Recensione
Nati 2 volte: un messaggio importante
Realizzare un film che abbia a che fare con argomenti molto lontani dalla propria esperienza personale non è mai un’impresa facile. Spesso si rischia, infatti, di scadere negli stereotipi o di arrivare a un prodotto finale privo di quella sincerità necessaria a ogni pellicola che voglia far emozionare lo spettatore. Lo sa bene questo Pierluigi Di Lallo, il regista di “Nati 2 volte”, che con la sua consapevolezza è riuscito a restare umile senza rinunciare a una storia che l’aveva affascinato.
La pellicola è la trasposizione di una vicenda reale che ha avuto come protagonista un ragazzo transgender italiano e da cui Di Lallo ha cercato di ricavare un senso di autenticità. Durante il film non si ha mai l’impressione di star vedendo una parodia, non ci sono battute di cattivo gusto e il percorso di accettazione di Maurizio viene trattato con la giusta serietà, illuminata da sprazzi di benvenuta ironia grazie alla presenza di Marla, sua cara amica interpretata dall’attrice transgender Vittoria Schisano.
In un’Italia in cui persistono ancora pregiudizi e confusione attorno a tematiche del genere, che spesso sfociano in atti discriminatori, “Nati 2 volte” veicola un messaggio importante sull’empatia e l’accettazione volto a far riflettere la propria audience.
I problemi strutturali
Proprio per questo motivo è profondamente deludente vedere come il film si avviti in se stesso in un vortice sempre più sconcertante, dove alcuni personaggi finiscono con l’evolversi in grottesche caricature impossibili da prendere sul serio. Maurizio è alla mercé di persone che non si fanno problemi a ferirlo nel profondo, ma allo stesso tempo l’unico che deve subire le (teatralmente esagerate) conseguenze delle proprie azioni è lui.
La sceneggiatura cerca di emulare uno stile di commedia drammatica votata all’eleganza e alla sobria ironia delle produzioni francesi, ma nell’inseguire questo ideale finisce a volte col diventare melensa. Non si tratta di peccati capitali, specialmente considerando come invece la pellicola riesca comunque a comunicare il messaggio desiderato, ma un finale dalle tinte assurde e dal ritmo sin troppo veloce rischia di essere l’ultima goccia che fa traboccare un vaso già ricolmo di sbavature, dialoghi noiosi e colpi di scena scadenti.
Gaia Sicolo
Trama
- Regia: Pierluigi Di Lallo
- Cast: Fabio Troiano, Euridice Axen, Rosalinda Celentano, Marco Palvetti, Luigi Imola, Francesco Pannofino
- Genere: Commedia, colore
- Durata: 87 minuti
- Produzione: Italia, 2019
- Distribuzione: Zenith Distribution
- Data di uscita: 28 novembre 2019
“Nati 2 volte” è una commedia diretta da Pierluigi Di Lallo e distribuita da Zenith Distribution.
Nati 2 volte: una commedia sulle difficoltà di essere un transgender in Italia
Il quarantenne Maurizio Di Tullio, dopo un lungo esilio a Milano, si trova costretto a tornare a Foligno, sua città natale, a causa della morte della madre. In realtà l’uomo ha bisogno di andare presso il Comune per rettificare il certificato di nascita, in quanto Maurizio, da donna (il suo vero nome era Teresa), è diventato un uomo. Casualmente, Maurizio scopre che l’ufficiale a cui deve affidare la sua pratica è il primo e unico fidanzato della sua vita precedente. Il protagonista dovrà fare i conti con quel passato che sperava di essersi lasciato alle spalle per sempre per poter rinascere, come uomo, una seconda volta.
“Nati 2 volte” vuole analizzare quella zona d’ombra nella quale i trasgender, in Italia, sono costretti a vivere, dovendo affrontare quotidianamente il pregiudizio delle persone e di un sistema giudiziario che non prevede né tutela chi si ritrova ad essere nato nel corpo sbagliato.
Il film di Pierluigi Di Lallo, in concorso all’ICFF Italian Contemporary Film Festival 2019, ha vinto il premio People Choice Award ottenendo, per la prima volta nella storia del festival, un pareggio con il film “Io sono Mia“.
Pierluigi Di Lallo è un regista, autore e attore di teatro, passato al cinema prima come interprete e successivamente anche come regista. Il suo esordio alla regia risale al 2014 con “Ambo”, interpretato da Adriano Giannini e Serena Autieri.