Recensione
Moonlight – Recensione: una riflessione intensa sul diventare adulti
“Moonlight” di Barry Jenkins ha inaugurato l’undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, raccontando quando sia difficile a volte trovare il proprio posto nel mondo.
La pellicola di Jenkins è una dolorosa riflessione su quanto sia difficile affermare se stessi e realizzare le proprie aspirazioni, soprattutto se ciò che ci circonda è distante dalla nostra essenza.
Moonlight: una pellicola che spreca la storia che narra
“Moonlight” è un racconto di sofferenza e solitudine, in cui a Chiron viene completamente negata la spensieratezza dell’infanzia: il ragazzo cresce senza una vera guida, costretto spesso ad autodeterminarsi anche quando non dovrebbe, portato dalle circostanze ad indirizzare la sua vita dove forse non avrebbe voluto.
Peccato che il film non decolli mai, perdendosi in schematizzazioni e dilatando alcuni momenti fino all’inevitabile sbadiglio di chi guarda. Il protagonista lotta col mondo e con se stesso, ma la pellicola non rende giustizia al suo travaglio interiore, svilendo la potenzialità del racconto.
Tante sono le pellicole che raccontano la difficoltà del diventare adulti e dell’accettare la propria sessualità, riproporre un percorso tanto battuto implicava qualche sforzo in più, per dare alle vicende quell’originalità necessaria a render vivo il racconto.
Peccato, un’occasione sprecata per Jenkins, ed un inizio della kermesse romana decisamente sotto tono.
Maria Grazia Bosu
Trama
- Regia: Barry Jenkins
- Cast: Ashton Sanders, Mahershala Ali, Naomie Harris, Janelle Monáe, Andre Holland, Trevante Rhodes, Jharrel Jerome, Edson Jean, Alex R. Hibbert, Jaden Piner
- Genere: Drammatico, colore
- Durata: 110 minuti
- Produzione: USA, 2016
- Distribuzione: Lucky Red
- Data di uscita: 23 febbraio 2017
“Moonlight” è la settima pellicola da regista per Barry Jenkins, ispirata all’opera teatrale “In Moonlight Black Boys Look Blue di Tarell Alvin McCraney” e candidata a ben 8 premi Oscar, vincitrice di ben 3 sezioni, ovvero Miglior film, Miglior attore non protagonista (a Mahershala Ali) e Miglior sceneggiatura non originale allo stesso Jenkins e Tarell Alvin McCraney.
Il film è un ‘romanzo di formazione’ incentrato su Little, un ragazzino di 10 anni con una vita problematica: vive in un quartiere periferico di Miami dove l’abuso di stupefacenti è la normalità, a scuola subisce spesso atti di bullismo e a casa convive con una madre immersa nel mondo della droga.
Trova rifugio in casa di Juan e Teresa, dove, sebbene parli poco, può trovare le risposte alle domande che più lo caratterizzano. Chiron, questo il suo vero nome, chiamato da tutti ‘piccoletto’, è infatti diverso dai suoi coetanei: nero fra i neri, non condivide la loro arroganza e aggressività, è omosessuale (anche se non lo dice) e non sa vivere il proprio non-essere.
Moonlight: una pellicola di formazione sullo sfondo dell’omosessualità
La volontà di non adeguarsi lo rende un ribelle, facendolo finire in prigione. Uscito Black è diverso, apparentemente diverso giacché resta sempre lui: un perenne lottatore alla ricerca del proprio senso e del proprio posto nel mondo.
Il regista Barry Jenkins schematizza il percorso di maturazione di Chiron in tre capitoli ben distinti (come l’opera teatrale), che mostrano i momenti più importanti dell’infanzia, della giovinezza e dell’età adulta del ragazzo, la fatica della sopravvivenza, la ricerca della propria strada. Ad ogni fase della sua esistenza corrispondono differenti attori che ne interpretano il personaggio.
La pellicola, distribuita da Lucky Red, esce nelle sale italiane il 23 febbraio.
Trailer