Recensione
Maze Runner – La Rivelazione – Recensione: azione e effetti speciali compensano elementi confusi della trama
Con “Maze Runner- La Rivelazione” si conclude la saga dei tre film di avventura ambientati in una realtà distopica e basati sui romanzi di James Dasher. L’autore ha comunque già scritto due prequel che sicuramente hanno attirato le attenzioni dei produttori, visto che le prime due pellicole, “Maze Runner – Il Labirinto” e “Maze Runner – La Fuga” hanno incassato più di 300 milioni di dollari ognuna.
La trama ripropone gli elementi tradizionali della realtà distopica che tanto, e forse troppo, attrae le giovani generazioni per motivi facilmente intuibili. In “Maze Runner – La Rivelazione” il pianeta è stato devastato da eruzioni solari che non solo gli ha dato connotati post apocalittici, sia nelle realtà urbane che extraurbane, ma ha anche reso possibile la genesi di un virus che ha causato un’epidemia di una grave malattia contagiosa denominata l’Eruzione. Chi la contrae inizia una mutazione, che inizialmente porta alla comparsa di angiomi venosi spaventosi, visibili sulla pelle; per poi degenerare in pazzia, aggressività e cannibalismo in perfetto cliché zombi, qui chiamati “spaccati”.
Questo terzo episodio segue le vicende di un gruppo di ragazzi, denominati radurai, che sembrano essere immuni al virus: sfuggiti al controllo di una fantascientifica oligarchia, ora la sfidano apertamente. Non manca nessuno degli ingredienti del racconto distopico. In un mondo degradato, tra post-industriale e post-catastrofe ambientale i radurai, con nobili sentimenti e un’etica esemplare, sfidano un’oligarchia asserragliata in una città high-tech fortificata da titanici bastioni. Vi regna una sorta di totalitarismo dai dubbi comportamenti, sia politici sia scientifici.
Le modalità con le quali si studiano le cure per il virus hanno connotati di tortura e violenza sia fisica che psicologica, chiaramente indirizzata verso i radurai immuni. Quello che sicuramente attrae gli adolescenti, i giovani, e crediamo anche i bambini, alla visione di queste vicende sembra sia proprio l’evidenza che, in una ipotetica società del futuro, poco si è evoluto nei comportamenti umani e negli schemi sociali. La realtà distopica ripropone, a volte in maniera simbolica a volte in maniera realistica, elementi delle nostre società con l’aggiunta di tutta una serie di percezioni che si hanno nei nostri giorni, soprattutto se si ha una naturale tendenza all’interpretazione complottista. Il gruppo dei giovani ribelli dimostra nelle proprie azioni un forte senso di solidarietà. Ognuno dei radurai è pronto all’azione estrema e al sacrificio per salvare la vita di un compagno.
Maze Runner – La rivelazione: deludenti prove attoriali e trama carente
È sicuramente nelle scene d’azione che in “Maze Runner – La rivelazione” più si è impegnata la produzione per renderle straordinariamente credibili. I radurai sono coinvolti in imprese estreme utilizzando molteplici mezzi di locomozione, vecchie jeep, treni antiquati, aerei futuristici e pullman scolastici. Scene ad alta velocità sono magistralmente riprese con carrellate infinite e riprese aeree dandoci costantemente una suspense che toglie il respiro.
Il regista Wes Beel e prima di lui anche l’autore del libro James Dusher sembra che si siano occupati soprattutto di inserire nelle loro creazioni quegli elementi che attirano i giovani affezionati a questo tipo di finzione. Ma anche tra i giovanissimi esiste quello spirito critico che farà loro storcere il naso per le incongruenze nella trama, ci troviamo in una realtà fantascientifica, è vero, ma in alcune scene i protagonisti hanno dei comportamenti totalmente irreali, le rappresentazioni della società oligarchica e del suo apparato scientifico presentano molteplici ingenuità e superficialità.
