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Le polemiche sulla censura di Wicked: il dibattito sull’eccesso di politically correct in Gran Bretagna

L’onda del politically correct continua a suscitare dibattiti accesi nel Regno Unito, in particolare riguardo alla proiezione del musical “Wicked”. Le raccomandazioni del British Board of Film Classification hanno suscitato non poche perplessità tra i media e il pubblico, creando un terreno fertile per la discussione sul bilanciamento tra sensibilità sociale e libertà artistica. Il film, recentemente classificato PG, presenta avvertimenti riguardanti la rappresentazione di discriminazione e bullismo, in particolare nei confronti di personaggi con pelle verde. Si tratta di un provvedimento che ha diviso le opinioni, sollevando interrogativi sulla direzione che sta prendendo la sensibilità verso le produzioni artistiche.

La classificazione del film e le avvertenze del BBFC

La classificazione PG del BBFC con avvertimenti specifici pone l’accento su vari elementi che potrebbero risultare problematici per alcune audience. Tra questi, si fa riferimento alla discriminazione nei confronti dei personaggi dalla pelle verde, in particolare alla vulnerabilità della strega cattiva dell’Ovest, Elphaba, interpretata da Cynthia Erivo. Il bullismo e l’emarginazione che caratterizzano la sua storia vengono descritti come temi che possono generare disagio negli spettatori, ritenuti “sensibili” a queste dinamiche sociali. Inoltre, il Board ha incluso avvisi circa la presenza di una donna disabile su sedia a rotelle, evidenziando un atteggiamento percepito come condiscendente, e la dissociazione che i personaggi animali vivono in una società fantastica.

Le polemiche sulla censura di Wicked: il dibattito sull’eccesso di politically correct in Gran Bretagna

Le linee guida del BBFC per le classificazioni PG chiariscono che il comportamento discriminatorio deve essere disapprovato e che eventuali linguaggi o scenari problematici devono essere giustificati dal contesto. Al contempo, il Board sottolinea che la narrativa di “Wicked” affronta questioni delicate, come l’accettazione e la tolleranza, tematiche che rendono necessaria una valutazione ponderata per il pubblico.

Le reazioni dei media e del pubblico

La risposta alla recente decisione del BBFC è stata variegata, spaziando dall’ironia alla difesa della sensibilità artistica. Alcuni esperti e commentatori hanno espresso preoccupazione per le conseguenze che tali raccomandazioni possono avere sulla fruizione del film. In un’intervista con il Daily Mail, lo scrittore Simon Evans ha criticato l’avvertimento, descrivendolo come un elemento che diminuisce il valore artistico e drammatico del musical, creando “un ambiente più adatto a una conferenza sulla formazione delle risorse umane piuttosto che a una tela creativa“.

Non solo Evans ha espresso il suo disappunto; anche il professore di sociologia Frank Furedi ha risposto con sarcasmo alle linee guida, mettendo in dubbio la logica dietro la classificazione e suggerendo che gli autori di tali avvertimenti sono completamente distaccati dalla realtà. Dall’altra parte, un editorialista del The Guardian, Stuart Heritage, ha difeso il BBFC, sottolineando che la pelle verde di Elphaba funge da potente allegoria per una varietà di forme di discriminazione, indicando che le avvertenze sono giustificate dal contesto sociale.

Questa frattura di opinioni fa emergere un tema importante: la necessità di trovare un equilibrio tra la libertà di espressione artistica e le richieste di un pubblico sempre più attento ai temi dell’inclusività.

La trama di Wicked e le sue implicazioni sociali

“Wicked” si preannuncia non solo come un musical accattivante ma anche come una narrativa complessa che esplora temi di accettazione, discriminazione e potere. La storia segue Elphaba e il suo percorso accademico all’Università di Shiz, dove comincia a comprendere le sfide legate ai suoi poteri e l’oscurità che circonda la figura del Mago di Oz, interpretato da Jeff Goldblum.

Il racconto mette in evidenza la lotta di Elphaba contro il bullismo e l’emarginazione a causa della sua diversità, offrendole un’opportunità di crescita e autoaccettazione. Questi elementi possono essere visti come un riflesso delle reali ingiustizie sociali che molte persone affrontano nel mondo contemporaneo. Tale approccio narrativo rende “Wicked” non solo un intrattenimento, ma anche un’opera che invita a riflettere sulla tolleranza e sull’importanza di valorizzare le differenze.

Le polemiche sulla censura e sulle avvertenze del BBFC pongono interrogativi fondamentali sul futuro delle produzioni artistiche e su come affrontiamo le rappresentazioni di temi delicati nella società odierna. Mentre il dibattito continua, il pubblico è atteso nei cinema per scoprire come la magia di “Wicked” saprà affrontare le sfide del politically correct.

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