L’adolescenza di Martino tra il surf, gli amici, il primo amore e la storia che partorisce le grandi stragi di Bologna e Ustica
Regia: Massimo Natale – Cast: Luigi Ciardo, Treat Williams, Matilde Maggio, Pietro Masotti, Simone Borrelli, Matteo Pianezzi, Renata Malinconico, Silvia Delfino, Marcello Prayer – Genere: Drammatico, colore, 85 minuti – Produzione: Italia, 2010 – Distribuzione: Movimento Film – Data di uscita: 19 novembre 2010.
Nella sezione “Alice nella città” del Festival del Film di Roma 2010 è stato presentato il film “L’estate di Martino”, di Massimo Natale, al suo primo lungometraggio. È la storia, triste ed intensa, di Martino (Luigi Ciardo), un ragazzo pugliese estremamente sensibile che soffre per la morte prematura della madre e per la totale incomprensione sia del padre (Marcello Prayer), che del fratello maggiore Massimo (Pietro Masotti).
Siamo nell’estate del 1980, quella della strage di Bologna, che fa da sfondo alla vicenda, e Martino è affascinato dai soldati americani della base Nato che fanno surf. Proprio uno di loro, il comandante Jeff (Treat Williams) cederà alle sue continue insistenze e gli insegnerà a surfare.
Quello che colpisce e più piace in questa pellicola è la capacità di farci vedere il mondo con gli occhi di un ragazzo che, nel giro di un’estate, conoscerà i sentimenti più importanti della vita: l’amicizia e l’amore. Entrambi lo cambieranno, ma sarà anche lui, con il suo modo del tutto speciale di vedere il mondo, a cambiare per sempre le persone conosciute.
“L’estate di Martino” è un film genuino, semplice, che tocca il cuore e per questo colpisce. La scenografia è del tutto naturale, dato che quasi tutto il film si svolge su una spiaggia pugliese della Nato, in cui il nostro protagonista diventerà adulto e si preparerà a vivere. Il giovane Luigi Ciardo, alla sua prima apparizione da protagonista, risulta praticamente perfetto, così come molto appropriata è stata la scelta di giovani attori come Matilde Maggio e Pietro Masotti.
Sullo sfondo della storia, due delle grandi tragedie che hanno sconvolto il nostro Paese: Ustica e Bologna, perché, come recita una frase del film, “sognare non significa dimenticare”.
Domenica Quartuccio