Larry Clark

Di Laura Calvo - 23 Ottobre 2013

Biografia

Fotografo e regista statunitense, Larry Clark è stato uno dei personaggi più influenti degli anni settanta e ottanta, prendendo la vena artistica dalla madre, ritrattista. Dall’animo provocatorio e ribelle, sarà uno delle figure più controverse del suo periodo.

Larry Clark, da “adolescente delle caverne” a regista

(Tulsa, 19 gennaio 1943)

La carriera di Larry Clark, vincitore a sorpresa del Festival Internazionale del Film di Roma, inizia come fotografo nel 1971 con il libro di fotografie “Tulsa”, che racconta la difficile vita on the road dello stesso fotografo e dei suoi amici. Il libro prende nome dalla stessa cittadina dell’Oklahoma, dove lui stesso è nato nel 1943. Sembra che proprio da queste provocatorie immagini siano partiti film importanti sulla vita dei perdenti americani, come “Taxi Driver” di Scorsese e successivamente “Drugstore Cowboy” di Gus Van Sant. Ed è vedendo questi film, che a sua volta, Larry Clark decide di passare dalla fotografia al cinema. Del resto, Mr Clark per sua ammissione conosce molto bene la vita dei junkies, essendo lui stesso stato per lungo tempo dipendente da droghe e alcool.

Il regista – fotografo alla ricerca del realismo

Nel 1983 e nel 1993 arrivano un secondo e un terzo libro fotografico, ancora più forti del primo: “Teenage Lust” e “The Perfect Childhood”. Il suo stile è inconfondibile nelle fotografie tutte in bianco e nero e all’insegna di un realismo senza pari, senza nessuna paura di mostrare i suoi soggetti per quello che sono. Anche per questo, non incontra pochi problemi Mr. Clark, sin dai suoi esordi con la censura. Eppure le sue opere ora sono esposte nei più importanti musei del mondo e nel 2010 gli è stata dedicata una retrospettiva al Musèe d’Art Modern De la Ville de Paris, vietata ai minori di anni 18, su iniziativa del sindaco di Parigi Delanoe. Del resto anche i suoi film sono sempre stati vietati negli Usa ai minori di 17 anni.

Al centro dell’opera di Clark c’è la giovinezza, raccontata da lui perché ”è una parte fondamentale della nostra vita che ci forma e ci serve per interpretare l’età adulta”. Per questa ragione, l’artista è diventato uno dei cineasti indie più amati dai giovani e molti dei suoi lavori nascono dalla collaborazione con giovanissimi, da “Kids” del 1995 il film d’esordio, pensato in origine come servizio fotografico. La sceneggiatura è il frutto della collaborazione di Larry con il diciannovenne Harmony Korine. Si racconta in modo molto realistico la vita di un gruppo di adolescenti newyorkesi tra sesso e droga. Alla sua prima e controversa opera, Clark si ricollega alle regole del manifesto del Dogma, che porta la firma dei maestri danesi Thomas Vintenberg e Lars von Trier.

Larry Clark, un artista controverso

Segue nel 1998 “Un altro giorno in Paradiso”, l’unico film del regista con attori professionisti noti, che vede nel cast Melanie Griffith, coinvolta suo malgrado in una rapina con giovanissimi perduti.

Ha una vita difficilissima invece, la pellicola successiva “Bully” del 2001, presentata al Festival di Venezia, storia di bullismo giovanile ispirata ad un fatto veramente accaduto nel 1993. Mentre è un film di fantascienza “Adolescente delle caverne” del 2002.

Lo stesso anno viene presentato nella sezione Controcorrente del Festival di Venezia “Ken Park”, il cui protagonista è un giovanissimo skater californiano che si spara in testa, riprendendosi con la camerina.

Più o meno, lo stesso tema, la vita dei giovanissimi skater, è raccontata in “Wassup Rockers” del 2006, mai distribuito in Italia. L’opera “Marfa Girl” (2012), con cui Larry ha vinto il Festival Internazionale del Film di Roma, è visibile a pagamento solo suo sito web www.larryclark.com per una sua scelta di non subire più dai produttori e dai censori di Hollywood. Rispetto ai suoi precedenti lavori appare più morbido come stile, ma non per questo meno incisivo.

Ha proseguito con “Jonathan” (2013) cortometraggio documentaristico, e “Smeel of Us” nel 2014.

Massimiliano Ponzi