Recensione
Una cosa è certa: Buzz mette sempre tutti d’accordo
Ebbene si, Buzz, come sempre mette davvero tutti d’accordo. Il rischio era alto, ma è stato ampiamente scongiurato. L’operazione fatta da MacLane e dal produttore Galyn Susman, sulla carta, era vincente ma anche molto pericolosa.
“Lightyear – La vera storia di Buzz” è un vero e proprio esperimento per il cinema d’animazione, dato che si sta raccontando la storia del film preferito di Andy, il piccolo protagonista umano del franchise di “Toy Story”, risalente al 1995, e del suo protagonista, l’eroe con la tuta spaziale che gli fu regalato dai genitori e che farà coppia con lo sceriffo Woody. MacLane e i co-sceneggiatori Jason Headley e Matthew Aldrich, quindi, sono legati ovviamente alla saga d’origine, ma se ne discostano con la loro meta narrazione che ci racconta di un Buzz umano, alle prese con un grande senso di colpa dovuto all’errore commesso durante la sua missione e che, anche per il grande senso di responsabilità che lo contraddistingue, lo porterà a farsi in quattro pur di trovare una soluzione.
Il regista offre spunti di riflessione anche sulla fragilità dell’infallibilità, sul tempo che scorre inesorabile e che non torna, sui valori dell’amicizia, della solidarietà e della cooperazione contro l’individualismo, tutti focus già esistenti nella saga di “Toy Story”, qui affrontati con un’angolazione e un punto di vista decisamente diversi (per non usare il termine “maturi”) ma che fanno sempre bene all’anima.
Lightyear – La vera storia di Buzz: cosa ne pensiamo
- “Lightyear – La vera storia di Buzz” parte con i migliori auspici e con una meta narrativa interessante, ma affrontata in maniera troppo pretestuosa per funzionare a dovere. Tuttavia convince nonostante le premesse.
- Sul piano tecnico nulla d’eccepire, nonostante la storia prosegua su binari prestabiliti per poi essere presto dimenticata, perdendosi su troppi filoni da seguire: Buzz è pur sempre un giocattolo, ma come “Pinocchio”, si ritrova alle prese con una vasta gamma di emozioni e debolezze tipicamente umane.
- Grazie anche a un buon ritmo e personaggi adorabili (tra cui Sox), il film rappresenta un onesto intrattenimento per tutta la famiglia.
L’idea alla base di questo nuovo spin-off di Toy Story diretto da Angus MacLane, già co-regista di “Alla ricerca di Dory”, come già detto, è davvero molto interessante, innanzitutto perché espande l’universo in direzioni diverse da quelle consuete: non riempie i vuoti, non racconta diversi momenti della vita dei personaggi, non ci mostra un prima o un dopo, ma cambia angolazione, rimanendo comunque ancorato alla materia di partenza.
A onor di cronaca, ci troviamo di fronte a territori già esplorati nel 2000 con mezzi più modesti nel lungometraggio animato direct-to-video “Buzz Lightyear da Comando Stellare – Si parte!” e nella serie “Buzz Lightyear of Star Command”. Ma in questo caso, tuttavia, Lightyear vorrebbe essere quel grande film di fantascienza generazionale capace di lasciare un segno indelebile nella vita di un bambino di 7 anni. Lo diciamo subito: non ci riesce del tutto, ma si accontenta di essere – come si dice in questi casi? – un onesto intrattenimento per tutta la famiglia che forse guarda troppo al passato, quando le cose migliori riguardano il presente, ma questa la perdoniamo, l’impresa era davvero troppo ardua.
Semmai ve lo stesse chiedendo: si, a noi ha fatto piangere!
Lightyear non è la storia che vi immaginate, è qualcosa di più. Questa pellicola non ci parla delle origini del giocattolo Buzz Lightyear della serie Toy Story della Pixar, ma è la storia che ci narra il motivo per cui il giocattolo Buzz Lightyear è finito nella camera di Andy.
