Un uomo d’affari si trova faccia a faccia con una sconosciuta che afferma di essere la sorella del suo migliore amico. Questo è l’incipit intrigante della pièce “Appuntamento a Londra“, scritta dal celebre scrittore peruviano Mario Vargas Llosa, vincitore del premio Nobel per la Letteratura nel 2010. La rappresentazione, diretta da Carlo Sciaccaluga, avrà luogo al Teatro Sala Umberto di Roma dal 4 al 6 novembre, e promette di essere un’esperienza che mescola tensione e comicità. La protagonista, Lucia Lavia, in un’intervista delinea i contorni di un personaggio complesso e le dinamiche di un’opera che invita a riflettere.
Il mistero di Maddalena, la sconosciuta
Nella rivisitazione della pièce, il personaggio che in origine si chiamava Raquel è stato trasformato in Maddalena. Lavia descrive la sua Maddalena come uno “spiritello dell’aria”, una figura enigmatica che busserà alla porta dell’uomo d’affari, costringendolo a confrontarsi con un dramma del suo passato. Attraverso questo personaggio, Vargas Llosa esplora il tema della memoria e della colpa, regalando allo spettatore un afresco che si tinge di mistero e introspezione.
Maddalena non è semplicemente una nemesi, ma simboleggia anche il lato oscuro di ogni individuo. La sua presenza mette in discussione le verità interiori dell’uomo e lo costringe a fare i conti con le proprie scelte. La complessità del rapporto tra i due personaggi si rivela fondamentale per comprendere le dinamiche psicologiche che attraversano la trama. In questo modo, l’opera si trasforma in un interrogativo esistenziale, lasciando al pubblico la possibilità di riflettere su tematiche universali legate all’essere umano.
L’interpretazione espressiva di Lucia Lavia
Carlo Sciaccaluga, regista della pièce, ha scelto di affidare a Lucia Lavia un registro interpretativo fortemente espressivo. Durante l’intervista, Lavia si è detta entusiasta di poter utilizzare un approccio quasi espressionista, portando sul palcoscenico una teatralità che intende onorare la tradizione teatrale. Questa scelta stilistica si snoda attraverso una caratterizzazione che la stessa Lavia definisce “un po’ sopra le righe”, avvicinandosi così a una forma d’arte che richiede coraggio e autenticità.
Lavia affronta il suo personaggio con passione, affermando che non giudica il lavoro dei suoi colleghi che potrebbero preferire stili più moderni. Per lei, il teatro è un modo per mantenere viva la tradizione, una missione che porta avanti con orgoglio. Il suo percorso artistico è chiaramente influenzato dalla sua famiglia, noti protagonisti del panorama teatrale italiano, i genitori Gabriele Lavia e Monica Guerritore.
La famiglia e il rapporto con il teatro
Cresciuta in un ambiente ricco di stimoli artistici e culturali, Lavia ha assorbito fin da piccola l’“aria del teatro”. Questa incubazione culturale ha indubbiamente forgiato il suo approccio alla recitazione. La giovane artista ha affermato di aver appreso moltissimo dai suoi genitori, ma ha anche sottolineato che, pur avendo una solida formazione alla loro ombra, ha scelto di intraprendere la propria strada e di allontanarsi da loro artisticamente per un decennio.
Quando si parla del lavoro della madre in “Inganno”, la serie Netflix dove interpreta una donna sessantenne innamorata di un uomo più giovane, Lavia si dimostra orgogliosa e colpita dal coraggio di sua madre di affrontare temi complessi e spesso tabù. La capacità di affrontare questioni di genere con autenticità è una delle qualità che il teatro, e in particolare le opere di Vargas Llosa, sanno mettere in luce, rendendo tali rappresentazioni fondamentali per la società contemporanea.
La singolarità del testo e citazioni poetiche
Il testo di Vargas Llosa si distingue per la sua struttura onirica e i dialoghi incisivi, capaci di attrarre e sorprendere il pubblico. La rappresentazione si sviluppa in un contesto inusuale: un uomo d’affari, caratterizzato da una mentalità chiusa e da pregiudizi, si trova a dover affrontare una figura femminile che stravolge la sua esistenza. La presenza di Maddalena diviene così un catalizzatore che libera il personaggio principale dai suoi demoni interiori e lo riporta a un confronto emotivo con se stesso.
Non è solo la trama a colpire, ma anche le citazioni che arricchiscono l’opera. Tra queste, i versi del poeta Walt Whitman, “I sing the body electric”, che Lucia Lavia recita durante lo spettacolo. Questi versi celebrano la bellezza e la potenza del corpo umano, offrendo un inno alla vita che si sposa perfettamente con i temi dell’opera, conferendo un ulteriore livello di profondità e riflessione.
Lavia e la sua visione dell’arte e della vita
Lucia Lavia ha chiarito il suo approccio nei confronti del corpo e dell’arte. La giovane attrice cerca di stabilire un equilibrio tra mente e corpo, pienamente consapevole dei limiti e delle imperfezioni che caratterizzano entrambi. In un’epoca in cui la società tende a promuovere un’immagine idealizzata, la ricerca di autenticità e verità diventa fondamentale. In questo contesto, Lavia ha scelto di rinunciare ai social media, prediligendo la concentrazione sulla recitazione e l’affermazione di un’identità personale al di fuori delle aspettative imposte dalla rete.
Il teatro quindi si presenta come un rifugio sacro dove l’arte non è solo una rappresentazione, ma diventa l’essenza di una vita vissuta intensamente, dove il tempo e lo spazio si fondono. Questo approccio permette a Lavia di immergersi completamente nella sua arte, creando un legame autentico tra il pubblico e la performance. Con l’avvicinarsi delle date di rappresentazione, l’attesa si fa palpabile, promettendo un’esperienza teatrale che non mancherà di catturare l’attenzione e il cuore dello spettatore.