Recensione
L’uomo di neve – Recensione: adattamento debole del thriller di Nesbø
L’Uomo di Neve: un regista capace, l’adattamento di un romanzo cult, una storia sulla carta avvincente, un cast stellare… eppure qualcosa non ha funzionato.
A firmare la regia de “L’Uomo di Neve” (“The Snowman”), adattamento del settimo romanzo della saga ‘Harry Hole’ di Jo Nesbø, scrittore norvegese, è Tomas Alfredson, qui al suo terzo lavoro più importante.
Regista svedese conosciuto per i suoi precedenti “Lasciami entrare” e “La talpa”, entrambi successi di pubblico e critica, vincitori di numerosi premi e riconoscimenti, Alfredson mantiene anche in questo suo nuovo lavoro i toni cupi, nervosi e le ambientazioni nordiche e tempestose cui ci ha già abituato con l’horror d’esordio e lo spy-thriller successivo.
Dopo un prologo necessario ai fini della narrazione, le vicende si spostano come da romanzo, a Oslo. Mentre i primi fiocchi cadono, alcune donne spariscono nel nulla lasciandosi dietro misteriosi pupazzi di neve.
“L’uomo di neve” parte dalle indagini del detective Harry Hole (interpretato da Michael Fassbender, centratissimo nel ruolo da protagonista), a capo di una squadra speciale della polizia di Oslo incaricata di investigare su una serie di omicidi locali.
Con l’aiuto di una giovane recluta (Rebecca Ferguson), Hole ricostruisce i fili intricati di una storia che resterà poco chiara anche agli spettatori, per svelare il disegno nascosto che si cela dietro le frequenti sparizioni, prima che la neve torni a imbiancare le strade e cancelli ogni traccia dell’assassino.
L’Uomo di Neve: debole rispetto al romanzo, visivamente riuscito
Alfredson servendosi degli espedienti del ricordo e del rimando per immagini, tipici del genere, ci propone un soggetto non proprio originale, sicuramente più debole rispetto alla sua versione cartacea.
Pur partendo con i giusti presupposti, la narrazione corre velocemente e superficialmente verso la sua conclusione, difficile da digerire rispetto al tono generale del film: più nel come si susseguono le vicende in cui sono coinvolti i protagonisti, che nella visione. Gli intrighi, gli avvicendamenti su misteriosi sospetti vengono risolti frettolosamente, impedendo allo spettatore di entrare davvero in empatia con il protagonista che segue le indagini.
Due ore piene sono tante, per un thriller che dovrebbe garantire suspense e sussulti. Non mancano, ma sono centellinati, smorzati da risvolti involontariamente comici, tendendo facilmente ad affievolirsi. Nota positiva, a garanzia di quei pochi momenti di stupore, è la colonna sonora curata nei dettagli da Marco Beltrami.
Neppure la fotografia, vivida e fredda, come le ambientazioni della vicenda, riesce a restituire fino in fondo quella tensione emotiva tipica del thriller. Poco riescono a fare le bellissime immagini di una Oslo innevata, che sembrano sospese sul racconto, visivamente ben riuscito.
La responsabilità maggiore della piena riuscita del film è da ricercarsi soprattutto in una sceneggiatura che non lascia spazio ai suoi personaggi, mai indagati veramente, scandagliati nel loro profondo. Eppure “L’Uomo di Neve” da questo punto di vista, potendo anche contare su un cast eccellente e stellare, aveva tutte le potenzialità per farlo.
Gianluca Panico
Trama
- Titolo originale: The Snowman
- Regia: Tomas Alfredson
- Cast: Michael Fassbender, Rebecca Ferguson, Chloë Sevigny, Val Kilmer, J. K. Simmons, Charlotte Gainsbourg, James D’Arcy, Toby Jones, Jamie Clayton, Sofia Helin, David Dencik, Ronan Vibert
- Genere: Drammatico, Thriller, Colore
- Durata: 140 minuti
- Produzione: Gran Bretagna, 2017
- Distribuzione: Universal Pictures
- Data di uscita: 12 Ottobre 2017
“L’uomo di neve” racconta la storia di Harry Hole, un detective a capo di una squadra speciale della polizia di Oslo. Hole è incaricato di investigare sulla scomparsa di una donna, sparita durante la prima nevicata dell’inverno e la cui sciarpa rosa è stata trovata attorno a un pupazzo di neve dall’aspetto spettrale.
Il detective inizia a temere che sia nuovamente all’opera un serial killer particolarmente scaltro e, con l’aiuto di una giovane e brillante recluta, dovrà scavare attraverso casi irrisolti vecchi di decenni per tentare di trovarlo, sperando di riuscirci prima della nevicata successiva, che sancirebbe la morte di un’altra innocente.
Nei panni del detective Harry Hole, Michael Fassbender, l’attore dagli occhi magnetici che cavalca l’onda del successo, interpretando un ruolo dietro l’altro, da “Assassin’s Creed” a “Alien: Covenant”. Insieme a lui nel cast la svedese Rebecca Ferguson , già vista in “La ragazza del treno” e “Florence”, Val Kilmer, il supereroe pipistrello in “Batman Forever”, e Chloë Sevigny.
L’uomo di neve: il ‘giallo’ scandinavo di nuovo sul grande schermo
Il film è tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore norvegese Jo Nesbø, creatore del personaggio di Harry Hole, protagonista di ben dieci romanzi dello scrittore. La pellicola doveva essere diretta nel 2013 da Martin Scorsese, ma l’anno seguente il nome cambia ed ecco che Tomas Alfredson viene chiamato alla direzione de “L’uomo di neve”. Alfredson, regista di origine svedese, è conosciuto al pubblico per i suoi maggiori successi: “Lasciami entrare”, il pluripremiato film sui vampiri, e il candidato agli Oscar 2012 “La talpa” del genere spionaggio, con Gary Oldman, Tom Hardy e Colin Firth.