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Lutto nel giornalismo radiofonico italiano: scomparso Giuseppe Carrisi, storica voce del GR3

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Una notizia che ha scosso profondamente il panorama del giornalismo italiano è la scomparsa di Giuseppe Carrisi, storica voce del Giornale Radio Rai e caposervizio del GR3. La sua morte, avvenuta nelle ultime ore, è stata annunciata l’11 aprile attraverso le edizioni del GR e da un toccante comunicato dell’UsigRai, il sindacato dei giornalisti Rai. Carrisi, noto per la sua passione per l’Africa, è stato descritto dai colleghi come un professionista attento e gentile, la cui mancanza si farà sentire profondamente. La sua famiglia, composta dalla moglie Simona e dai figli Alessandro e Leonardo, ha ricevuto numerosi messaggi di cordoglio.

La reazione della redazione del GR3

La notizia della scomparsa di Giuseppe Carrisi ha colto di sorpresa e con grande tristezza i membri della redazione del GR3. I colleghi, visibilmente provati, hanno voluto rendere omaggio alla sua carriera e alla sua umanità. Durante l’edizione condotta da Danilo Tolardo e Maria Rosaria Villivà, i due giornalisti hanno chiuso la diretta con la voce rotta dall’emozione, sostenendosi a vicenda per dare l’ultimo saluto a un amico, prima ancora che a un collega. Carrisi era considerato uno dei professionisti più esperti e sensibili della redazione, un uomo che ha saputo unire l’impegno giornalistico con la passione per la documentazione e la scrittura.

La carriera di Giuseppe Carrisi alla Rai

Giuseppe Carrisi ha avuto una carriera lunga e variegata all’interno della Rai. Ha lavorato in diverse redazioni, tra cui il GR Parlamento e l’editing del GR2, ma è stato nella redazione Esteri che ha lasciato un segno indelebile. La sua dedizione per la sensibilizzazione sulle condizioni di vita nei Paesi in via di sviluppo, in particolare in Africa, ha caratterizzato il suo lavoro. Carrisi non si limitava a riportare notizie, ma cercava di approfondire e raccontare le storie di sofferenza e speranza che si celano dietro i fatti. Questa passione lo ha portato a diventare anche documentarista e scrittore, portando alla luce realtà spesso trascurate.

I reportage e le opere di Carrisi

Nel corso della sua carriera, Carrisi ha realizzato numerosi reportage da zone di conflitto, tra cui Palestina, Sierra Leone, Uganda e Repubblica Democratica del Congo. Con onestà e delicatezza, ha raccontato le tragedie del nostro tempo, cercando di dare voce a chi spesso rimane inascoltato. Tra le sue opere più significative si annovera il volume “Kalami va alla guerra“, dedicato al fenomeno dei bambini soldato, che ha ispirato il documentario “Kidogò, un bambino soldato“, presentato al Giffoni Film Festival. Carrisi ha anche diretto “Voci dal buio“, un racconto che mette a confronto i giovani affiliati alla camorra con i loro coetanei congolesi, e la docufiction “Zarema e le altre“, che affronta il drammatico tema delle “vedove nere” in Cecenia.

L’eredità di Giuseppe Carrisi

Giuseppe Carrisi ha lasciato un’impronta significativa nel panorama del giornalismo italiano, con opere che hanno avuto un forte impatto sociale e culturale. Libri come “Tutto quello che dovresti sapere sull’Africa e che nessuno ti ha mai raccontato“, che gli è valso il Premio Fregene per la saggistica, e “Gioventù camorrista” e “La fabbrica delle prostitute“, editi da Newton Compton, riflettono la sua instancabile volontà di denunciare ingiustizie e dare voce a chi non ce l’ha. La sua scomparsa rappresenta una perdita incolmabile per il Giornale Radio Rai e per il giornalismo in generale, lasciando un vuoto difficile da colmare. La memoria del suo impegno e della sua passione per la verità continuerà a vivere attraverso il suo lavoro e le sue opere.

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Cesare Onda

Cesare Onda

Sono Cesare Onda, redattore appassionato di gossip, serie TV, film e programmi televisivi. Amo raccontare curiosità, analisi e dietro le quinte del mondo dello spettacolo, tenendoti sempre aggiornato sulle ultime tendenze e novità

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