Attori monocorde per un dramma sentimentale troppo verboso
Regia: Massy Tadjedin – Cast: Sam Worthington, Eva Mendes, Keira Knightley, Guillaume Canet, Griffin Dunne, Anson Mount, Stephanie Romanov – Genere: Commedia, colore, 92 minuti – Produzione: USA, Francia, 2010 – Distribuzione: Medusa – Data di uscita: 5 novembre 2010.
“Last Night” indica un momento di passaggio, l’attimo da cogliere oppure no che pone i protagonisti della storia di fronte alla loro coscienza. La fedeltà ha la sua radice nella parola fede e come la religione l’atavico senso del dovere è quasi una colpa.
Massy Tadjedin non si vergogna a raccontarne le spire in una metropoli contemporanea, New York, distaccata e insensibile ai patemi altrui, tipo quelli di Joanna e Michael. Un minuto può cambiare un destino, figuriamoci ore e ore accumulate nella notte del titolo.
Attori monocorde in un dramma sentimentale dal sapore odierno, che appassiona inizialmente e poi spiazza per la sua verbosità. Una coppia moderna, Michael e Joanna – Sam Worthington e Keira Knightley – nell’arco di un’intera serata verranno a contatto con le loro tentazioni cercandovi di resistere o lasciandosi infine sedurre fino all’inevitabile confronto mattutino.
La Tadjedin pone l’accento sull’aspetto psicologico del tradimento anche solo velato, la carne debole che va oltre il concetto di seduzione per approdare nei lidi del sentimento a buon mercato. L’ambiguità dei momenti e delle conversazioni talvolta attrae il pubblico e talvolta lo annoia perché non permette il raffronto col reale.
Il film racconta la città americana vissuta da stranieri, ma sterza subito sulle occasioni mancate e i rimpianti futuri, vissuti in maniera preventiva con la consapevolezza di dover imboccare una strada e poi non potersi dopo tirare indietro. Eva Mendes, Sam Worthington e Guillame Canet sono l’esatto avamposto di una generazione contemporanea che rimanda le decisioni e non sa come reagire, specie se posta dinanzi ai disagi e alle sue apparenti sicurezze.
Plot impeccabile ma esecuzione stilistica forse troppo ridondante, d’altronde i “raffinati problemi” della classe bene li abbiamo visti (e in maniera più velenosa) altrove sullo schermo. Valori reali confusi con valori fittizi, se l’intenzione era quella di creare una sorta di romanzata suspence la missione è riuscita. Se invece cercavate nella sensualità dei duetti tra gli attori l’emozione da condividere col vostro partner, allora è meglio guardare altrove, un posto dove magari l’ottimismo è padrone di casa.
Simone Bracci