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Lynch/Oz (2022)

 

Lynch/Oz (2022)

Recensione

Lynch/Oz: un viaggio nell’immaginario del regista di Missoula

Non è un film per tutti “Lynch/Oz” del documentarista svizzero Alexandre O. Philippe, che usa “Il Mago di Oz” come medium per entrare nella cinematografia di David Lynch. Il doc è diviso in sei piccoli film, ognuno con un addetto ai lavori che guarda il soggetto dal suo punto di vista.

A dar il proprio contributo concorrono la critica Amy Nicholson e i registi cineasti: Rodney Ascher, John Waters, Karyn Kusama, il duo Justin Benson-Aaron Moorhead e David Lowery.

É cosa nota che Lynch sia da sempre quasi ossessionato da questa storia di L. Frank Baum del 1900 nata per i bambini. Si parte dall’archetipo di Dorothy, la bimba interpretata da Judy Garland e diretta in varie fasi da André de Toth (due settimane), George Cukor (tre giorni), Victor Fleming (quattro mesi, prima di correre sul set di “Via col vento”) e King Vidor (dieci giorni per le scene del Kansas).

Ne parlano ossessivamente i protagonisti di “Cuore selvaggio” , Lula e Sailor giovani amanti in fuga dalla madre crudele della ragazza che gli ha sguinzagliato dietro il killer psicopatico Bobby Peru. Del resto, la loro storia è un viaggio (proprio come quello di Dorothy) in un mondo fatto di magia e orrore. E in entrambi c’è sia la strega buona, che quella cattiva. Quest’ultima è uccisa accidentalmente dalla bambina dopo che un vento fortissimo l’ha portata nel magico mondo di Oz. Sono della morta malvagia le scarpette rosse, che la proteggono da tutti i pericoli (ma lei non lo sa). E le possiede anche Lula, che le fa battere tre volte (come Dorothy), per fuggire idealmente da Bobby in un hotel di quarto ordine.

There is no place like Home: la casa di Dougie/aka Cooper in “Twin Peaks 3”

Per tutta la storia, la ragazzina e i suoi tre strani amici vuole tornare a casa in un altro luogo e un altro tempo. Per farlo dovrà affrontare diverse prove e arrivare dal potente mago che altro non è che un ciarlatano. É quello che chiede anche lo stralunato Dougie in un casinò di Las Vegas dove appare, sembra, dal nulla.

Anche il viaggio durato venticinque anni di Cooper per salvare Laura Palmer è come quello di Dorothy in un universo parallelo, dove alla loggia nera si contrappone quella bianca.

Le analogie tra le due storie sono fortissime, com’è palese che il risveglio della bambina circondata dai suoi cari nella fattoria in Kansas è né più né meno il sogno incubo di Betty/Diane, giovane in cerca di gloria. Evidentemente, l’universo lynchiano è molto più cupo di quello di Baum. Ma cinema nel cinema, dobbiamo ricordare che per la giovane star di Hollywood Judy Garland il set di Oz fu un vero incubo, che potrebbe prendere le sembianze del barbone orrendo sognato da uno dei personaggi di “Mulholland Drive”. E Judy è un personaggio citato ma mai visto in “Twin Peaks 3” da Jeffries (David Bowe) in una strana apparizione a Cooper. Queste riflessioni sono solo una piccola parte degli spunti del documentario di Philippe, che in realtà può apparire come un bignami su Mr. Lynch. Buona l’idea ma non convince il risultato.

Tanto più, che “Il mago di Oz” è la classica storia de “Il cammino dell’eroe” cui s’ispira la settima arte per la sceneggiatura. “Lynch/Oz” è un critofilm, un film che parla di film, che non vola alto più di tanto nei contenuti.

Ivana Faranda

 

Lynch/Oz (2022)

Trama

  • Regia: Alexandre O. Philippe
  • Cast: Rodney Ascher, Justin Benson, Karyn Kusama, Aaron Moorhead, Amy Nicholson, John Waters
  • Genere: Documentario
  • Durata: 108 minuti
  • Produzione: USA, 2022
  • Distribuzione: Wanted

Lynch/Oz schedaLynch/Oz” è un documentario presentato alla 17°Festa del Cinema di Roma nella sezione Freestyle, dopo aver esordito con successo al Tribeca Film Festival.

Lynch/Oz: la trama

Il regista svizzero analizza come l’opera di David Lynch sia stata influenzata dal grande classico di Hollywood del 1939 “Il mago di Oz” di Victor Fleming con una giovanissima Judy Garland. L’autore di “Twin Peaks” ha detto più volte come la sua carriera cinematografica ha preso ispirazione da questa strana storia, da “Cuore selvaggio” a alla sua serie tv culto.

Il film è diviso in sei capitoli accompagnati da guide d’eccezione nella settima arte. Un viaggio nella cultura americana all’insegna del sogno e degli incubi.

L’autore

Phillippe ha girato nella sua carriera diversi documentari sui film più importanti della storia del cinema, da “Memory:The Origins of Alien” sulla saga di Alien a “Psycho” con “78/52: Hitchcock Shower Scene”, passando per “The People vs. George Lucas” .

Trailer

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