Recensione
Maledetto Modigliani: un docufilm su un artista che ha lasciato il segno nell’arte
Amedeo Modigliani, nato a Livorno nel 1884, muore a Parigi a soli 35 anni in miseria per tubercolosi, malattia che lo affligge da sempre. Gli è accanto la sua compagna e musa Jeanne Héburterne. La giovane donna è in attesa del secondo figlio e non reggerà al dolore per la scomparsa del suo amore. Si suiciderà due giorni dopo.
Valeria Parisi ricostruisce la breve ma intensa esistenza di un uomo definito maledetto, un’etichetta che non si meritava. Di lui si parla molto per i suoi eccessi alcolici e per il suo amore per le donne. In realtà, le cose non stavano proprio così. Amedeo è stato un uomo colto ed elegante che ha innovato l’arte contemporanea con i suoi nudi scandalosi all’epoca e diventati adesso preziosissimi.
Maledetto Modigliani: il ritratto di un uomo geniale
La narrazione parte tutta dal racconto in prima persona di Jeanne, che simbolicamente si affoga in una bacinella. La sua voce narrante inizia a descrivere l’incontro con Amedeo, che le avrebbe regalato “un collo di cigno”. Il collo lungo, del resto, è il tratto inconfondibile dei ritratti femminili dell’artista, insieme agli occhi vuoti senza pupille. Questa particolarità dei suoi dipinti proviene dall’attrazione di Modigliani per le maschere africane che, al pari di Picasso, amava e inseriva a modo suo nei dipinti.
L’artista è raccontato dallo storico d’arte Marc Restellini, dal falsario che ne ha dipinto diversi quadri e non ultimo da Paolo Virzì regista livornese doc. Per quanto Amedeo fosse diventato parigino a tutti gli effetti, non dimenticò mai la sua città d’origine. Quello che viene fuori dal film è un uomo affascinante nonostante i suoi eccessi, che poi erano nella norma nel suo ambiente.
Fu legato a tre donne: la prima Anna Achmatova, una celebre poetessa russa, che voleva essere chiamata “poeta”; la seconda, Beatrice Hastings, una giornalista inglese di passaggio a Parigi; infine, arrivò Jeanne anche lei pittrice, il suo grande amore.
In “Maledetto Modigliani” vediamo lui giovane e stiloso accanto a Jean Cocteau, Picasso, ai suoi collezionisti mecenati e al mercante d’arte Léopold Zborowski che gli garantì la sopravvivenza negli ultimi anni di vita.
Il film di Valeria Parisi, già autrice di diversi documentari d’arte ha una regia rigorosa e pulita e restituisce a Modigliani una dignità, riconoscendone il genio.
Andrea Racca
Trama
- Regia: Valeria Parisi
- Genere: Documentario, Colore
- Produzione: Italia, 2020
- Durata: 85 minuti
- Distribuzione: Nexo Digital
- Data di uscita: 12 ottobre 2020
A 100 anni dalla scomparsa di Modì, l’artista livornese viene celebrato in un docu-film “Maledetto Modigliani” diretto da Valeria Parisi scritto insieme ad Arianna Marelli su un soggetto di Didi Gnocchi e prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital.
Maledetto Modigliani: trama e produzione
“Maledetto Modigliani”, questo il titolo del film, racconta e presenta la vita e l’arte di Amedeo Clemente Modigliani nato a Livorno nel 1884 e morto, a causa di una meningite, a Parigi nel 1920. Figura centrale del Novecento, Modigliani ha saputo inserirsi in un contesto artistico in grande fermento, caratterizzato dalle avanguardie che hanno profondamente rivoluzionato il mondo dell’arte, grazie a quel fascino dannato, e senza tempo, che si manifesta in modo così marcato nel suo stile.
La narrazione si sviluppa a partire da un passo de i “Canti di Maldoror” (1869), poema epico in prosa di Isidore Lautréamont Ducasse, un libro di grande ispirazione per Modigliani che lo portava sempre con sé . Il racconto è incentrato sul punto di vista di Jeanne Hébuterne, musa e compagna dell’artista. Jeanne, incapace a sopravvivere alla morte dell’amato, si suicidò, al nono mese di gravidanza, il giorno dopo la morte di Modigliani.
Tanti gli interventi di storici dell’arte, direttori di musei, esperti e galleristi. Tra questi Marc Restellini curatore della mostra “Modigliani – Picasso. The Primitivist Revolution”, allestita tra il settembre 2021 e il gennaio 2022 all’Albertiana di Vienna.
Pier Francesco Ferrucci racconta la storia intorno alla “beffa delle teste” ovvero l’idea, nata come scherzo insieme ai suoi tre amici, di scolpire una scultura imitando lo stile di Modì e il cui ritrovamento nel 1984 sconvolse il mondo dell’arte.
“Maledetto Modigliani” è solo uno dei tanti lavori di 3D Produzioni e Nexo Digital dedicati all’arte e al suo immaginifico mondo, come “Klimt & Schiele – Eros e Psiche” (2018), “Gauguin a Tahiti. Il paradiso perduto” (2019) e “Ermitage. Il potere dell’arte” (2019), vincitore del Nastro d’Argento come Miglior Documentario d’arte nel 2020. Maximilien Zaganelli e Dmitry Myachin firmano la colonna sonora, dopo aver scritto le musiche di “Ermitage. Il potere dell’arte”.
Trailer