’, già autori di colonne sonore per lo stesso “Cosmonauta”.
Buona l’idea di fondo del tornare indietro nel tempo per salvare la vita di una persona cara, o per almeno scoprire la verità, ma regge di più per un romanzo piuttosto che per un’opera cinematografica. La ricomposizione della coppia Buy – Rubino (nel ruolo del fidanzato di Caterina) dona intensità nelle scene drammatiche e leggerezza laddove ce n’è bisogno, ma l’opera a tratti risulta anche un po’ lenta. Comunque da non perdere la sigla sui titoli di coda dei Subsonica.
Da lodare comunque il coraggio della trasposzione del romanzo in film di una giovane regista che ha sicuramente delle potenzialità.
Salvatore Cusimano