Il 24 Frame Future Film Festival 2025 ha messo in luce il talento e la passione degli artisti nel campo dell’animazione, con un focus particolare su Thibaut Delahaye, lead animator del film premio Oscar “Flow“. Durante l’evento, si è creata un’atmosfera di condivisione e networking, evidenziando l’importanza di eventi come questo per il settore. La conversazione con Delahaye ha rivelato dettagli affascinanti sul processo creativo e sulla realizzazione di un’opera che ha conquistato il pubblico e la critica.
Il trionfo di Flow e i riconoscimenti ricevuti
Seduti nel suggestivo spazio del Dunbo a Bologna, il discorso è partito dai successi ottenuti da “Flow“. Delahaye ha sottolineato come il film abbia ricevuto numerosi premi, un risultato raro in un’epoca in cui le critiche negative sembrano prevalere. “È sorprendente non aver mai letto qualcosa di negativo sul film”, ha affermato. Questo porta a riflettere su quanto il team fosse consapevole della qualità del progetto mentre lavorava. “Quando si lavora a un film d’animazione, ci si concentra su singole parti, quindi è difficile avere una visione complessiva. Sapevamo che era un progetto unico, privo di dialoghi, ma non avevamo un’idea chiara del risultato finale. Solo Gints, il regista, aveva una visione d’insieme.” Delahaye ha anche evidenziato che il successo di un film dipende da vari fattori, tra cui la comunicazione e le strategie di marketing, e che anche produzioni di alta qualità possono non ricevere il riconoscimento che meritano.
Il processo creativo dietro Flow
Durante il festival, Delahaye ha condiviso dettagli sul lavoro di squadra e sul processo produttivo di “Flow“. Il regista Gints Zilbalodis ha dedicato circa quattro anni alla realizzazione del film, ma l’animazione vera e propria è stata completata in un periodo relativamente breve, da maggio a novembre 2023. Questo ha richiesto un coordinamento efficace tra animatori esperti e junior, che sono stati formati per contribuire a un progetto ambizioso di 81 minuti suddivisi in 22 sequenze e 307 inquadrature. “Abbiamo prodotto in media due secondi di film al giorno”, ha spiegato Delahaye. A differenza del suo primo film “Away“, dove Zilbalodis ha lavorato da solo, “Flow” ha richiesto un flusso di lavoro più complesso, gestito con grande abilità dal regista, che ha mantenuto un contatto costante con il direttore dell’animazione, Léo Silly Pélissier.
L’importanza dell’osservazione nell’animazione
Thibaut Delahaye ha messo in evidenza come l’osservazione sia fondamentale per il lavoro di animazione. Durante il suo intervento, ha raccontato delle visite allo zoo per studiare gli animali dal vivo e della ricerca di riferimenti utili per l’animazione. Molti membri del team, inclusi Delahaye e Zilbalodis, hanno animali domestici che hanno contribuito a comprendere meglio i comportamenti da riprodurre nel film. “Per ‘Flow‘ è stato utile avere animali domestici, perché ci hanno permesso di osservare comportamenti familiari”, ha detto Delahaye. Ha lavorato principalmente su un gatto, un uccello e un capibara, trovando particolarmente impegnativa l’animazione dell’uccello a causa di un rig provvisorio. Ha sottolineato che l’animazione non consiste solo nel muovere oggetti, ma nel comprendere le motivazioni e le emozioni che spingono un personaggio a muoversi.
Il gioco come elemento chiave nell’animazione
Quest’anno, il tema del 24 Frame è stato il gioco, in onore del trentesimo anniversario di “Toy Story“. Delahaye ha enfatizzato quanto sia cruciale l’aspetto ludico nel suo lavoro. “Quando animiamo, dobbiamo mantenere viva la nostra curiosità e il nostro spirito giocoso”, ha affermato. Questo approccio è qualcosa che cerca di trasmettere ai suoi studenti, incoraggiandoli a trovare il proprio modo di lavorare. La sua carriera nell’animazione è iniziata nei primi anni 2000 con “Funky Cops“, un’esperienza che ha avuto un impatto significativo sulla sua formazione professionale. “Era un ambiente positivo, con una piccola squadra di giovani animatori. Questo è ciò che cerco di ricreare in ogni progetto”, ha spiegato.
Le sfide future per i giovani animatori
Infine, Delahaye ha affrontato le sfide che i giovani animatori potrebbero affrontare nel contesto attuale, caratterizzato da un mix di tecniche tradizionali e nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale. “È un momento complicato per i giovani animatori. L’IA è uno strumento potente, ma è fondamentale sapere come utilizzarlo”, ha affermato. Nonostante le difficoltà, Delahaye rimane ottimista riguardo al futuro dell’animazione, sottolineando l’importanza di adattarsi e trovare nuove strade creative. La sua carriera e il successo di “Flow” dimostrano che, con la giusta passione e dedizione, è possibile raggiungere traguardi significativi nel mondo dell’animazione.
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