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Michel Piccoli: addio all’icona del cinema francese e attore feticcio di Ferreri e Buñuel

Il grande attore francese, Michel Piccoli si è spento a 94 anni. Nella sua lunga carriera è stato diretto da importanti registi internazionali, tra cui gli italiani Marco Ferreri e Nanni Moretti.

Michel Piccoli, il volto del miglior cinema francese

Michel Piccoli morte

Michel Piccoli: addio all’icona del cinema francese e attore feticcio di Ferreri e Buñuel

Michel Piccolì è morto il 12 maggio a 94 anni a causa di un ictus cerebrale nella sua residenza di Saint-Philbert-sur-Risle. La notizia è stata trasmessa oggi dalla famiglia, che ha dichiarato che il grande artista si è spento tra le braccia della moglie, Ludivine, circondato dall’affetto dei figli Inord e Missia.

Uomo colto e riservato, Michel Piccoli nasce a Parigi nel 1925 da una coppia di musicisti e attraversa quasi un secolo. Il suo esordio risale al 1945 con “Silenziosa minaccia”, diretto da Christian-Jaque.

Amico intimo del filosofo Jean Paul Sartre, si è sempre interessato di politica e ha sostenuto pubblicamente il Partito Socialista Francese.

Nel marzo 2007 è stato tra i firmatari di un appello a favore di Ségolène Royal alle presidenziali.

Nella sua lunga carriera ha recitato per tutti i grandi registi francesi del suo tempo, da Jean Renoir a Buñuel e Godard. Per il primo ha lavorato in tutti i suoi capolavori, iniziando un sodalizio artistico nel 1956 con “La selva dei dannati”. Negli anni a venire è stato interprete di ben otto film del regista, compresi i cult “Bella di giorno”, “Il fascino discreto della borghesia” e “Il fantasma della libertà”.

Nel 1963, Michel inizia a lavorare con il creatore della Nouvelle Vague: Godard lo dirige in “Il disprezzo” con una giovanissima Brigitte Bardot in una rilettura cinematografica del romanzo di Moravia.

Jean Aurel nel 1964 gli regala il ruolo di un collezionista di donne in “La calda pelle”, film erotico con Anna Karina. Nel 1966 divide il set con Jane Fonda nella pellicola di Roger Vadim “La calda preda”.

L’incontro con il cinema italiano rappresentato dai migliori registi del nostro tempo

Scoperto dal cinema italiano, Michel Piccoli, prima di diventare il feticcio di Ferreri, recita in “Diabolik” del 1967 con il maestro dell’horror Mario Bava. Con “Dillinger è morto” del 1969, l’attore francese inizia la proficua collaborazione con Ferreri. Nel film interpreta un uomo di successo che, sposato con una splendida Anita Pallemberg e sommerso dal suo vuoto esistenziale, trova una pistola con cui uccide la moglie prima di farsi assumere come cuoco su una barca. Michel riempie letteralmente lo schermo, in una storia grottesca che racconta l’uomo contemporaneo in crisi.

Con Ferreri girerà diversi lavori, tra cui “La grande abbuffata” del 1974 con Ugo Tognazzi, Marcello Mastroianni e Philippe Noiret, storia di quattro amici che decidono di chiudersi in una villa e di uccidersi con il cibo. Una trama bizzarra e carica d’inquietudine con una sola grande protagonista femminile Andrea Ferreol.

L’ultima pellicola che vede insieme Ferreri e Piccoli è il futuristico “L’ultima donna” del 1976 con Ornella Muti. La performance di Michel in “Salto nel vuoto” di Bellocchio, gli vale nel 1980 una Palma d’Oro come Miglior Attore. Nel 1984 arriva il debutto dietro la macchina da presa con “Train de nuit” di cui è anche interprete.

Nel corso della sua lunga carriera, Piccoli non ha solo lavorato per mostri sacri ma anche per piccoli registi emergenti e di nicchia come Bertrand Bonello e Leo Carax, per il quale recita in “De la guerre” (2008) e “Holy Motors” (2012). Nel 2011, l’attore è protagonista indiscusso di “Habemus Papam” di Nanni Moretti, una prova autoriale che resterà per sempre nella settima arte.

Lorenzo Buellis

18/05/2020

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