Recensione
Lady Bird – Recensione: universalità e grazia
“Lady Bird” è un racconto di formazione al tempo stesso aggraziato e malinconico, spensierato e raccolto.
Il film rispetta in maniera pedissequa tutti i canoni del genere adolescenziale che va sotto la nomenclatura di coming of age: la protagonista è una ragazza carina e vivace ma a scuola è tra gli ‘sfigati’; ha un’amica del cuore bruttina e ancora più sfigata di lei; stringerà amicizia con la ragazza più popolare e ricca della scuola, per poi accorgersi di aver tradito tutto ciò che contava davvero; riuscirà infine, con consapevolezza e maturità, ad apprezzare quello che ha.
Quella di “Lady Bird” è una delle storie più semplici e collaudate, arcaiche e archetipiche, eppure questo film non è mai banale, perché l’ideatrice, sceneggiatrice e regista Greta Gerwig riempie gli universi di cui parla di poesia, intensità e significato. Gerwig rispetta i topoi al punto da metterci dentro tutto il suo amore, riportandoli a nuova vita: i topoi diventano pregni di verità; una verità che tracima, fino a travolgere lo spettatore in una commozione catartica e profonda. La mente riconosce il topos, lo vede meglio, perché lo percepisce a livello sensoriale, scuotendone la sedimentazione rimettendola in gioco.
L’operazione di Gerwig è in realtà difficilissima, ma la purezza del suo approccio la fa sembrare estremamente semplice agli occhi di chi guarda. Qui sta la sua potenza. Come potenti e magnificenti sono le donne che camminano sullo schermo: Saoirse Ronan è Lady Bird, adolescente irriverente che come un uccello sorvola Sacramento: vorrebbe spingersi oltre, ma si sente tarpare le ali. Laurie Metcalf è la madre, rigida e severa ma innamorata di quella figlia che ha le ali della libertà, e che stima profondamente proprio per questo. Sono due donne energiche e rigogliose, sempreverdi e sempiterne, che lo spettatore fagocita subito con amore e voracità.
Lady Bird è una perla rara da non perdere, che va coltivata e appesa al collo come un amuleto prezioso, perché un cinema così va portato sempre con sé.
Marta Maiorano
Trama
- Regia: Greta Gerwig
- Cast: Saoirse Ronan, Laurie Metcalf, Lucas Hedges, Tracy Letts, Beanie Feldstein, Timothée Chalamet, Danielle Macdonald, Monique Edwards, Christina Offley, Roman Arabia, Odeya Rush, Lois Smith, Jake McDorman, Kathryn Newton, Laura Marano, Jordan Rodrigues
- Genere: Commedia, colore
- Durata: 93 minuti
- Produzione: USA, 2017
- Distribuzione: Universal Pictures
- Data di uscita: 1 marzo 2018
Sacramento, 2002: una città cosmopolita e multiforme la cui skyline è costellata di grattacieli, una realtà in costante cambiamento; una liceale di nome Christine McPherson, giunta oramai alla conclusione del suo ciclo di studi, sogna una vita diversa: vorrebbe frequentare un college prestigioso – “[…] tranne Yale. Non mi prenderebbero mai, a Yale” -, ma ha bisogno dei crediti necessari per entrarvi, decide così di far parte di un club teatrale e adottare il soprannome di “Lady Bird”.
Lady Bird: la migliore parte di se stessi
L’esistenza di Lady Bird, in quanto adolescente, non è semplice per antonomasia: vive con i suoi genitori, un padre rimasto disoccupato, e una madre, instancabile infermiera, che lavora giorno e notte per mantenere la sua famiglia. Una madre ‘affettuosa ed impaurita’ con cui ha un rapporto difficile e allo stesso tempo meraviglioso, come spesso accade. Una donna che vorrebbe veder felice la propria figlia; realizzata e spensierata. Vorrebbe vederla diventare ‘la migliore parte di sé stessa’. E Christine, sopraffatta dalle emozioni che la vita le riserva, infine ci riesce, sostenuta dall’affetto e la solidità di una figura materna nella quale, per quanto faccia finta che non sia così, sempre più si rispecchia, e dall’energia datale da questa nuova realtà alla quale sente di appartenere in toto: l’ambiente teatrale, che le ha regalato nuovi amici e fatto vivere esperienze che, nel bene e nel male, la formano.
Trailer
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