Recensione
Madres Paralelas: il tema della maternità in un film che vorrebbe accendere i riflettori sul passato
Due donne, due maternità, due storie a confronto. La matura Janis, professionista affermata, e la giovanissima Ana si incontrano in ospedale, in sala travaglio. Entrambe stanno per partorire per la prima volta, entrambe sono single, ma mentre Janis è felice e non vede l’ora di abbracciare la figlioletta, Ana appare confusa. Comincia così quasi per caso un legame tra le due neomamme che metterà a dura prova la stabilità emotiva di entrambe.
Il film però non è solamente la storia di Janis e Ana, la loro vicenda è inserita tra le maglie di una Storia più grande, quella della Spagna contemporanea.
Per Almodóvar è importante che la Spagna faccia i conti con la propria storia
Una Spagna che ha cominciato dal 2007, quando fu promulgata la legge Zapatero sulla Memoria Storica, a fare i conti coi fantasmi del franchismo. Fin dal 1936, l’inizio della Guerra Civile, processi farsa e esecuzioni sommarie insanguinarono il paese, migliaia di persone furono prelevate dalle case, strappate all’affetto dei propri cari e fucilati. Sepolte in tutta fretta in improvvisate fosse comuni, spesso scavate dagli stessi sventurati, queste vittime ancora aspettano una degna sepoltura. Anche dopo la morte di Franco, nel 1975, la conseguente amnistia ha posto una pietra sopra qualsiasi possibilità di richiesta di giustizia. Oggi, a 45 anni dalla morte del dittatore e circa 80 dai crimini commessi, svanita ormai la possibilità di mettere alla sbarra eventuali criminali di allora, si cerca almeno di restituire i resti dei morti ai loro discendenti.
Un film ben costruito seppur con qualche difetto
Almodóvar come al solito non delude gli aficionados, regalandoci un film ben congegnato, teso e dal gran ritmo. Un sapiente uso delle musiche mantiene l’attenzione ben desta in ogni circostanza; le due ore della pellicola scivolano via velocemente. Se dobbiamo proprio cercare dei difetti li individuiamo in alcuni passaggi della sceneggiatura: senza rivelare troppo, certi sviluppi della vicenda, a tratti drammatica, che lega le due donne, sono un po’ scontati. Troppo schematica la divisione della narrazione, con la ricerca della memoria degli anni della guerra civile che apre e chiude il film, e con la vasta parte centrale occupata dalle vicissitudini di Janis e Ana.
Un plauso alle due attrici protagoniste, le ‘madri imperfette’, come le ha definite lo stesso regista, Penelope Cruz e la giovane Milena Smit. Ritroviamo la sempre affascinante Aitana Sánchez-Gijón, madre di Ana e portatrice di una maternità differente, accompagnata dalle attrici-feticcio di Almodóvar, la simpatica Rossy De Palma e la toccante Julieta Serrano.
Daniele Battistoni
Trama
- Regia: Pedro Almodóvar
- Cast: Penélope Cruz, Rossy De Palma, Aitana Sánchez-Gijón, Julieta Serrano, Milena Smit, Israel Elejalde
- Genere: Drammatico, colore
- Durata: 120 minuti
- Produzione: Spagna, 2021
- Distribuzione: Warner Bros Italia
- Data di uscita: 28 ottobre 2021
“Madres Paralelas” è stato il film d’apertura in Concorso alla 78ª Mostra del Cinema diretto da Pedro Almodóvar, grazie al quale Penélope Cruz ha ottenuto la Coppa Volpi.
Madres Paralelas: la trama
Due donne molto diverse tra loro in procinto di partorire dividono la stessa stanza di ospedale. Janis e Ana sono entrambe singles e aspettano un bimbo non cercato. Janis (Penélope Cruz) la più matura assiste la giovane Ana (Milena Smith) in una lunga notte tra i corridoi di un ospedale. Tra di loro si creerà un profondo legame.
Un film sulla maternità di un regista che ha esordito a Venezia nel 1983
“Nasco come regista proprio a Venezia nel 1983 […] nella sezione Mezzogiorno Mezzanotte. Trentotto anni dopo vengo chiamato a inaugurare la Mostra. Non riesco ad esprimere la gioia, l’onore e quanto questo rappresenti per me senza cadere nell’autocompiacimento. Sono molto grato al festival per questo riconoscimento e spero di esserne all’altezza”. Così ha dichiarato il regista spagnolo all’annuncio di aprire la kermesse veneziana.
C’è un legame speciale tra lui e la Mostra del cinema. Nel 1983 ha fatto il suo debutto internazionale con “L’indiscreto fascino del peccato” e nel 2019 ha ricevuto il Leone d’Oro alla carriera da Barbera. In questo film in Concorso dirige la sua attrice feticcio Penélope Cruz, una delle tre madri della storia. Le altre sono Milena Smit e Aitana Sánchez-Gijón. Il personaggio maschile di questa storia tutta al femminile è Israel Elejalde. Appaiono in un cammeo Julieta Serrano e Rossy de Palma, tra le attrici iconiche del suo film più noto “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”.
Pedro Almòdovar il cineasta che ha raccontato la Spagna della Movida e della rinascita
In tutti i suoi lavori Pedro Almòdovar ha raccontato con toni agrodolci l’universo femminile dando vita a personaggi che sono entrati nella storia. In particolare ha messo al centro dei suoi film la figura materna vista da punti di vista completamente atipica. Basti ricordare quelle di “Tutto su mia madre” . Ha diretto molto spesso Penèlope Cruz in ruoli talvolta drammatici ma anche in più leggeri come nel recente “Gli amanti passeggeri”.
Trailer