Nella suggestiva cornice dell’Ambasciata Svizzera a Roma, di via Oriani, è stato presentato il programma per la 71esima edizione del tradizionale Locarno Film Festival. La longeva manifestazione cinematografica si svolge, come ogni anno, dal 1° all’11 agosto nella meravigliosa cittadina di Locarno nel Canton Ticino, in Svizzera.
Locarno omaggia i fratelli Taviani
In questa edizione del Festival di Locarno gli organizzatori dell’importante kermesse hanno deciso di rendere omaggio ai fratelli Taviani, ricordando Vittorio scomparso lo scorso aprile.
Il fratello Paolo Taviani, illustre regista e autore italiano, sarà ospite di Piazza Grande e verrà presentata una versione restaurata del loro “Good Morning Babilonia” del 1987, realizzata dalla Cineteca nazionale e dall’Istituto Luce-Cinecittà, in omaggio al fratello Vittorio.
Un talento, quello dei fratelli Taviani, che Locarno ha conosciuto per la prima volta nel 1974 “San Michele aveva un gallo” e poi nel 1982 con “La notte di San Lorenzo” che ha segnato profondamente la storia del Festival.
Appassionati di cinema fin da ragazzi, Paolo e Vittorio Taviani hanno scritto pagine importanti del cinema impegnato italiano. Due maestri che fin dagli anni Sessanta hanno dato vita a film che raccontando storie vere, intessute di contraddizioni, capaci di portare con poetica l’attenzione del pubblico su temi fondamentali di impegno politico e civile.
I successi cinematografici di Paolo e Vittorio
I Taviani hanno esordito dietro la macchina da presa nel 1954 realizzando una serie di documentari a sfondo sociale. Successivamente hanno diretto insieme a Joris Ivens “L’Italia non è un paese povero” uscito nel 1960. Il debutto sul grande schermo invece, è avvenuto nel 1962 con il lungometraggio “Un uomo da bruciare”, con Gian Maria Volonté. Il film è una riflessione politico-sociale ispirata alla figura di Salvatore Carnevale, un sindacalista siciliano ucciso dalla mafia. Da quel momento i Taviani hanno prodotto insieme una lunga filmografia tra cui, “I sovversivi” nel 1967 e “Sotto il segno dello scorpione” del 1969.
Vittorio e Paolo crearono un sodalizio cinematografico che li ha accompagnati in tutta la loro carriera. Negli anni successivi si aprirono a nuove ricerche stilistiche e per i due fratelli arrivarono anche dei riconoscimenti internazionali, nel 1977 con il film “Padre Padrone”, tratto dall’omonimo romanzo di Gavino Ledda, conquistando la Palma d’Oro e il Premio della Critica mentre, in Italia, venne loro assegnato un David Speciale e un Nastro d’Argento.
Dopo il successo del lungometraggio “Il prato” alla fine degli anni ’70, i fratelli Taviani hanno diretto un’altra importante pellicola “La notte di San Lorenzo”del 1982, che descrive come un quadro la campagna Toscana ai tempi della Seconda Guerra mondiale. Il film venne mostrato a Locarno in Piazza Grande, ed è stata la prima occasione per i fratelli per collaborare con Nicola Piovani, ma soprattutto per conquistare il Gran Prix a Cannes, David e Nastri d’Argento per la regia e la sceneggiatura.
Solo due anni più tardi, i due registi si sono dedicati a un altro adattamento di un’opera letteraria, “Kaos”, tratto dalle “Novelle per un anno” di Luigi Pirandello, che venne premiato con il David di Donatello per la migliore sceneggiatura.
In occasione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia i due registi toscani hanno ricevuto il Leone d’Oro alla carriera, mentre 1987 con il film “Good Morning Babilonia” fecero il loro debutto sul panorama internazionale, con la storia di due fratelli che partono per gli Stati Uniti in cerca di fortuna. È questa la pellicola scelta dagli organizzatori del festival, per omaggiare i due grandi artisti italiani come ha dichiarato il Direttore artistico di Locarno Carlo Chatrian: “Tra i tanti i film che meriterebbero di essere proiettati per celebrare la straordinaria carriera dei fratelli Taviani, “Good Morning Babilonia”, film in costume che collega la bellezza dalle cattedrali italiane con il nascente cinema nella costa ovest americana, ha oggi – in un’epoca cui l’arte del cinema sembra farsi immateriale – un sapore particolare.
Non è solo un omaggio alla grande tradizione delle botteghe italiane, ma anche a un modo di intendere il cinema che sapientemente integra l’artigianato in una visione artistica collettiva.”
Chiara Broglietti
20/06/2018