Lorenzo Cervasio, 33 anni, è l’eccezionale protagonista della serie evento “Citadel – Diana” su Prime Video, un progetto che ha catturato l’attenzione di spettatori in tutto il mondo. Questo spin-off italiano, creato dai famosi fratelli Russo, ha raggiunto il traguardo di diventare la serie più vista sulla piattaforma negli Stati Uniti e in oltre 150 paesi, dimostrando il fascino e la potenza narrativa della produzione. La trama si snoda in un contesto futuristico, ambientato a Milano nel 2030, dove la città ha subito cambiamenti drammatici e inquietanti. Cervasio, in un’intervista, condivide le emozioni e le esperienze che ha vissuto durante la preparazione per il suo ruolo centrale e il significato di una storia che risuona in un’epoca di incertezze globali.
Un futuro distopico: Milano 2030
La serie “Citadel – Diana” presenta una Milano profondamente trasformata, una metropoli che ha visto il Duomo abbattuto e il predominio di organizzazioni potenti nel mercato delle armi. In questo ambiente inquietante, il protagonista Edo, erede della temuta Manticore, si ritrova a fronteggiare sfide enormi mentre cerca di conquistare il mondo. La rappresentazione di una città così cambiata provoca in Cervasio un senso di nostalgia e impotenza, specialmente considerando il suo forte legame con Milano. L’attore dichiara di aver rivisto immagini della sua infanzia durante le riprese di scene chiave, rievocando ricordi di sua nonna e la celebre canzone “O mia bela Madunina“. Questo elemento personale non solo arricchisce la sua interpretazione, ma rende la sua esperienza ancora più profonda e carica di significato.
La preparazione per il ruolo di Edo
Cervasio ha dedicato una notevole quantità di tempo e impegno alla preparazione per interpretare il suo personaggio, Edo. Ha affrontato numerosi provini e ha approfondito lo studio del copione, fino al punto di sognare le battute durante la notte. Questa dedizione dimostra l’importanza che attribuisce alla sua professione e al desiderio di offrire una performance autentica. Al di là della preparazione tecnica, la connessione sul set con Matilda De Angelis, sua partner di scena, ha ulteriormente elevato il suo lavoro. Cervasio descrive la De Angelis come una professionista estremamente talentuosa e capace di collaborare senza mai imporre il suo talento. La loro interazione ha generato una sinergia che ha arricchito la narrazione della serie, dimostrando che la chimica tra attori è fondamentale per la riuscita di un progetto di tale portata.
Temi scottanti e riflessioni sul futuro
Un elemento cruciale della serie è rappresentato dalle questioni socio-politiche che affronta, in particolare la legislazione sull’uso delle armi in un contesto di crescente violenza. Cervasio esprime l’auspicio che una realtà come quella rappresentata in “Citadel – Diana” rimanga confinata alla finzione. L’attore usa la sua piattaforma per esprimere aborrisci nei confronti di qualsiasi tentativo di liberalizzazione delle armi, ritenendo che la storia raccontata debba fungere da monito piuttosto che come precursore di inquietanti sviluppi futuri. Inoltre, Cervasio condivide le preoccupazioni della sua generazione, che vive in un’epoca definita da conflitti e sfide globali, ma incoraggia un approccio ottimista e proattivo, sottolineando l’importanza di affrontare questioni come il cambiamento climatico e l’intelligenza artificiale, evitando di farsi sopraffare dalle difficoltà.
La scoperta di una vocazione
La carriera di Cervasio ha avuto inizio piuttosto tardi, a 21 anni, quando ha incontrato il suo acting coach, figura che si è rivelata fondamentale nel dirigere le sue aspirazioni artistiche. Inizialmente impegnato in diverse attività artistiche, dall’illustrazione alla regia, è stata la recitazione a catturare completamente il suo interesse. Completamente immerso nella sua prima scena da attore, in cui doveva baciarsi con una giovane mentre si trovavano attorno a un falò, Cervasio ha vissuto un momento rivelatore, riconoscendo che la recitazione era il suo vero sogno. Dopo un inizio nel teatro, la sua determinazione lo ha portato a frequentare la rinomata Paolo Grassi di Milano, impostando così il suo percorso professionale.
L’avventura familiare
Parlando della sua scelta di diventare attore, Cervasio ricorda un’interazione significativa con i suoi genitori. Nonostante il suo carattere impulsivo, la reazione del padre alla sua decisione di sbocciare come attore è stata sorprendentemente positiva, considerando il background musicale del genitore che comprende il desiderio di seguire una carriera artistica. Questa accettazione ha dato all’attore la libertà di perseguire la sua passione senza troppi ostacoli, permettendogli di immergersi completamente nella sua vocazione e nelle sfide che essa comporta.
In questo quadro, Cervasio si presenta non solo come un artista talentuoso ma anche come una voce forte per la sua generazione, pronta a combattere le ingiustizie e a costruire un futuro migliore attraverso la creatività e la resilienza. “Citadel – Diana” non è soltanto una serie, ma un riflesso delle paure e delle speranze di un mondo in evoluzione.