Recensione
Riuscitissimo film indipendente italiano sull’importanza di seguire i propri sogni senza condizionamenti altrui
A chi è convinto che il cinema italiano non abbia più niente da offrire e che i film indipendenti siano ormai giunti al capolinea nel nostro Paese, sentiamo di segnalare il gioiellino di Federico Di Cicilia, “L’ultimo goal”.
Prodotto in crowdfunding grazie al contributo di tanti piccoli grandi finanziatori, “Invisibili” del regista di Avellino racconta la Campania di fine anni ’90 attraverso l’adolescenza di Peppino, ragazzino di un piccolo paese del Sud Italia, nato con la fortuna-sfortuna di avere un innato talento per il calcio. Il padre, ossessionato dal desiderio che il ragazzo diventi una promessa del pallone, fa di tutto perché venga data a Peppino la possibilità di essere notato da un procuratore, costringendo il figlio a trascurare la scuola per dedicarsi ogni giorno ad allenamenti sfiancanti e ignorando quali siano le sue reali ambizioni.
“Invisibili” è un film interessante e coinvolgente sotto tutti i punti di vista: contenutistici, tecnici e stilistici. A partire dalla scelta di utilizzare un paradosso per raccontare i ragazzi costretti a inseguire i sogni dei genitori: il futuro che Gennaro vorrebbe per il figlio è nel mondo del calcio, sport che tantissimi dei nostri ragazzi sognano di praticare da professionisti, e che invece proprio Peppino, che è molto portato, snobba.
Preferirebbe un futuro più semplice lui, che si emoziona per una partita in piazza con gli amici, ma non batte ciglio quando viene convocato per giocare su un campo regolamentare.
Come spiega esaustivamente il suo allenatore, Carmando, è questo il motivo del successo mancato del ragazzo: il talento privo di passione non porta a nulla. Di più: praticamente non è vero talento.
Invisibili: dal particolare all’universale, quando il Sud è espressione del mondo
Inizialmente in “Invisibili” si percepisce la volontà del regista e sceneggiatore Di Cicilia di fornire al pubblico uno spaccato della vita in un piccolo paesino del Sud da tanti punti di vista: quello del padre all’antica, che deve essere l’unico a lavorare in famiglia e sogna un futuro migliore per il figlio; quello della madre sottomessa, spenta, accantonata; quello del vecchio Carmando, costretto a raccontare bugie per non trovarsi davanti all’insoddisfacente realtà della propria vita; quello del giovane Peppino che vede i propri sogni distrutti senza essere stati mai neppure espressi. Tutto converge nel messaggio che al Sud sognare è una perdita di tempo poiché non c’è possibilità di cambiamento e ci si riduce ad aspettare qualcosa che non arriverà mai.
La verità però è che non si può ridurre questa pellicola alla sola dimensione geografica del Meridione perché “Invisibili” è chiaramente un film universale, incentrato sull’importanza di fare le proprie scelte seguendo il cuore, non lasciando che le aspettative altrui guidino la nostra vita.
Un’ottima sceneggiatura e una regia curata ed estremamente personale, fatta di primi pianissimi e frequenti cambi di prospettiva che facilitano l’entrata in contatto dello spettatore con i personaggi, valorizzano le preziose tematiche del soggetto, confermando la pellicola di Federico Di Cicilia come prodotto riuscitissimo.
Corinna Spirito
Trama
- Regia: Federico Di Cicilia
- Cast: Nello Mascia, Massimiliano Gallo, Renato Carpentieri, Nicola Capobianco, Gerardo De Vlasio, Daniela De Vita
- Genere: Drammatico, colore
- Durata: 85 minuti
- Produzione: Italia, 2013
Peppino è nato in un piccolo paese dell’Italia del Sud.
E’ soprannominato “Platini” fin da quando era bambino. Per questo veniva sempre scelto per primo quando si faceva la conta per formare le squadre, e per questo suo padre era convinto che sarebbe diventato un grande calciatore. Il suo allenatore e mentore, Carmando, lo aiuta nella preparazione atletica per inseguire il sogno del padre.
Ma non tutto va come sperato. Tra amori, infortuni, rivelazioni e crisi adolescenziali, uno spaccato della vita di provincia prima dell’euro.