“Luna Park” è una serie tutta italiana, rilasciata da Netflix il 30 settembre 2021 in tutti i paesi in cui è attiva la piattaforma. La serie dà visibilità internazionale ad un cast nostrano in cui tanti sono i giovani attori.
L’incipit è intrigante: un casuale incontro mette in contatto due ragazze, Nora e Rosa, che sembrano avere un legame non dettato dalla simpatia di un momento. Ambientato nel 1962, in un’Italia che non ha ancora dimenticato la guerra e fatica a trovare un nuovo equilibrio, “Luna Park” offre una carrellata di personaggi che ben dipingono l’affresco di un’epoca. Tre le famiglie attorno alle quali ruotano le vicende, due famiglie borghesi divise da contrastanti posizioni politiche, ed una terza famiglia, più allargata, di giostrai, proprietari del Luna Park in cui si svolgono parte delle vicende.
Tanti i temi che si accavallano attorno all’intreccio principale
In sei puntate di circa un’ora ciascuna assistiamo al veloce evolversi di vicende che si intrecciano, creando legami inaspettati tra i personaggi, in un frenetico dispiegarsi di una realtà ben diversa da quella che appare. L’ombra di colpe mai sopite, intrighi politici, dolori familiari, amori e inimicizie, esplodono in un marasma di avvenimenti che tengono viva la curiosità dello spettatore. Il perbenismo di facciata che nasconde più di uno scheletro negli armadi è un tema attualissimo, la strafottenza di chi ha il potere è anch’essa ancora di ‘moda’. Lo script calzerebbe anche nell’oggi, ma gli anni sessanta permettono di infondere a “Luna Park” un’accattivante patina retrò. Tra costumi bon ton e una certa ingenuità che caratterizza alcuni personaggi, il divario tra bene e male va crescendo, per giungere poi ad un finale che lascia il fiato sospeso.
Cosa funziona e cosa non va nella serie ideata da Isabella Aguilar
Il punto dolente della serie è una narrazione a volte troppo impostata, che fa perdere naturalezza al girato, ed un intreccio in cui forse si è osato troppo. Sono tante le storie che affiorano, ma non tutte raggiungono la completezza, lasciando un po di confusione in chi guarda. Il tutto viene compensato dalle performance interpretative, che in qualche maniera riescono ad amalgamare il racconto, rendendo “Luna Park” una serie godibile, da vedere tutta d’un fiato.
Nei panni di Nora, la giovane giostraia, abbiamo una bravissima Simona Tabasco, mentre ad interpretare Rosa abbiamo l’altrettanto brava Lia Grieco. Paolo Calabresi veste i panni di Tullio, padre di Rosa, uomo dai tanti misteri, che pian piano vede traballare il castello di carta che negli anni aveva costruito con menzogne e falsità. Decisamente in parte Tommaso Ragno nei panni di Antonio, papà di Nora, Vedovo, che ha speso tutta la vita per crescere la ragazza e tenere aperto il Luna Park. Nel cast anche Milva Mirigliano, Ludovica Martino, Guglielmo Poggi, Fabrizia Sacchi, Michele Bevilacqua, Lorenza Indovina, Edoardo Coen, Alessio Lapice, Matteo Olivetti, Giulio Corso, Alessandra Carillo e Gianfranco Gallo. Prodotto da Fandango, vede alla regia Leonardo D’Agostini e Anna Negri.
Maria Grazia Bosu