- Regia: Deniz Gamze Ergüven
- Cast: Erol Afsin, Günes Sensoy, Doga Zeynep Doguslu, Elit Iscan, Tugba Sunguroglu
- Genere: Drammatico
- Durata: 94 minuti
- Produzioni: Francia, 2015
- Distribuzione: Lucky Red
- Data di uscita: 29 ottobre 2015
“Mustang”: quando il cinema riesce a coniugare l’intrattenimento con la denuncia sociale
Siamo in Turchia, in un villaggio che si affaccia sul mare, è l’ultimo giorno di scuola e i ragazzi, al suono dell’ultima campanella, salutati gli insegnanti, giocano e si divertono sulla spiaggia come dovrebbero poter fare i loro coetanei in ogni parte del mondo. Ma seguiamo più da vicino un gruppetto di questi giovani, e scopriamo ben presto che si tratta di cinque sorelle, orfane e cresciute dalla nonna, che vivono in una bella casa immersa nel verde, ci sembra di osservare uno spaccato di vita di qualsiasi ragazza che attraversa, o si sta per affacciare, all’età dell’adolescenza. Ben presto il paesaggio cambia, l’innocente gioco dell’ultimo giorno di scuola diventa cagione di umilianti prevaricazioni da parte degli adulti della famiglia. Uno zio sopra gli altri si distingue per povertà mentale e per la perseveranza con cui cerca di tarpare continuamente le ali alle nipoti; i jeans e le magliette che indossano all’inizio, come tutte le ragazze della loro età, cedono il posto ai “vestiti color cacca” che indossano le adulte della comunità.
Con gli occhi della sorella più piccola, Lale, vediamo l’accogliente casa che le aveva viste crescere libere negli anni dell’innocenza, trasformarsi lentamente, ma inesorabilmente, in prigione; vengono progressivamente loro tolte tutte le libertà, viene riconosciuto solo il dovere di doversi sposare, naturalmente assecondando la scelta imposta dalla famiglia. Persino la scuola viene sostituita con corsi di economia domestica, mentre l’educazione sessuale è affidata alle pagine di un libercolo fatto leggere di nascosto poco prima delle nozze.
“Mustang”: una cineasta al primo lungometraggio che mostra un indiscutibile talento
È triste riconoscere che, quanto narrato con soavità e una punta d’ironia dalla eccellente regista turca, qui al suo primo lungometraggio, ancora corrisponde a realtà in un paese che da anni si sta prodigando per ottenere il sospirato ingresso in Europa, ma l’Europa, anzi l’Occidente, finisce a Istanbul, non solo geograficamente. La città viene vista ed evocata durante il film dalle ragazze come si trattasse per noi di New York, o della Luna. Solo nella città meno turca della Turchia è possibile godere per una donna degli stessi diritti delle donne occidentali, durante il film più volte è spiegato che le coercizioni cui sono sottoposte le sorelle sono fuori dalla legge dello stato, ma seguono la cultura medievale dell’interno rurale del paese.
Non è possibile oggidì che in un paese che si dichiara civile la metà della popolazione sia discriminata solo perché donna, anche opere come questo film possano contribuire a denunciare agli occhi del mondo le contraddizioni che ancora oggi dilaniano un paese per altri versi meraviglioso come la Turchia. Non è semplice far cambiare mentalità a un popolo, specialmente se questi si fa scudo della religione per sostenere e mantenere i propri privilegi, compito di chi governa è soprattutto quello di migliorare le condizioni di chi si rappresenta, di tutti, anche della parte femminile. La comunità internazionale, i nostri governanti, noi stessi, abbiamo il dovere di fare la nostra parte, per esempio potremmo condizionare la cooperazione e gli investimenti internazionali all’applicazione in tutto il territorio della Turchia delle leggi a tutela della metà più debole della società.
“Mustang”: un film turco che rappresenterà la Francia nella corsa agli Oscar
Deniz Gamze Ergüven immerge completamente lo spettatore nel mondo delle ragazze, interpretate egregiamente da un gruppo di giovani attrici, scelte dopo una lunga selezione. La macchina da presa non ci fa osservare, ma ci catapulta accanto alle sfortunate sorelle, con una delicatezza ed un’eleganza di cui pochi registi sono dotati.
Complimenti alla Francia, che ha scelto “Mustang” per rappresentare il paese nella corsa all’Oscar, nonostante sia un film girato in Turchia, da una regista turca e completamente parlato in turco.
Daniele Battistoni