Recensione
Lou Von Salomé – Un biotpic su una femminista ante litteram
Pochi personaggi femminili sono diventati iconografici come Lou Andreas Salomé, scrittrice e musa di alcuni dei più bei nomi della cultura europea dell’epoca. Il film diretto da Cordula Kablitz-Post segue la vita di questa donna dalla sua infanzia, segnata dalla morte dell’amato padre, fino agli anni del nazismo che precedettero la sua morte.
Il film è un’opera prima che attraversa l’800 attraverso le vicende di quella che sarebbe diventata la prima psicoanalista del nuovo secolo.
La protagonista settantaduenne, in un momento in cui alcuni libri vengono dati alle fiamme, è quasi cieca ed è assistita amorevolmente da quella che appare come la sua domestica. L’arrivo del giovane Ernst Pfeiffe (Matthias Lier) la convince a realizzare le proprie memorie, che saranno la sua eredità morale e materiale.
Tutta la storia è raccontata con l’uso del flashback dai primi anni sereni alla perdita della fede, con la scomparsa prematura del padre. É lui il deus ex machina di quello che diventerà Lou, al contrario della madre che cercherà di farla diventare una brava moglie e madre di famiglia senza riuscirci.
Per tutta la durata della visione seguiamo la vita della protagonista in Russia (dove nasce e cresce), a Zurigo negli anni dell’università e poi via via a Roma, Berlino, per chiudere con Gottinga dove morirà.
La regista concentra gran parte dell’attenzione sul complesso rapporto che legò Lou ai due amici entrambi innamorati di lei Friedrich Nietzsche e Paul Rèe. Da questa relazione ne uscì malissimo il futuro autore di “Così parlò Zarathustra”, già borderline ma anche il secondo che secondo alcuni si suicidò. Gli altri uomini della sua vita furono l’unico marito che ebbe, l’orientalista Friedrich Carl Andreas, più anziano di lei e il poeta Rainer Maria Rilke che le fece scoprire le gioie del sesso per la prima volta dopo i 30 anni. Tutti loro furono letteralmente travolti da questa donna fortissima, affetta da un forte narcisismo, come dirà Freud dopo averla incontrata e avuta in analisi.
Lou Andreas-Salomé un viaggio nel tempo attraverso la vita di una ribelle in lotta contro le convenzioni
Il film di Cordula Kablitz-Post ci consegna un ritratto a tinte vivide di una donna indipendente, che rifiuta il matrimonio e i figli per salvare la sua autonomia. La narrazione, che fa continui salti temporali, risulta confusa proprio per questa ragione.
Lou è interpretata da differenti attrici nelle sue varie età, da Helena Piescke (bimba), Liv Lisa Fries (adolescente), Katharina Lorenz (adulta e infine da Nicole Heesters (anziana). Tutto questo, per quanto creativo sia appesantisce il film eppure, nonostante qualche imperfezione, “Lou Von Salomé” è un’opera importante grazie alla quale si può conoscere un personaggio divenuto cult.
Ivana Faranda
Trama
- Regia: Cordula Kablitz-Post
- Cast: Nicole Heesters, Katharina Lorenz, Liv Lisa Fries, Helena Pieske, Matthias Lier, Katharina Schüttler, Philipp Hauß
- Genere: Drammatico, Biografico, colore
- Durata: 103 minuti
- Produzione: Austria, Germania, 2018
- Distribuzione: Wanted Cinema e Valmyn
- Data di uscita: 26 Settembre 2019
Femminista ante litteram, audace, coraggiosa e intelligente: Lou Von Salomè sbarca nei cinema con il suo fascino da femme fatale, che ha stregato alcuni dei pensatori più in auge del tardo Ottocento. Da Nietzsche a Freud nessuno è stato in grado di resisterle.
Lou Von Salomè: scrittrice, psicoanalista e musa dei grandi filosofi
Arrivata alla rispettabile età di 72 anni, con una valigia piena di sogni realizzati e di esperienze fuori dal comune, Lou Von Salomè, pochi anni prima della sua scomparsa si ritrova a raccontare a uno dei suoi numerosi spasimanti la sua avventurosa vita. Una vita che Lou, fin da piccola, aveva giurato di consacrare alla filosofia, allo studio e a tutto ciò che fosse in grado di ampliare le conoscenze umane. Ribellandosi alle convenzioni sociali borghesi, con le quali era stata cresciuta, Lou si affermerà presto sullo scenario culturale europeo, godendo della fama di essere tra le psicoanaliste e filosofe donne più apprezzate di fine secolo.
Lou Von Salomè: la storia di una mente brillante rimasta nell’ombra
Nata da una famiglia di origine russa, immigrata in Germania negli anni ’60 dell’Ottocento, Lou dimostra, già da bambina, di essere più interessata allo studio e alla scrittura che alle buone maniere e al debutto in società. Curiosa e di spirito ribelle, Lou entra in contatto con le personalità più influenti del suo tempo, diventando musa e oggetto del desiderio di Nietzsche, Rée, Andreas, Rilke, Freud e molti altri ancora. Oltre ad essere ispiratrice, Lou è autrice di saggi e romanzi di successo, incentrati maggiormente su studi di psicoanalisi maschile, sulla sessualità femminile e su sofisticate ricerche filosofiche.
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