La nostra pellicola animata, che in realtà possiamo considerare un vero e proprio film sci-fi, si apre nello spazio inesplorato, a 4,2 milioni di anni luce dalla Terra, quando un’astronave con un equipaggio di 1.200 persone rileva forme di vita su un pianeta e si avvicina per atterrare. Buzz e la sua collega – e migliore amica – Alisha Hawthorn escono dall’astronave per esplorare il pianeta ma vengono prontamente attaccati da vegetazione ostile e insetti enormi e piuttosto disgustosi. Nel tentativo di fuggire da questo luogo ostile, Buzz commette un piccolo errore di calcolo e l’intero equipaggio rimane bloccato su quel pianeta sconosciuto.
L’obiettivo di Buzz è quello di portare a termine la missione: riportare tutti a casa. Tuttavia non sarà un’impresa facile. La sua riluttanza ad accettare il fallimento, e la sua testardaggine, gli impediscono di godersi la vita; lo Space Ranger, infatti, non può festeggiare il matrimonio di Alisha e della sua ragazza e nemmeno la nascita del figlio. Questo ossessivo bisogno di portare a termine la missione gli farà perdere del tempo prezioso con la sua migliore amica – tempo che non riavrà indietro.
Nella sua ora e mezza, “Lightyear – La vera storia di Buzz” è un film piacevole, in grado di catturare il cuore di grandi e piccini e di insegnare molto. Abbiamo apprezzato l’intera storia, nonostante ci siano state delle scene cuscinetto che non sono state di nostro gradimento. Tutti i personaggi – Sox in particolare, ovviamente – sono riusciti a rubarci il cuore e a farci emozionare per tutta la durata del film.
Abbiamo inoltre apprezzato dal profondo del cuore l’introduzione di un personaggio appartenente alla comunità LGBTQ, inserito all’interno della pellicola in modo totalmente naturale e delicato.
In conclusione
Il film è notevole dal punto di vista tecnico, notevole lo sforzo narrativo e il rischio corso nel raccontare il lato umano del “prodotto”. La pellicola ricorda tra le righe gli amati “Up” e “Red e Toby nemiciamici” ed è un buon intrattenimento per tutta la famiglia che punta l’attenzione sull’importanza del fallimento come occasione di crescita e sulla necessità non di eccellere, ma di collaborare. Merita di certo un passaggio in sala, e per gli appassionati di “Toy Story” e per tutti coloro che intendono trascorrere qualche ora di serenità, non solo, e questo è importante, in compagnia del figlio o del fratello più piccolo.
Mina Franza
Trama
- Titolo originale: Lightyear
- Regia: Angus MacLane
- Cast: Uzo Aduba, James Brolin, Mary McDonald-Lewis, Keke Palmer, Efren Ramirez, Peter Sohn, Dale Soules, Taika Waititi, Isiah Whitlock Jr.
- Genere: Animazione, colore
- Durata:
- Produzione: USA, 2022
- Distribuzione: Walt Disney
- Data di uscita: 15 giugno 2022
“Lightyear – La vera storia di Buzz” è 26° lungometraggio prodotto dalla Pixar Animation Studios ed è uno spin-off del franchise di “Toy Story”, incentrato sulle origini di Buzz Lightyear cui dà la voce nella versione americana Chris Evans.
Lightyear – La vera storia di Buzz: la trama
“Lightyear” segue le avventure dell’astronauta umano che ha dato vita al giocattolo Buzz Lightyear, amico dello sceriffo Woody nei quattro film di “Toy Story”.
La produzione
La Disney ha annunciato la produzione di “Lightyear – La vera storia di Buzz” nel corso del Disney Investor Day del 2020. Il film è diretto da Angus MacLane, sceneggiatore, regista e animatore, impegnato con la Pixar dal 1997. Nel 2016 il regista ha codiretto con Andrew Stanton “Alla ricerca di Dory”.
Dal primo film del lontano 1995 fino all’ultimo del 2019, Buzz Lightyear aveva la voce di Tim Allen. Ora il testimone è passato a Chris Evan, apprezzato Capitan America del Marvel Cinematic Universe.
Tra gli ultimi impegni di Chris Evans segnaliamo: “The Grey Man”, pellicola di spionaggio diretta da Joe e Anthony Russo, con cui aveva già lavorato in “Avengers” e “Don’t Look Up” di Adam McKay, con Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence.