Amore platonico e pulsioni sessuali nel nuovo film di Alain Guiraudie “Lo sconosciuto del lago”
(L’inconnu du lac) Regia: Alain Guiraudie – Cast: Pierre de Ladonchamps, Christophe Paou, Patrick d’Assumçao, Jérôme Chappatte – Genere: Poliziesco, colore, 92 minuti – Produzione: Francia, 2013 – Distribuzione: Teodora Film – Data di uscita: 26 settembre 2013.
Alain Guiraudie torna al cinema con il suo quinto lungometraggio che, da quando è stato presentato a Cannes, ha già fatto parlare molto di sé.
Già dalla prima scena, il protagonista Franck, con passo leggero, avvolto in una luce tiepida, raggiunge lo spazio quasi metafisico scelto dal regista per raccontare la storia di una passione amorosa che rinuncia alla trascendenza, per rimanere saldamente ancorata alla sua radice puramente sessuale.
Il luogo è la riva di un lago francese dove si recano abitualmente gli omosessuali per fare nuovi incontri, spinti da un desiderio di piacere acefalo che guarda solo alla sua immediatissima soddisfazione. Qui Franck vive delle esperienze che Alain Guiraudie non ha imbarazzo di mostrare spingendosi fino ai particolari più intimi e scabrosi, soprattutto nella serie di incontri tra il protagonista e Michel, lo sconosciuto del lago. In questi incontri Franck vivrà un piacere così intenso e così appetibile da rendergli impossibile il distacco da Michel, pur consapevole del fatto che quest’ultimo s’è macchiato di un’orribile colpa.
Senza la velleità di esprimere un giudizio sul suo protagonista, Guiraudie lo ritrae impegnato anche nei dialoghi con Henri, un signore panciuto e riflessivo, con il quale nasce un rapporto del tutto opposto a quello con Michel, una sorta di amore platonico, che però Franck mette puntualmente da parte ogni qual volta si presenta l’occasione di un godimento immediato.
Notevole in questo film il modo in cui il regista riesce a coniugare la scabrosità degli incontri sessuali con la purezza dei luoghi in cui avvengono. La spiaggia candida, le acque cristalline e le sonorità delicate della natura, in qualche modo, anziché sbattere contro le sequenze erotiche e l’abbondanza di carnalità, le abbracciano rendendole tollerabili. Così si finisce facilmente oltre l’asserzione per la quale un certo tipo di erotismo è contro-natura, si ha la sensazione di trovarsi davanti a un “tutto” in cui l’opposizione della coppia giusto/sbagliato non ha più un peso specifico rilevante, quel che conta è che è tutto estremamente vero.
In conclusione, Guiraudie mostra l’amore come un sentimento che di fronte al piacere o si impegna in una lotta e la perde, o cede il passo, ma non sembra per questo convinto di aver colto un aspetto tragico: quel che traspare dalla pellicola è la volontà di raccontare la realtà dell’uomo cogliendola in un ambito privo di sofisticazioni quale è quello della pura pulsione sessuale.
Claudio Di Paola