Recensione
Mi chiamo Francesco Totti: un atto d’amore nei confronti del capitano della Roma
Capitano e non ex capitano, perché nel cuore dei romanisti Francesco Totti al momento è l’unico e il solo capitano. Infascelli confeziona un documentario gradevole sul campione romano, che si avvale di una nutrita quantità di video privati del fuoriclasse, che lo mostrano da bambino fino ai nostri giorni. Gli appassionati avranno l’opportunità di vedere un Totti poco più che neonato alle prese, in una spiaggia del litorale, con un pallone molto più grande di lui.
Con la voce fuori campo dello stesso calciatore che racconta la sua storia sportiva e non solo, il pubblico può guardarlo muovere, da piccolo, i primi passi in un campo di calcio. Per arrivare poi alla Lodigiani e poi in categorie superiori, che lo porteranno ad essere uno dei giocatori più apprezzati al mondo.
Infascelli offre al pubblico un racconto genuino
Quello che mostra Infascelli è un uomo autentico, circondato costantemente dagli affetti più cari, che ha avuto sempre accanto a sé gli amici di sempre, e la fede in Dio. Sullo schermo abbiamo a che fare con un uomo che sa riconoscere il suo valore sul campo ma anche i suoi difetti, soprattutto quella permalosità che l’ha portato a compiere sul rettangolo calcistico cose delle quali non va fiero. Gesti poco eleganti, come lo spintone al suo preparatore atletico, per i quali ha fatto e fa ammenda pubblica.
Dietro alla macchina da presa c’è lo stesso amore per il particolare e per il cogliere l’attimo di verità, che hanno permesso ad Infascelli di creare quel capolavoro che è “S is for Stanley”, e fanno di “Mi chiamo Francesco Totti” un prodotto altrettanto valido.
Un documentario emozionante come un biopic di finzione
La bravura del regista sta nel riuscire a dare un’anima pulsante a ciò che racconta, forse perché unisce alle sue competenze l’amore per ciò che narra. I movimenti di macchina sono ampi, coinvolgenti, e ben si sposano con il susseguirsi di filmati familiari e video di Tg o trasmissioni sportive.
“Mi chiamo Francesco Totti” racconta il Totti calciatore e il Totti uomo, in un mix di privato e pubblico che ci porta dalle vacanze al mare a Torvaianica all’addio al calcio allo Stadio Olimpico il 28 maggio del 2017. Passando per lo scudetto, i mondiali, il matrimonio, i figli. È un racconto emozionante che coinvolge non solo i tifosi della Roma, ma chiunque sia appassionato di calcio, o chiunque ami l’arte filmica del regista, che con una cifra stilistica mai sopra le righe, riesce a dare un’anima a tutto ciò che racconta.
Peccato che alla presentazione all Festa del Cinema di Roma come Evento Speciale il fuoriclasse non abbia potuto partecipare, affranto per il dolore per la recente perdita del padre.
Maria Grazia Bosu
Trama
- Regia: Alex Infascelli
- Cast: Francesco Totti
- Genere: documentario, colore
- Durata: 101 minuti
- Produzione: Italia, 2020
- Distribuzione: Vision Distribution
- Data di uscita: 19 ottobre 2020
“Mi chiamo Francesco Totti” è un film tratto dal libro “Un Capitano” scritto da Francesco Totti con Paolo Condò, edito da Rizzoli.
Mi chiamo Francesco Totti: la trama
Nella notte che precede il suo addio al calcio, Francesco Totti rivive tutta la sua vita: dall’infanzia in via Vetulonia e i primi calci a un pallone per strada, fino alla gloria, passando per i tanti successi e le tante paure che hanno contrassegnato i suoi venticinque anni con la stessa maglia. Un viaggio straordinario in quarant’anni di ricordi, famosi e inediti, del Totti sportivo e del Francesco uomo.
Non mancano, infatti, accenni ai più importanti momenti della sua vita fuori dal campo: i primi passi con mamma Fiorella e papà Enzo, gli episodi col fratello Riccardo e il cugino Angelo, il matrimonio da favola con Ilary Blasi, la nascita dei figli, il divertimento con gli amici di sempre.
Come se rivedesse il tutto proiettato su uno schermo, il Capitano si emoziona e fa emozionare gli spettatori, non solo tifosi romanisti.
Francesco Totti: una vita da Capitano
Francesco Totti, nato a Roma il 27 settembre 1976, è uno dei più noti e forti giocatori del calcio italiano nonché uno tra i migliori al mondo della propria generazione. Inizia a giocare a calcio all’età di sette anni, nella Fortitudo.
Nel 1989, indossa per la prima volta la maglia giallorossa nei Giovanissimi regionali. Successivamente, passa agli Allievi nazionali, finché, il 28 marzo 1993, a Brescia, esordisce in serie A, con la maglia numero 10.
È il capitano della Roma per nove stagioni, dal 1998 al 2017, vincendo uno scudetto (2000-2001), due Supercoppe italiane (2001 e 2007) e due Coppe Italia (2006-2007 e 2007-2008). Intanto veste con orgoglio anche la maglia azzurra della Nazionale, con la quale diviene campione del mondo la sera del 9 luglio 2006, quando, a Berlino, l’Italia sconfigge la Francia ai rigori.
Totti è al secondo posto nella classifica dei marcatori di Serie A di tutti i tempi e detiene il record di gol realizzati in campionato nella stessa squadra. È stato premiato ben 5 volte, record assoluto, dall’AIC come miglior calciatore italiano, e incluso nel 2004 dalla FIFA nella lista dei più grandi giocatori viventi. Nel 2018, inoltre, è il primo calciatore italiano a vincere il Laureus World Sport Award della carriera.
Il 28 maggio 2017, gioca l’ultima partita della sua carriera allo stadio Olimpico.
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