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La trilogia “Inabili alla morte”: un viaggio teatrale tra storia e identità

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La trilogia “Inabili alla morte” / “Nezmožni umreti”, ideata e diretta da Giacomo Pedini per Mittelfest, offre un’analisi profonda della storia del Novecento, esplorando le dinamiche del confine est-ovest attraverso la vicenda della famiglia Trotta. Questo progetto teatrale si sviluppa in tre atti, ognuno dei quali rappresenta un capitolo significativo del passato, permettendo al pubblico di riflettere sulle radici e le conseguenze delle scelte storiche. La trilogia non solo si propone come un’opera teatrale, ma si trasforma anche in un’esperienza culturale che si estende oltre il palcoscenico, con la pubblicazione dei testi e la creazione di radiodrammi.

La cripta dei Cappuccini: il primo atto della trilogia

Il primo spettacolo della trilogia è una riduzione teatrale della “Cripta dei Cappuccini”, un’opera di Joseph Roth che racconta la dissoluzione dell’impero asburgico. Questa narrazione si concentra sulle trasformazioni sociali e culturali che hanno caratterizzato il periodo, mettendo in luce le conseguenze di un cambiamento epocale. Attraverso la storia della famiglia Trotta, il pubblico viene guidato in un viaggio che svela le complessità delle identità nazionali e le sfide che ne derivano. La regia di Giacomo Pedini riesce a catturare l’essenza di un’epoca in cui le certezze venivano meno, lasciando spazio a nuove domande e incertezze.

Alla ricerca della lingua perduta: un’epoca di divisioni

Il secondo atto, intitolato “Alla ricerca della lingua perduta” / “V iskanju izgubljenega jezika”, è frutto di una commissione letteraria a Goran Vojnović. Questo spettacolo si svolge negli anni Sessanta, un periodo segnato dalla costruzione del muro di Berlino e dalle divisioni culturali e politiche che ne sono derivate. La famiglia Trotta, protagonista della narrazione, si trova a confrontarsi con una realtà in cui la lingua e l’identità vengono messi in discussione. La regia di Janusz Kica offre una visione intensa e coinvolgente, permettendo al pubblico di esplorare le sfide comunicative e le fratture sociali di un’epoca complessa.

L’alba dopo la fine della storia: riflessioni sul futuro

Il terzo e ultimo atto, “L’alba dopo la fine della storia”, scritto da Paolo Di Paolo, rappresenta una prima assoluta. Questo spettacolo si colloca nei primi anni Novanta, un periodo di entusiasmo illusorio e speranze di cambiamento radicale. La famiglia Trotta si confronta con un nuovo contesto storico, in cui le promesse di libertà e progresso si scontrano con le realtà quotidiane. La regia di Pedini riesce a trasmettere l’energia di un’epoca di transizione, invitando il pubblico a riflettere su cosa significhi realmente “iniziare” dopo una lunga storia di conflitti e divisioni.

Un progetto culturale in evoluzione

La trilogia “Inabili alla morte” non si limita a essere un evento teatrale, ma si estende anche nella pubblicazione dei testi in italiano e sloveno da parte di Bottega Errante. Inoltre, i tre spettacoli saranno trasformati in radiodrammi, disponibili sia in italiano che in sloveno, ampliando ulteriormente la loro portata culturale. Questo progetto rappresenta un’importante occasione per riflettere sulla storia e sull’identità, invitando il pubblico a esplorare le proprie radici e a considerare le sfide del presente.

Date e luoghi degli spettacoli

  • 16 settembre 2025: “La cripta dei Cappuccini” di Joseph Roth al Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Gorizia.
  • 17 settembre 2025: “Alla ricerca della lingua perduta” / “V iskanju izgubljenega jezika” di Goran Vojnović, regia di Janusz Kica, presso SNG Nova Gorica.
  • 18 settembre 2025: “L’alba dopo la fine della storia” di Paolo Di Paolo al Teatro Comunale Giuseppe Verdi.
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Cesare Onda

Cesare Onda

Sono Cesare Onda, redattore appassionato di gossip, serie TV, film e programmi televisivi. Amo raccontare curiosità, analisi e dietro le quinte del mondo dello spettacolo, tenendoti sempre aggiornato sulle ultime tendenze e novità

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