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Mauro Corona: la vita di un alpinista e scrittore tra successi e dolori

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Mauro Corona, noto scrittore e alpinista, si racconta in un’intervista a Il Giorno, rivelando dettagli intimi e personali in vista dell’uscita del docufilm “La mia vita finché capita”, previsto per il 5 maggio. Con la sua schiettezza caratteristica, Corona esplora il suo passato e le sfide che ha affrontato, rivelando un uomo complesso, segnato da esperienze di vita difficili e da una ricerca costante di significato.

Un’infanzia segnata dalla solitudine

La storia di Mauro Corona inizia in un contesto di grande difficoltà. Cresciuto in una famiglia di venditori ambulanti, l’autore descrive la sua infanzia come un periodo di privazioni emotive e materiali. «Eravamo orfani con i genitori viventi», afferma, sottolineando la mancanza di affetto e stabilità. La sua nascita avvenne in circostanze particolari: «Sono stato partorito sul carretto dei miei, venditori ambulanti, per le strade di montagna. Era il 1950». Queste parole rivelano un’infanzia priva di calore familiare, con un padre che si preoccupava più della sua assenza che della sua presenza.

La figura materna è centrale nel racconto di Corona. Ricorda il momento in cui sua madre lo abbandonò: «L’ho vista saltare su un furgoncino rosso: avevo 6 anni, tornò che ne avevo 13». Questo trauma ha segnato profondamente il suo sviluppo emotivo e la sua visione della vita. La mancanza di affetto materno è un tema ricorrente, e l’immagine di sua madre che sorride solo in una foto rappresenta un simbolo di ciò che non ha mai avuto.

Il peso del successo e la ricerca di libertà

Con l’età adulta, Mauro Corona ha raggiunto una certa notorietà, ma questo successo non è privo di costi. «Ho ottenuto quello che avrei voluto da giovane: un po’ di notorietà, ma adesso mi sta pesando», confessa. La fama, che per molti potrebbe sembrare un traguardo, per lui si trasforma in un fardello. La sua personalità schietta e le sue opinioni senza filtri lo hanno reso un personaggio pubblico, ma Corona desidera tornare alla semplicità della vita tra i monti, lontano dai riflettori.

Nel docufilm a lui dedicato, il tema del lavoro come distrazione dalla paura della morte emerge in modo chiaro. «Lavoro per non spararmi», afferma, evidenziando come l’impegno e la creatività siano per lui un modo per affrontare le angosce quotidiane. La sua vita è una continua lotta tra il desiderio di isolamento e la necessità di esprimere se stesso attraverso la scrittura e l’alpinismo.

La lotta contro la dipendenza

La vecchiaia porta con sé nuove sfide, e per Mauro Corona, affrontare il passare del tempo non è semplice. «Avere una certa età vuol dire avere un’età incerta. Arrivano dubbi, insicurezze», spiega. In questo contesto, l’alcol diventa un tema delicato. Corona ammette di aver avuto difficoltà con il vino e sta cercando di cambiare le proprie abitudini. «L’alcol tira fuori l’aggressività», dice, rivelando una consapevolezza dei propri limiti e delle proprie battaglie interiori.

La sua ricerca di tranquillità è una sorta di remissione dei peccati, un tentativo di affrontare i demoni personali. «Sto cercando di combattere col demonio. È una partita persa ma almeno provo a battagliare», afferma, mostrando una determinazione a non arrendersi nonostante le avversità. La lotta contro la dipendenza è un tema ricorrente nella sua vita, e la sua volontà di affrontare questi problemi è un segno della sua resilienza.

Mauro Corona, con la sua vita ricca di esperienze e sfide, continua a essere una figura di riferimento nel panorama culturale italiano, un uomo che, nonostante le difficoltà, trova sempre il modo di esprimere se stesso e di affrontare le sue paure.

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Fede Petrini

Fede Petrini

Sono Fede Petrini, laureato in lingue e amante del mondo dello spettacolo. Mi appassionano gossip, programmi TV, cinema e serie TV, che esploro con entusiasmo e curiosità.

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