Le fate Ignoranti: Roma viva e complice di un necessario ritorno
“Io non ho voglia di essere responsabile dell’infelicità di qualcuno”.
Si apre con una dinamica veduta a volo d’uccello sullo sguardo caldo di Roma, il ritorno di Ozpetek con la serializzazione dei uno dei suoi capolavori “Le fate Ignoranti“, disponibile sulla piattaforma Disney + dal 13 aprile, di cui noi abbiamo avuto modo di vedere in anteprima i primi due episodi.
Massimo (Luca Argentero), sta per raggiungere la moglie Antonia (Cristiana Capotondi), per confessarle un segreto divenuto importante, la relazione clandestina con Michele (Eduardo Scarpetta), ma perde la vita davanti al Colosseo volando letteralmente dalla sua moto.
“Per una storia che finisce c’è n’è sempre una che sta per incominciare” racconta la voce fuori campo di Massimo, che continua ad aleggiare e diventa il narratore dei frammenti di questa vicenda.
Ozpetek riavvolge il nastro e ci racconta l’inizio di questo incontro, in libreria, in una Roma divisa tra borghesia e multiculturalità, che a distanza di venti anni non ha saputo evolversi ancora, ma chiudersi sempre di più, rendendo questo ritorno un’opera davvero necessaria.
Possiamo reimmergerci nelle atmosfere surreali del regista turco, agrodolci e pregne, e viverla ancora più da vicino, perchè la durata delle puntate ha permesso di allargare la profondità di sguardo, non è più solo la crisi di Antonia che si deve confrontare con una realtà per lei impensabile, ma un affresco di tutto il colorato mondo che popolava il terrazzo di Michele, tanti punti di vista per tanti coprotagonisti, volti di questa Italia che ha ufficializzato la sua arretratezza bocciando il DDL Zan. Un gruppo che batte all’unisono, come recita Serra Yilmaz, inossidabile musa del regista “Non senti l’identità di questa casa: non senti che siamo una persona sola? Non senti l’identità di questo cuore?
Conosciamo Luisella (Paola Minaccioni), la verduraia esuberante che si crede uguale a Brigitte Bardot, dalle battute esilaranti e gli egoisti amanti, veniamo rapiti dalla coppia Annamaria (Ambra Angiolini) e Roberta (Anna Ferzetti), che dopo anni di teoria sapranno stupirci con le sfumature carnali di un rapporto d’amore senza filtri, che ha saputo arrossire il regista stesso.
Tra gli altri troviamo anche il pensionato del gruppo Valter (Edoardo Siravo) e Riccardo (Eduardo Purgatori) e Luciano (Filippo Scicchitano).
Sesso, gelosia, tradimenti per un mondo che sfuma tra centro e periferia
“Nulla ci viene tolto se il dolore non arriva a cancellare il ricordo”
Il regista turco stavolta, ancora di più, si sofferma sul concetto di famiglia: è quella che ci mette al mondo o quella che si sceglie? Sono gli spiriti affini a essere capaci di condividere la visione del mondo, liberi e non costretti ad incasellare tutto nei confini di una società che ragiona per schemi e paradigmi, una società dove all’interno di una villa con piscina potrai solo trovare una domestica filippina inquietante e quasi schiavizzata, una madre dispotica che non sa vedere i colori (Carla Signoris), mentre all’ombra del gasometro può brillare un mondo imprevedibile costretto però a fare i conti con una realtà del quotidiano che segue altre logiche.
La serie compie una vera autopsia narrativa, in primis della città di Roma, che dovrebbe essere un mondo a se stante, ma che, nonostante la sua bellezza, sembra essere incapace di spiccare il volo.
Roma è solo il biglietto da visita lussuoso di un paese culturalmente immobile, statico, a dispetto delle nuove generazioni, le unici capaci di andare oltre.
La leggerezza e la profondità della prima puntata cede il passo a una seconda più immobile, tra il funerale di Massimo e la scoperta di Antonia e ci fa capire che quello che vedremo sarà un mondo diverso, in evoluzione, come dovrebbe essere anche quello che ci circonda.
E speriamo che anche stavolta, accompagnati dalle note di una colonna sonora come sempre complice ed empatica, tra un singolo creato appositamente da Mina, Noemi e il Cocktail d’amore di Stefania Rotolo, Ferzan sappia donarci ancora una genuina ventata di freschezza, portandoci oltre ai confini, ispirati dalle parole di Magritte “La libertà è la possibilità d’essere e non l’obbligo d’essere.”
Chiaretta Migliani Cavina