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La storia di Tommaso Romanelli: un viaggio tra memoria e cinema dopo la tragedia della Fila

L’epopea della barca a vela Fila, segnata da un naufragio tragico, torna a vivere attraverso il racconto intimo di Tommaso Romanelli. A 26 anni dalla scomparsa di suo padre Andrea durante una tempesta in mare, il figlio ha trasformato il dramma famigliare in un film documentario dal titolo “No More Trouble – Cosa rimane di una tempesta“. Il documentario, che verrà presentato il 17 ottobre 2024 alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Panorama Italia, porta a galla dettagli e ricordi di un’impresa che ha segnato la storia della vela italiana e che, allo stesso tempo, ha chiuso un cerchio nella vita di Tommaso.

La tragedia della barca Fila

Nel 1998, un incidente navale colpì il mondo della vela e scosse profondamente l’animo collettivo dell’Italia. La barca Fila, su cui stavano navigando alcuni dei migliori velisti dell’epoca, si trovò a dover affrontare una tempesta violenta e improvvisa, con venti di oltre 80 nodi, mentre tentava di raggiungere un record mondiale. Andrea Romanelli, ingegnere e velista, e Andrea Tarlarini furono sbalzati in mare, mentre il resto dell’equipaggio si trovava al sicuro all’interno della nave. Tarlinni riuscì a ritornare a bordo e a salvarsi, mentre Andrea Romanelli sparì tra le onde, dando inizio a un lungo e doloroso naufragio emotivo per la sua famiglia. Ventisei anni di silenzio e incertezze hanno caratterizzato la vita di Tommaso, che ha solo quattro anni al momento dell’incidente. L’impatto psicologico su un bambino che perde il padre non può che essere devastante, creando un vuoto difficile da colmare.

La storia di Tommaso Romanelli: un viaggio tra memoria e cinema dopo la tragedia della Fila

La genesi del film

Dopo tre decenni segnati dal silenzio e dalla lontananza dai ricordi, per Tommaso è arrivato il momento di affrontare il passato. Con un diploma in economia e la passione per il cinema, il giovane ha deciso di immergersi in un processo di rielaborazione della sua storia famigliare. Ha iniziato a cercare materiale, riscoprendo videocassette registrate da suo padre, che raccontavano gli ultimi istanti degli uomini della Fila, i preparativi per la partenza e la traversata dell’Atlantico. Grazie alla perseveranza di Tommaso, è riuscito a recuperare ulteriori filmati, compresi quelli custoditi nella cantina di Giovanni Soldini, altro membro dell’equipaggio. Tra questi, un audio fondamentale: la registrazione dell’equipaggio durante il ribaltamento della barca, un’inquietante testimonianza di quei momenti drammatici.

Riflessioni tra fango e ghiaccio

Il montaggio del film ricompone le immagini nostalgiche di una vita condivisa tra le onde e il freddo ghiaccio, tratte dai materiali audiovisivi di Andrea Romanelli. Attraverso momenti di vita quotidiana a bordo della Fila, come risate, tramonti, e persino palline di neve lanciata tra gli amici, Tommaso ha potuto riappropriarsi della figura paterna. La realizzazione del documentario si trasforma in un percorso di riconciliazione: “Quelle immagini mi hanno aiutato a ricostruire la figura di mio padre“, afferma Romanelli. L’armonia tra l’equipaggio diventa talmente palpabile che riemerge anche il desiderio di Tommaso di continuare a raccontare storie, ora che ha affrontato il dolore e la perdita.

Il supporto della madre e la ricerca di un nuovo inizio

Fabrizia Maggi, la madre di Tommaso, è una figura centrale in questa narrazione. Il suo dolore, mentre affronta il passato e i legami spezzati con i membri dell’equipaggio della Fila, rappresenta un tassello cruciale del racconto. Accanto a lei, il giovanotto si muove tra diverse narrazioni, confrontando le esperienze di chi ha vissuto l’incidente con le sue stesse memorie di bambino. “Per lei non è stato facile partecipare e le sono grato“, dice Tommaso, riflettendo sulle barriere emotive rimaste dalla tragedia. Mentre si chiude un capitolo della loro vita, Tommaso si prepara ad aprirne uno nuovo, non semplicemente come figlio di un eroe della vela, ma come narratore autonomo, con la volontà di scrivere la sua storia. L’incontro con il regista Silvio Soldini, fratello di Giovanni, simboleggia questa nuova partenza, con la vela e il mare sempre vicini, ma ora anche come terreno fertile per la sua creatività.

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