Marilyn Manson, noto per il suo controverso stile di vita e carriera musicale, ha deciso di abbandonare la causa per diffamazione intentata contro l’attrice Evan Rachel Wood. Questo sviluppa un caso che ha suscitato notevole interesse mediatico e sociale, evidenziando le accuse di violenza e molestie sessuali contro la rockstar. La vicenda ha acceso un intenso dibattito sulla responsabilità degli artisti e sull’importanza di ascoltare le voci delle vittime di abusi. L’atto legale, avviato nel marzo 2022, si è rivelato un tentativo fallito di Manson di riabilitare la propria immagine dopo le gravi accuse mosse nei suoi confronti.
L’abbandono della causa e il risarcimento
Marilyn Manson, il cui vero nome è Brian Warner, ha deciso di fare un passo indietro dopo che il tribunale ha valutato le sue richieste come infondate. Questo esito ha portato a una condanna pubblica della sua azione legale, che il suo avvocato Michael Kump ha descritto come una “trovata pubblicitaria” volta a screditare l’attrice e i suoi accusatori. Secondo Kump, il tentativo di Manson di intimidire Wood non è andato a buon fine, sottolineando che il tribunale ha riconosciuto la mancanza di basi nella causa. A seguito della decisione, Manson è stato obbligato a versare oltre 327.000 dollari a Evan Rachel Wood per le spese legali sostenute, un fatto che conferma la fragilità della sua posizione legale.
La decisione di abbandonare la battaglia legale rappresenta, quindi, non solo un colpo per la reputazione di Manson, ma anche un’importante vittoria per Wood e per le numerose vittime che trovano difficile far sentire la propria voce in situazioni analoghe. Il risarcimento, seppur economico, assume una valenza simbolica in un contesto in cui le accuse di violenza e molestie sessuali sono sempre più sotto i riflettori.
La storia delle accuse
L’origine delle accuse contro Manson risale al 2021, quando Evan Rachel Wood ha deciso di esporre pubblicamente le violenze subite durante la loro relazione, che si è protratta tra il 2007 e il 2010. Durante quel periodo, Wood aveva solo 19 anni, mentre Manson era un artista molto affermato, il che solleva interrogativi sulla dinamica di potere nella loro relazione. Wood ha descritto il trattamento ricevuto come “orribile” e ha chiarito che Manson l’aveva “adescata”, segnalando un potenziale modello di abuso sistematico.
Il tema delle violenze domestiche e delle molestie sessuali ha guadagnato ulteriore visibilità grazie alla testimonianza di Wood a una commissione del Congresso, dove ha condiviso la sua esperienza di abusi senza rivelare il nome del presunto aggressore. Le sue affermazioni hanno reso il caso una questione di rilevanza pubblica, attirando l’attenzione dei media e del pubblico su un problema così critico e complesso.
Risonanza mediatica e il documentario “Phoenix Rising”
Nel 2022, la situazione è stata ulteriormente accentuata dalla presentazione del documentario in due parti “Phoenix Rising”, che esplora le accuse di abusi e violenza sessuale contro Manson. Questo film ha avuto un impatto notevole, debuttando al Sundance Film Festival e successivamente su HBO, nonostante i tentativi di Manson di fermarne la diffusione. L’opera ha rappresentato un’importante piattaforma per Wood e per le altre vittime di abusi, fornendo loro un’ulteriore opportunità per raccontare le loro esperienze e sensibilizzare il pubblico su queste tematiche.
La presentazione di “Phoenix Rising” ha messo in luce la gravità delle accuse contro Manson, contribuendo a una narrazione più ampia sui comportamenti abusivi nel settore dell’intrattenimento. La rockstar si è trovata a dover affrontare una reputazione danneggiata, mentre il pubblico e i media continuavano a prestare attenzione alle accuse mosse da Wood e da altre ex partner. La copertura di pretendenti esami e testimonianze ha dato voce a chi, per troppo tempo, era rimasto in silenzio, rendendo questo caso un caso emblematico nel panorama contemporaneo delle violenze di genere.