Tutti gli attori donano delle prove recitative pressoché nulle, al punto da indurci a pensare che la totale mancanza di mimica o espressività sia una scelta voluta. Senza minimamente esagerare possiamo affermare che uno stesso attore non cambia la sua sfingea posa quando bacia la sua amata o quando ha ricevuto una pallottola nell’addome. Persino Patricia Clarkson nel ruolo della algida Ava Paige, dirigente della ricerca scientifica nei laboratori del palazzo dona una performance decisamente mediocre. Potremmo aggiungere che i giovani attori non sembrano essere stati scelti neanche per un mero pregio estetico, se non fosse per la graziosa Kaya Scodelaro nel ruolo di Teresa e il protagonista della vicenda Dylan O’Brien nel ruolo d Thomas. Quest’ultimo inespressivo quanto e forse più di tutti gli altri possiede un appeal e una profondità nello sguardo che sicuramente gli faranno proseguire una degna carriera cinematografica.
Senza citare come termina nei fatti, evidenziamo però che nel finale vengono proposti una serie di eventi e di affermazioni scontati e ancora una volta fortemente irreali persino per la realtà immaginaria dell’ideazione. Si esce dalla sala facendo fatica a ricordare le pregevoli scene d’azione e i ben realizzati e visionari paesaggi post-apocalittici.
Marco Marchetti
Trama
- Titolo originale: Maze Runner: The Death Cure
- Regia: Wes Ball
- Cast: Aidan Gillen, Dylan O’Brien, Rosa Salazar, Jacob Lofland, Giancarlo Esposito, Nathalie Emmanuel, Barry Pepper, Lili Taylor
- Genere: Azione, colore
- Durata: 142 minuti
- Produzione: USA, 2018
- Distribuzione: 20th Century Fox
- Data di uscita: 1 febbraio 2018
“Maze Runner – La Rivelazione” è la pellicola diretta da Wes Ball e tratta dal terzo libro dalla serie di romanzi di genere fantascientifico distopico dello scrittore statunitense James Dashner e distribuito dalla 20th Century Fox. È l’ultimo capitolo della trilogia di film dedicati alle vicende di Thomas e dei suoi compagni, un gruppo di ragazzi presenti al risveglio del protagonista, in una misteriosa ‘Radura’ circondata da tre pareti grigie.
Thomas, ormai disilluso, è ben conscio di non potersi assolutamente fidare delle malvagie personalità all’interno della C.A.T.T.I.V.O., l’organizzazione segreta che continua a tenere sotto controllo ogni mossa del protagonista e degli altri ragazzi della Radura, sopravvissuti anche alla terribile prova del Labirinto. A detta della società, le menzogne ormai sono finite, assieme alle prove a cui i giovani sono stati sottoposti; mentre i ricordi, come promesso, sono stati ripristinati.
Le menti dell’organizzazione, inoltre, sostengono di aver raccolto tutta la documentazione di cui necessitavano ma di aver bisogno, ancora una volta, del gruppo per un’ultima difficilissima missione: trovare una cura definitiva per l’Eruzione, il terribile virus che, se contratto, porta alla follia.
Qualcosa di inatteso, però, mette i bastoni tra le ruote alla C.A.T.T.I.V.O.; nessuno degli uomini dell’organizzazione, infatti, avrebbe potuto prevedere che i ricordi di Thomas si sarebbero spinti ben oltre quanto si potesse sospettare, addirittura arrivando a conoscere la verità.
Ora il ragazzo ne ha l’assoluta certezza: niente di quello che è stato detto fino ad ora può essere creduto, ma bisognerà fare molta attenzione riguardo alla strategia da attuare per assicurare la sopravvivenza sua e del gruppo, perché la verità nasconde più pericoli della menzogna.
Maze Runner – La Rivelazione, l’incidente di Dylan O’Brien
Le riprese del film “Maze Runner – La Rivelazione”, si erano bloccate per un lungo periodo, a causa di un’incidente avvenuto proprio sul set ai danni dell’attore ventiquattrenne e protagonista Dylan O’Brien; il giovane, infatti, era stato investito da una macchina durante le riprese a Vancouver, riportando gravi ferite e fratture varie. Proprio per tale motivo la pellicola ha slittato di quasi un anno la data prevista per la sua uscita nelle sale cinematografiche.
Trailer
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