Maurizio Carucci, frontman della celebre band Ex-Otago, presenta il suo debutto letterario intitolato “Non esiste un posto al mondo”, edito da HarperCollins. L’opera narra di un viaggio a piedi che attraversa l’Appennino piemontese-ligure lungo la Val Borbera, fino a Milano. Questo racconto non è solo un resoconto di un percorso geografico ma si configura anche come un’analisi profonda della condizione umana e delle fragilità contemporanee. Attraverso la sua scrittura, Carucci si mette alla prova in modo nuovo, allontanandosi dalle consuete dinamiche della musica per esplorare le sfumature più intime del suo personale viaggio.
Un cammino che va oltre il fisico: l’itinerario di Carucci
Il cammino intrapreso da Maurizio Carucci e dalla sua compagna Martina nel 2018 è un’esperienza che abbraccia non solo la fatica del camminare, ma un’attenta riflessione sulla vita e sul mondo. Partito dall’Appennino, il percorso si snoda attraverso boschi silenziosi, pittoreschi borghi e strade trafficate che punteggiano il tragitto verso Milano. Questo viaggio si rivela un’opportunità per connettere il presente con il passato, per esplorare le origine e le motivazioni che spingono una persona a mettersi in cammino. Così, Carucci dovrà fare i conti non solo con il panorama che lo circonda, ma anche con i ricordi della sua infanzia trascorsa nel quartiere di Marassi a Genova.
Nel testo, il cantautore racconta di come, attraverso il movimento e l’osservazione, sia riuscito a “unire i puntini” della sua vita e delle esperienze accumulate negli anni. La scrittura diventa un rifugio e un mezzo per fare ordine nei pensieri e nei sentimenti, consentendogli di affrontare questioni esistenziali profonde.
Un’epoca di vulnerabilità: riflessioni sulla società contemporanea
Il titolo del libro, “Non esiste un posto al mondo”, suggerisce una mancanza di riferimenti stabili e sicuri nella società contemporanea. Carucci medita sul disagio esistenziale dei nostri giorni, sul sentirsi vulnerabili in un periodo in cui solo apparente solidità sembra regnare. Nel suo racconto, l’autore sottolinea che, sebbene ci sia la percezione che ogni esigenza possa trovare una risposta o una soluzione, in realtà ciò che manca non sono i luoghi, ma un senso di compiutezza, che troppo spesso è relegato all’esperienza individuale.
Questa vulnerabilità diventa, quindi, un tema centrale per Carucci, il quale si sente in sintonia con coloro che condividono questa sensazione di smarrimento. La sua esperienza di cammino è paragonabile a un tentativo di recuperare un livello di autenticità in un mondo che spesso sembra spingerci verso una percezione superficiale della vita e delle relazioni.
Musica e parole: la dualità dell’artista
Nonostante la sua recente esperienza letteraria, Carucci chiarisce che la musica rimane al centro della sua vita artistica. Mentre scrive il suo libro, egli non si sente di poter essere definito uno scrittore in senso convenzionale; piuttosto, la sua scrittura è un’esplorazione dei temi e degli stati d’animo che da sempre lo accompagnano. Per lui, la musica e la scrittura coesistono in una sorta di dualità, dove ogni forma artistica offre uno spazio unico per esprimere le proprie emozioni.
Inoltre, Carucci ha collaborato con il regista Filippo Rossi per portare sul palcoscenico un nuovo spettacolo, un’ulteriore espressione della sua versatilità come artista. Con l’uscita di un disco solista e il ritorno al lavoro con gli Ex-Otago, il musicista si prepara a affrontare le sfide di un panorama musicale in continua evoluzione, consapevole dei cambiamenti e delle nuove esigenze del pubblico.
Un’idea ricorrente nel discorso di Carucci è quella di mantenere un’attitudine positiva e determinata, evidenziando che, sebbene i riflettori non siano sempre puntati su di loro, ci sarà sempre un seguito affezionato e pronto a sostenere la loro arte. L’importante è continuare a scrivere e a creare, mantenendo viva la passione per la musica.