L’attore regista Louis Garrel e Laetitia Casta hanno incontrato la stampa in un salotto dell’Hotel romano St. Regis, in occasione della proiezione del suo primo film da regista “L’uomo fedele” al festival del cinema francese Rendez-Vous.
L’uomo fedele: dolcezza crudeltà e risate in una storia vera
Il film è la rielaborazione personale di ciò che il regista Louis Garrel conosce meglio, ovvero l’idea del cinema francese. Un piccolo gioiello sentimentale, ma non sentimentale, come afferma lui stesso, nato dalla collaborazione con il suo idolo fin da bambino Jean-Claude Carriere, sceneggiatore di spicco, che vanta collaborazioni con Milos Forman e Luis Buñuel, un personaggio molto spirituale, che lavora sulla nuda realtà e non sul romanticismo e proprio questo suo stile di scrittura ha creato contrasti in fase di elaborazione a quattro mani.
E così, ispirandosi alle grandi opere patriottiche di Truffaut e Sautet, è nata una commedia a tinte dai toni thriller dove il desiderio principe era costruire ogni scena con una grande sorpresa, partendo dall’incipit della pellicola.
L’attrice principale Laetitia Casta, compagna anche del regista nella vita, parla del suo personaggio, denso di sfumature, molto definito, ricco di empatia e generosità, che riesce a distaccarsi dal senso di colpa che dà il via alle scene, puntando l’accento proprio sulla bellezza, per una donna, di non avere alcun pentimento, nella vita come nel film.
Garrel sottolinea, assieme alla Casta, come nei lungometraggi d’amore di adesso manchi la realtà, l’aderenza alla vita vissuta, risultando così artificiosi e frutto di irrealtà creata ad hoc, citando una frase di Renoir il regista, secondo cui va realizzato ciò che si conosce, motivo per cui i film sentimentali appartengono ai francesi che hanno una tradizione a partire da Racine e i film violenti agli americani perchè hanno letto Shakespeare.
E anche la stessa attrice dichiara di amare le pellicole che parlano d’amore, con ambiguità e mistero specialmente nei personaggi femminili, senza alcun intento puramente commerciale, ma solo di pura intensità delle sfumature.
L’uomo fedele: le conseguenze dell’amore
Il regista evidenzia la violenza che emerge nel suo film come frutto della mutevolezza dei sentimenti, che sono così versatili da diventare violenti, improvvisi, secondo le sue stesse parole “un racconto delle placche tettoniche dell’amore, tsunami ed eventi collegati”.
Parla poi del ruolo maschile nella sua pellicola, partendo dalla sua infanzia e dalla familiarità ad essere circondato da donne decisioniste, piene artefici del proprio destino, come il ruolo della Casta, che ricorda empiricamente quello di una regina, come Cleopatra, ma che in tutta risposta fa notare come sia una maniera dell’uomo per prendere il potere, quello di non avere iniziativa e lasciare la decisione alla donna e sottolinea comunque, anche in merito alla sua vita privata, che va messa una distanza tra la vita ed il cinema e che, in base all’esperienza da modella, ha capito che la fotografia è come un film muto, a cui poi va aggiunta la voce e altro.
In chiusura di conferenza, prima di salutare la sala stampa, Garrel e la Casta ricordano anche la giovanissima co-protagonista, Lily-Rose Depp, oramai attrice affermata, anche se giovane a tal punto da far sentire lo stesso regista “un vecchio”, indicando come cardine della pellicola proprio la dichiarazione di guerra di Eve, interpretata da Lily-Rose a Marianne appunto, vista come saggezza e maturità che si contrappone alla passione e l’esuberanza nel grande gioco che è la vita.
Chiaretta Migliani Cavina