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L’incredibile vita di Norman

Recensione

L’incredibile vita di Norman – Recensione: Un piede nella porta

L'incredibile vita di Norman Recensione

“L’incredibile vita di Norman” è una rivisitazione in chiave moderna della vicenda dell’Ebreo di corte, che ha origine nella Bibbia, con la storia di Giuseppe e il Faraone, e che più volte è stata ripresa in letteratura, da Shakespeare a Joyce. La narrazione dell’Ebreo segue uno struttura classica, spiega Cedar: un ebreo incontra un uomo che poi diventerà un uomo di potere, ma lo incontra in un momento di vuoto della sua vita. Gli fa un dono o un favore e quando l’uomo raggiunge il potere lo porta nella sua corte. Poi però l’ebreo attira su di sé invidie e gelosie, diventa un personaggio scomodo e il potente si sbarazza di lui. Cedar si interroga sul perché di tanto odio verso questo personaggio e ne propone una lettura diversa.

Norman è un bugiardo e un opportunista, nulla di ciò che racconta è vero, nessuno sa veramente chi sia, ma il motivo di questo suo modo di agire sta nella sua profonda solitudine, nella consapevolezza di dover fornire agli altri una ragione per continuare a frequentarlo, offrendo favori e cercando di insinuarsi nella vita del potente di turno con una pazienza e una perseveranza che a tratti commuovono. Norman cerca di regalare felicità agli altri, ottenendo qualcosa in cambio. Il suo è un tentativo di aprire porte altrimenti sbarrate, di trovarsi nel posto giusto al momento giusto, anche se spesso finisce per mettersi nei guai.

Sono un bravo nuotatore

Norman Oppenheimer vive una vita fatta di espedienti, di bugie e di mezze verità, di millantate conoscenze, e questo lo rende indubbiamente fastidioso. Riesce a procurarsi l’amicizia di un politico che diventerà il Primo Ministro israeliano, regalandogli un paio di scarpe molto costose. Interessante è il modo in cui è evidenziato il carattere simbolico delle scarpe e il modo in cui Norman, aiutando personalmente il suo amico a calzarle, come in una moderna fiaba di Cenerentola, gli farà implicitamente accettare un sodalizio che durerà nel tempo.

Pur essendo un imbroglione, però, Norman riesce a conquistare la simpatia dello spettatore perché in lui non c’è un briciolo di malvagità, né di gelosia. Il suo agire è dettato solo dalla necessità di tenersi a galla, di trovare una via d’uscita da una vita fatta di solitudine e ristrettezze. Fisicamente buffo, con le orecchie a sventola, goffo e impacciato nei movimenti, Norman è lo stereotipo del faccendiere moderno, come ce ne sono a centinaia.

La vita come la ruota panoramica di un Lunapark

L'incredibile vita di Norman scena scarpe

L’incredibile vita di Norman

La vita è mutevole e non c’è nulla di scontato. La sorte gira come la ruota di un Lunapark ed Oppenheimer resta schiacciato in un ingranaggio perverso, quello, cioè, di una società capitalistica in cui tutto è asservito alle logiche del potere e del profitto. La ragion di stato deve prevalere, l’amicizia che lo lega al Primo Ministro israeliano soccombe di fronte a obiettivi più alti come la pace in Medio Oriente.

Oppenheimer trova la sua redenzione e si riscatta completamente nel finale, in cui rivela una grande umanità e una statura morale che lo elevano al di sopra delle logiche del potere e delle transazioni economiche, facendo di lui un eroe anonimo, uno di quei benefattori dimenticati di cui è piena la storia.
Il coro finale che recita la preghiera “Che Iddio ricompensi coloro che si occupano lealmente dei bisogni della comunità” risuona come un monito per l’intera umanità a recuperare una spiritualità perduta e ad intraprendere un cammino di redenzione.

Un Richard Gere in una veste insolita

L’attore americano ci ha regalato in “L’incredibile storia di Norman” un’interpretazione straordinaria, di un personaggio che esce dai consueti stereotipi dell’uomo di bell’aspetto e di potere, calandosi in modo estremamente convincente nei panni di un furfante buono, un uomo impacciato che vive ai margini, cercando di intrufolarsi in un mondo che non lo vuole, ma a cui, in fondo, non arreca alcun danno.

Isabella Gasparutti

Trama

  • Titolo originale: Norman
  • Regia: Joseph Cedar
  • Cast: Richard Gere, Michael Sheen, Steve Buscemi, Josh Charles, Charlotte Gainsbourg, Dan Stevens, Isaach De Bankolé, Lior Ashkenazi, Harris Yulin, Andrew Polk, Maryann Urbano, Jay Patterson, Doval’e Glickman, Hank Azaria
  • Genere: Commedia, colore
  • Durata: 117 minuti
  • Produzione: USA, Israele, 2016.
  • Distribuzione: Lucky Red
  • Data di uscita: 28 settembre 2017

L'incredibile vita di Norman locandina

La pellicola drammatica distribuita in Italia con il titolo di “L’incredibile vita di Norman” e diretta dal regista Joseph Cedar – noto al grane pubblico per una prima nomination agli Oscar nel 2007 per Miglior film straniero con “Beaufort”, tratto dal romanzo di Leshem “Tredici soldati” e una seconda nel 2011 per “Hearat Shulayim”- racconta la storia di Norman Opphennaimer.

Impegnato per tutta la vita a trovare qualsiasi cosa gli venga chiesto, come ama dire di sé quando gli viene domandato di che razza di mestiere si occupi, Norman (interpretato dal celeberrimo attore e sex symbol Richard Gere, arrivato alla fama internazionale negli anni ’80 e famoso per film come “Ufficiale e gentiluomo”, “Pretty Woman” e “Chicago”) per quello che può significare, vende promesse, investe in benevolenze e fa affari su attese e desideri riguardo al futuro della gente. La sua esistenza è un continuo via vai di persone, la cui influenza, più o meno rilevante, è servita all’uomo per acquisire credibilità sociale rubando il posto a qualcun altro. Per farla breve, l’astuto uomo d’affari newyorkese, scova un bisogno lì dove lo si trovi ed esaudisce il desiderio con dovizia, collezionando indebitamenti e favori in giro per la città.

L’incredibile vita di Norman: l’incontro non Micha Eshel

Un giorno un giovane politico di nome Micha Eshel (Lior Ashkenazi), a cui Norman aveva dato una mano considerevole mano per realizzare i suoi sogni, diventa Primo Ministro, ma nel suo nuovo ruolo di potere le cose non vanno proprio nel modo in cui avrebbe immaginato. E’ forse arrivato il momento di fare i conti con il suo benefattore?

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