Recensione
Lontano lontano – Recensione: un film divertente di rara eleganza
Gianni Di Gregorio torna per la quarta volta dietro la macchina da presa per raccontare ancora di anzianità, affrontando un tema particolarmente sentito nel nostro paese: la difficoltà di arrivare a fine mese per molti pensionati e il conseguente desiderio di scappare all’estero, in un non meglio identificato Eden dove il potere d’acquisto delle pensioni permette una vita decorosa. Questo il fulcro narrativo attorno al quale ruota una settimana dei tre protagonisti, le cui giornate sono scandite dal regista con precisione, a voler mostrare l’evolversi del ‘piano di fuga’.
“Lontano lontano” è il frutto di un lavoro meticoloso che ha impegnato Di Gregorio per quasi tre anni, prima per concretizzare sul set l’idea (suggeritagli da Matteo Garrone, al quale è legato da anni di collaborazione creativa), passando anche, in fase di scrittura, attraverso la composizione di un racconto sul tema, pubblicato da Sellerio.
Lontano lontano: una sofisticata semplicità
In questo film, come in quelli precedenti, il regista capitolino adotta un registro narrativo dialetticamente e visivamente semplice, ma questa naturalezza espressiva è il frutto di un lavoro certosino col quale Di Gregorio cura ogni comparto.
I tre protagonisti sono definiti con cura: quello interpretato dal regista, viene chiamato da tutti Professore, avendo insegnato greco e latino per tutta una vita, e possiede quel garbo e quelle buone maniere che appartengono al cineasta stesso. Attilio, cui presta cuore e anima un bravissimo Ennio Fantastichini, è un uomo immaturo, nonostante l’età, tenuto d’occhio da una giovane figlia che, al momento giusto, sa fargli riconsiderare la giusta ottica con cui osservare la vita. Attilio, a quanto dicono chi ha ben conosciuto l’attore, è un alter ego cinematografico dell’artista scomparso, che possedeva lo stesso temperamento, lo stesso cuore. Giorgio Colangeli veste egregiamente i panni di Giorgetto, il più preoccupato dei tre, dati gli esigui introiti economici.
I tre fanno scintille sullo schermo e il loro desiderio più che di fuga è di una maggiore tranquillità economica, da lì la voglia di seguire le orme di tanti connazionali che scelgono di lasciare l’Italia dopo la pensione.
Una Roma intima fa da cornice al racconto
Ma “Lontano lontano” non è la storia di ‘pensionati disperati’, bensì un affresco di anime, che mostra una Roma intima ed aggraziata, con movimenti di macchina che la fotografano senza enfasi, e forse per questo la rendono ancora più bella. La vita dei tre uomini, il baretto sotto casa, il tabacchi dietro l’angolo, raccontano un’esistenza che non si vergogna della sua lentezza, immersa in una sorta di pigrizia collettiva in cui il vino e i cibo sono storia nella storia: da una minestra umile si possono ben intuire le possibilità economiche di chi la mangia. C’è poi la storia nella storia, quella di Abu, che il Mali l’ha lasciato perché non aveva altra scelta.
Con “Lontano lontano” Di Gregorio rimane fedele a se stesso narrando, come nelle precedenti pellicole che ha diretto, storie di quotidianità, in modo garbato ed elegante, con una dolcezza spiazzante. Si ride tanto guardando l’evolversi delle vicende dei nostri protagonisti, di una comicità aggraziata, intelligente, mai banale, che non ha bisogno di forzare le situazioni per divertire. E tra una risata e l’altra il film riesce anche ad emozionare, merito anche di una colonna sonora, curata da Ratchev & Carratello, che dà voce al silenzio, accompagnando lo spettatore nella narrazione, quasi come una voce fuori campo che rimarca alcune cose e ne lascia scorrere delle altre.
Delizioso cameo quello di Roberto Herlitzka, il suo contributo al film è spassoso a dir poco.
Gianni Di Gregorio è sempre bravo a raccontare storie che nascondono un sentire profondo, ed una continua ricerca del buono che c’è dentro ciascuno di noi.
Maria Grazia Bosu
Trama
- Regia: Gianni Di Gregorio
- Cast: Ennio Fantastichini, Giorgio Colangeli, Gianni Di Gregorio, Daphne Scoccia, Salih Saadin Khalid, Francesca Ventura, Silvia Gallerano, Iris Peynado, Galatea Ranzi, Roberto Herlitzka
- Genere: Commedia, colore
- Produzione: Italia, 2019
- Durata: 90 minuti
- Distribuzione: Parthénos
- Data di uscita: 20 febbraio 2020
Dopo “Buoni a nulla” del 2014, Gianni Di Gregorio torna dietro la macchina da presa con “Lontano lontano”, una commedia dal sapore nostalgico che racconta la storia di tre settantenni alla disperata ricerca di una “nuova vita”.
Lontano lontano: il dolce ricordo della giovinezza
Attilio, Giorgetto e il Professore, tre disastrati uomini di Roma sulla settantina, decidono di compiere un viaggio all’estero, con la speranza di ridare un tocco di colore alle loro grige, noiose e malinconiche vite.
Il “viaggio” assumerà, così, un forte valore simbolico, una vera e propria fuga da un esistenzialismo ridotto ai margini della società, nonchè un dolce veicolo per la realizzazione del proprio sogno.
Nel cast del film troviamo l’attore, sceneggiatore e regista Gianni Di Gregorio (qui al suo quarto film in veste di regista dopo il brillante esordio con “Pranzo di Ferragosto” del 2008 col quale vinse il David di Donatello e il Nastro d’Argento come Miglior Regista Esordiente); il grande e compianto Ennio Fantastichini (“Fabrizio De André – Principe libero“, 2018), tragicamente scomparso nel Dicembre del 2018 e qui nella sua ultima sentita interpretazione, e l’ottimo Giorgio Colangeli (“Tutta un’altra vita“, 2019, “A Tor Bella Monaca non piove mai“, 2019), attore versatile che ha lavorato in passato con registi del calibro di Ettore Scola, Paolo Sorrentino e Marco Tullio Giordana. Tra le interpreti femminili figura, tra le altre Daphne Scoccia, protagonista nel 2016 del film “Fiore“, diretto da Claudio Giovannesi e nel cast di “Il colpo del cane” (2019) di Fulvio Risuleo.
“Lontano lontano” è distribuito nelle sale italiane da Parthénos.