Recensione
Le donne e il desiderio – Recensione: la visione pittorica di Wasilewski si riverbera nella rappresentazione psicologica del femmineo
Facendo leva su un senso visivo potente, affilato e raffinato al tempo stesso, Tomasz Wasilewski – regista polacco al suo terzo lungometraggio – lavora ne “Le donne e il desiderio” sui corpi femminili alla stregua di uno scultore, scavando, intagliando, incidendo con meticolosa cura rappresentativa i turbamenti psicologici ed esistenziali: ne risulta una sorta di somatizzazione peculiare, nella quale si conciliano, quasi miracolosamente, il minimalismo della narrazione e una raffigurazione pittorica in continuo mutamento, in grado di variare dal distacco contemplativo all’esasperazione fisica, volta in chiave quasi espressionista.
Pochi movimenti della macchina da presa, inquadrature ferme, prolungate, spesso in profondità di campo, un montaggio dilatato per valorizzare il movimento reale dei corpi sulla scena – richiamo teatrale – o anche, in certi casi, l’immobilità introspettiva che connota determinati tableaux vivants, quasi nature morte in cui l’incursione dell’elemento umano conferisce prospettiva lirica o drammatica: un vero e proprio culto dell’immagine, mutuato forse in via indiretta dal maestro Kieslowski – citato del resto nella scena del ghiaccio che si rompe, causando l’annegamento di una ragazzina (situazione similare al primo episodio del Decalogo, anche se qui la volontà di autodistruzione si sostituisce alla fatalità) – ma autonomo e potente in sé e per sé, a partire dalla scelta di una fotografia cerea sulla quale si innestano, con vivido contrasto, cromatismi ben delineati (le vivande nella tavola imbandita della scena d’apertura, il rossetto sulle labbra, i capi di abbigliamento, e così via).
Le donne e il desiderio: la tensione sessuale, il modellamento dei corpi e il rigetto della sacralità
Quattro vicende di donne si consumano e si susseguono, divise in compartimenti, senza montaggio alternato, ma mescolandosi in profondità nella costruzione di un complesso discorso sulle relazioni e sulla sessualità: un matrimonio in crisi, sconvolto da una nuova impossibile relazione d’amore con un giovane prete; l’austera direttrice di una scuola respinta dall’amante clandestino di lungo corso, e incapace di accettare il nuovo stato delle cose; un’anziana insegnante, sull’orlo del pensionamento, che sviluppa una forma di amore ossessivo nei confronti di una giovane ragazza, già reginetta di bellezza e ora alle prese con crisi di depressione e alcolismo tra una lezione di danza e una di acquagym.
Ciascuna delle quattro protagoniste è in realtà alle prese con un rifiuto, formulato attivamente – la giovane ragazza che prova a rigettare (letteralmente) la bellezza del proprio corpo – o subìto passivamente – l’anziana che la contempla, la lava mentre dorme e la desidera incessantemente, morbosamente, pur sapendo di non poter trovare risposta positiva al proprio desiderio. Una pulsione sessuale costante si riverbera nel corso del film, accentuata dall’interpretazione fortemente fisica delle attrici e dall’esibizione disinvolta della nudità, in tutte le sue derivazioni.
Le donne e il desiderio: l’erotismo in rapporto alla sacralità negli anni del disgelo
“Le donne e il desiderio” ha una collocazione storico-geografica ben definita, la Polonia del 1990, nella fase immediatamente successiva al disgelo e alla caduta del muro di Berlino. Tale contestualizzazione, però, non produce effetti analitici, essendo totalmente assente l’impronta socio-politica in un discorso che è eminentemente psicologico e di scandaglio introspettivo.
Un tratto specifico polacco – in relazione alla storia sociale e anche, in piccolo, a quella cinematografica – è ravvisabile invece su un altro piano vincolante, quello del rapporto con la sacralità, e nella fattispecie con il cattolicesimo: tema che occupa uno spazio rilevante nella prima parte per poi defilarsi (forse sconfitto o superato) e che trova rappresentazione in brevi frammenti di omelie, rituali cristallizzati, persino una lezione scolastica in cui l’insegnante invita i giovani a non violare il proprio corpo, scontrandosi però con la battuta sarcastica di uno degli studenti; ma l’immagine chiave è certo quella della benedizione domestica nella casa di una delle donne protagoniste (la prima nella cronologia narrativa), nel corso della quale, tra imbarazzo, reticenza e sostanziale falsità, si consuma un peculiare triangolo amoroso tra il marito, la moglie e il giovane prete che si è fatto amante carnale.
Marco Donati
Trama
- Titolo originale: Zjednoczone Stany Milosci
- Regia: Tomasz Wasilewski
- Cast: Julia Kijowska, Magdalena Cielecka, Dorota Kolak, Marta Nieradkiewicz, Andrzej Chyra. Lukasz Simlat, Tomek Tyndyk
- Genere: Drammatico, Colore
- Durata: 104 minuti
- Produzione: Polonia, Svezia, 2016
- Distribuzione: Cinema Distribuzione
- Data di uscita: 27 aprile 2017
“Le donne e il desiderio” è ambientato in Polonia nel 1990, subito dopo il crollo del regime comunista, e vede protagoniste quattro donne. La transizione dal regime comunista allo Stato liberale genera nei cittadini polacchi stati d’animo contrastanti: da una parte esaltazione, dall’altra un profondo senso di incertezza per il domani. La spinta al cambiamento e l’indeterminatezza del futuro si riflettono anche in tre direttrici narrative che riguardano quattro donne – Agata, Iza, Renata e Marzena – le quali decidono di prendere in mano la propria vita e di attivarsi per modificarla, non senza difficoltà e risvolti drammatici.
“Le donne e il desiderio”: si intrecciano le storie di quattro protagoniste alla ricerca di un cambiamento
Agata è intrappolata in una vita infelice: madre di famiglia e moglie di un marito che non ama, la donna cerca una via d’uscita nell’infatuazione per un sacerdote che vede in chiesa la domenica. Renata è un’insegnante ormai quasi in pensione che si scopre attratta dalla giovane vicina di casa, Marzena, ex reginetta di bellezza. Marzena è inoltre un’istruttrice di aerobica e vive sola poiché il marito lavora in Germania. Iza, sorella maggiore di Marzena, è la dirigente della scuola in cui insegna Renata e ha una relazione con un medico che, oltretutto, è il padre di una studentessa della sua scuola.
Il regista Tomasz Wasilewski, al suo terzo lungometraggio, fa incrociare i destini di queste quattro donne in un preciso contesto storico-temporale: nel primo anno dopo il crollo del muro di Berlino. Il film “Le donne e il desiderio” vanta un cast di attori molto noti in Polonia ed è stato premiato al 66° Festival di Berlino con l’Orso d’argento per la migliore sceneggiatura.
Trailer
https://www.youtube.com/watch?v=YJAA79vsYiA