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Luca Argentero torna nel thriller “La coda del diavolo”: un viaggio nel mistero e nella tensione

Il nuovo film “La coda del diavolo”, con protagonismo di Luca Argentero, è pronto a incollare gli spettatori allo schermo. In questo thriller cupo e teso, l’attore piemontese abbandona i panni del dottore Andrea Fanti per vestire quelli del tormentato Sante Moras, imprigionato in una spirale di violenza e corruzione. Prodotto da Groenlandia e Vision Distribution e diretto da Domenico De Feudis, il film sarà disponibile in esclusiva su Sky e NOW a partire dal 25 novembre, portando sullo schermo una trama intricata che promette sorprese fino all’ultimo minuto.

Trama e atmosfera del film: un viaggio nell’oscurità

Ambientato in una Sardegna invernale, grigia e desolata, “La coda del diavolo” narra la storia di Sante Moras, un ex poliziotto che vive una vita segnata dalla tragedia e dal dolore. Dopo la perdita di una persona cara, Sante è ridotto a un’esistenza di debiti e solitudine, rimanendo intrappolato tra le mura del carcere dove lavora come agente penitenziario. Il suo unico rifugio dalla routine opprimente è una piccola barca, un ricordo del padre, che ha restaurato e che gli offre momenti di evasione.

Luca Argentero torna nel thriller “La coda del diavolo”: un viaggio nel mistero e nella tensione

La trama prende una piega drammatica quando un brutale omicidio scaturisce una serie di eventi inaspettati. La vittima, una ragazza scomparsa, manda in crisi non solo la comunità, ma anche la vita di Sante. La situazione si complica con l’arrivo del criminale accusato di averla uccisa, che viene consegnato al suo penitenziario. La sua custodia diventa per Sante l’innesco di un’inquietante sequenza di eventi. Un avvocato, in cambio di denaro, gli offre di prendere parte a un omicidio, proponendo di uccidere il detenuto. Moras rifiuta, solo per essere coinvolto in un incubo quando il detenuto viene trovato morto mentre lui è di guardia e addormentato.

La fuga di Sante, che nasce dalla sua volontà di dimostrare la propria innocenza, diventa una corsa contro il tempo. Con le forze dell’ordine all’inseguimento e senza alcun appoggio, Sante deve ricostruire gli eventi per scoprire la verità sul delitto e sulla sua colpevolezza apparente. L’intreccio si infittisce quando una brillante cronista, Fabiana Lai, deciderà di aiutarlo a illuminare il mistero. In questo labirinto di complotti e segreti, Sante deve affrontare non solo i suoi demoni interiori, ma anche il sistema corrotto che lo circonda.

La costruzione del personaggio: Sante Moras tra tenebra e redenzione

Sante Moras, interpretato da Luca Argentero, è un personaggio complesso e sfaccettato, simbolo di una lotta tra bene e male che si consuma all’interno di ogni individuo. L’analisi psicologica del protagonista è uno dei punti di forza del film. Moras, inizialmente visto come un antieroe, è spinto da necessità primarie e dalla disperazione, piuttosto che da una nobile ricerca di giustizia. La sua metamorfosi da un uomo distrutto a un detective astuto e risoluto offre spunti di riflessione sull’animo umano e sulla sua resilienza.

Luca Argentero si distacca dal suo solito ruolo di protagonista carismatico per addentrarsi nei meandri di una recitazione intensa e drammatica. L’attore, noto per il suo sorriso e il suo fascino, riesce a cristallizzare la sofferenza e l’inquietudine del suo personaggio, rendendolo credibile e viscerale. Sante non sorride mai, il suo volto è segnato dall’angoscia e dalla solitudine. Tuttavia, nel corso della narrazione, il personaggio evolve, cominciando a comprendere che la sua missione va oltre la ricerca della propria salvezza.

Nel suo viaggio interiore, Sante inizia a riprendere contatto con il poliziotto brillante che era un tempo, mostrando al pubblico le sue sfide e la lotta per trovare una verità più profonda. La sua interazione con la cronista Fabiana, interpretata da Cristiana Dell’Anna, aggiunge un ulteriore strato di complessità al film. La giornalista, con la sua mente acuta, intuisce che ci sono segreti più grandi da svelare, mettendo in evidenza la necessità della collaborazione per riportare alla luce la verità.

La coda del diavolo: un thriller avvincente e promettente

“La coda del diavolo” si distingue come un thriller avvincente, capace di mantenere alta l’attenzione dello spettatore attraverso un intreccio ben congegnato. La pellicola, in più di un’ora e mezza di tensione e colpi di scena, riesce a trasmettere un senso di febbrile urgenza e di inquietudine, tipico del genere noir. La narrazione, intricata e ricca di dettagli, racchiude molteplici livelli di lettura, facendo emergere la complicità e la corruzione che affliggono la società.

Il finale aperto del film lascia il pubblico con una sensazione di sospensione e di costante interrogativo, tipico degli storici noir. Questo non è solo un segnale di un eventuale sequel, ma rappresenta anche la complessità del messaggio che il film vuole trasmettere: il male è parte integrante della vita e difficilmente può essere completamente eradicato. L’abilità del regista e del cast nel creare una narrazione avvincente si riflette nel modo in cui i personaggi si evolvono, accompagnando lo spettatore in un percorso emotivamente carico.

Luca Argentero, al suo debutto in ruoli più drammatici, riesce a reggere il peso della narrazione, mettendo in evidenza le sfide e gli scontri sia internamente che esternamente. Gli spettatori possono aspettarsi una performance che esplora la solitudine e la lotta per la redenzione, elementi chiave per attrarre l’attenzione e l’empatia del pubblico.

Con “La coda del diavolo”, la Sardegna si fa palcoscenico di una storia che viaggia tra le ombre, rimanendo un thriller intenso e imperdibile, con promesse di scoprire segreti e complotti che continuano a infittire la trama. La pellicola si preannuncia come una delle nuove proposte più intriganti per i fan del genere, in attesa della sua uscita il 25 novembre su Sky e NOW.

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