Nuovo successo per il regista Paolo Sorrentino che riesce a raccontare, anche grazie alle doti di Toni Servillo, la solitudine e la capacità dell’amore di spezzarla
Regia: Paolo Sorrentino – Cast: Toni Servillo, Olivia Magnani, Adriano Giannini, Gianna Paola Scaffidi, Raffaele Pisu, Angela Goodwin, Antonio Ballerio, Nino D’Agata, Vincenzo Vitagliano – Genere: Drammatico, colore, 100 minuti – Produzione: Italia, 2004.
“Le conseguenze dell’amore” è un film che conferma il talento di Paolo Sorrentino, alla sua seconda opera, dopo il riuscitissimo “L’uomo in più” (2001), e che non a caso è stato scelto come rappresentante dell’Italia al 57° Festival di Cannes, oltre ad aver ottenuto cinque Nastri d’Argento e cinque David di Donatello.
Sorrentino mette al centro della sua storia un uomo ormai entrato nell’anonimato, Titta di Girolamo, confinato da otto anni nella solitudine di una camera d’albergo della Svizzera italiana, silenzioso, inerme di fronte alla vita, pieno di segreti e di angosce inconfessabili. Inconfessabile e inimmaginabile è il vizio che Titta, distinto uomo d’affari di mezza età, mostra allo spettatore non appena la porta della sua stanza si chiude, così come inimmaginabili sono i suoi datori di lavoro, per i quali svolge meccanicamente mansioni pericolose senza alcuna paura.
Un’esistenza che scorre piatta, senza entusiasmo, senza ardore, in una tristezza che solo il silenzio sa raccontare e che trova la sua ragione in un’unica terribile certezza: la solitudine e l’idea di non essere ricordati da nessuno. Ma quanto ‘le conseguenze dell’amore’ possono cambiare il destino di un uomo? Sarà proprio il metodico Titta a sperimentare gli effetti di questo sentimento, che spezzerà la monotonia delle sue giornate fatte di sigarette e sguardi indifferenti in una realtà priva di attrattive, dove anche la devianza perde le sue connotazioni trasgressive per scadere in un rituale piatto e insensato.
Una sceneggiatura originale e la splendida interpretazione di Toni Servillo, capace di donare al suo personaggio un fascino fastidioso e inconsueto,con cui Sorrentino racconta sentimenti universali, avvalendosi di toni drammatici inusuali, velati di mistero e inquietudine, dove l’angoscia trasuda anche dall’anonimato degli spazi, per giungere a un finale in cui il protagonista si trasforma in eroe tragico, confermando la tesi che non bisogna mai “sottovalutare le conseguenze dell’amore”.
Isabella Gasparutti