Recensione
Nato a Xibet – Recensione: uno sguardo malinconico e nostalgico su una Sicilia che va sparendo
Con “Nato a Xibet” il palermitano Rosario Neri, confeziona una pellicola suggestiva, intrisa di rammarico per una Sicilia che non c’è più. É un viaggio a ritroso, volto ad esplorare tradizioni e usanze dimenticate dai più. Questo viaggio ha un protagonista, Pietro che, adulto e realizzato, torna al paese natio, Xibet, nome arabo di Calascibetta, un piccolo centro dell’entroterra siciliano, in provincia di Enna.
Quello che per Pietro doveva essere un ritrovare le proprie radici si trasforma in un viaggio interiore, in cui ai ricordi personali si sovrappongono quelli di un intero paese. Il film si popola così di personaggi reali cui si fondono realtà antiche, figure simboliche, usi ancestrali, quasi a voler esternare visivamente i pensieri che si accavallano veloci nella mente del protagonista.
Figure simboliche affollano i ricordi del protagonista
“Nato a Xibet” si avvale di una fotografia di gran classe, che tinge il racconto di chiaroscuri che scandiscono l’evolversi della narrazione, fungendo quasi da cantore invisibile, in una struttura evocativa a volte complessa. La macchina da presa si muove senza indugio tra reale e suggestione, e nel susseguirsi di ambientazioni, i personaggi riempiono la scena incarnando più che i singoli, situazioni tipo, che danno voce al pensiero del regista.
Un pensiero carico di sgomento per un paese, come tanti, spopolato, che non ricorda da dove viene, e perde pian piano la sua identità. Un problema questo che affligge tante realtà di un Italia rurale che va sparendo a macchia d’olio, depauperando la penisola di piccoli centri e tradizioni.
Un on the road nella memoria
Anche Pietro, cui presta il volto Vittorio Vaccaro è uno che ha abbandonato Calascibetta, uno dei tanti che ha realizzato se stesso altrove. Ai ricordi di un Pietro bambino, che si divideva tra la scuola e i campi, in cui aiutava il padre allevatore, si sovrappongono quelli del Pietro fotografo, che si sposta al Nord, per far diventare una professione quella passione coltivata con riservatezza fin dalla prima infanzia. Ma c’è posto anche per il volto del primo amore giovanile, per i racconti del padre, e per quei ricordi propri dell’intera collettività.
“Nato a Xibet” è un affresco della Sicilia che era, si spazia dall’artigianalità d’eccellenza che permette la realizzazione dei carretti siciliani, alla ‘fuitina’, passando per usanze delle quali si fa volentieri a meno, come quella di esporre il lenzuolo intriso di sangue dopo la prima notte di nozze, a ostentare una ‘verginità’ senza la quale la donna sarebbe stata disonorata.
Neri ha scritto e diretto il film, e ha curato personalmente fotografia e scenografia, riversando nell’opera tutto se stesso. Peccato che una certa frammentarietà narrativa, e l’uso di un cast quasi completamente composto da attori non professionisti (per quanto encomiabile concettualmente) renda ardua la visione a palati cinematografici poco audaci.
Maria Grazia Bosu
Trama
- Regia: Rosario Neri
- Cast: Enzo Campisi, Francesco Capizzi, Lorenza Denaro
- Genere: Drammatico, colore
- Durata: 78 minuti
- Produzione: Italia, 2019
- Distribuzione: Ahora! Film
- Data di uscita: 3 ottobre 2019
“Nato a Xibet”, del regista Palermitano Rosario Neri, è un racconto di una piccola realtà dell’entroterra siciliano, Calascibetta (Xibet in Arabo) in provincia di Enna che, come tante comunità agricole, sta perdendo la propria identità a causa dello spopolamento.
Nato a Xibet: uno spaccato di una Sicilia genuina
Pietro la Paglia, nato e cresciuto a Clascibetta, ha sempre aiutato il padre, che di mestiere fa il pastore, e la sua famiglia mettendo da parte i propri desideri. Divenuto adulto, Pietro decide di lasciare il suo paese per realizzare il suo sogno di diventare un fotografo professionista.
Si trasferisce così al nord, ma la nostalgia per le sue origini lo porterà a tornare nella sua terra natia. Davanti ai suoi occhi scorrono le immagini che si incrociano con i ricordi del suo passato: il maestro Domenico Di Mauro, che “pittava” i carri con immagini suggestive , la “fuitina” d’amore e un matrimonio riparatore con la successiva festa in campagna, o le chiacchiere dal barbiere dove la musica suonata dal vivo fa da sottofondo a un continuo parlare di tutto.
Nato a Xibet: cast e produzione
“Nato a Xibet” è stato realizzato grazie alla Lorebea Film Producion di Maurizio Macelloni che, innamoratosi della storia, ha deciso di produrre la pellicola, presentato anche al Ministero dei Beni Culturali per il riconoscimento dell’italianità dell’opera.
Nel cast figurano attori professionisti come Vittorio Vaccaro e Domenico Gennaro (“Il Camorrista” del 1986 di Giuseppe Tornatore, “Il Divo” del 2008 di Paolo Sorrentino, “Il Traditore” del 2019 di Marco Bellocchio) e oltre 180 persone scelte direttamente a Clascibetta.
Il film è distribuito in Italia da Ahora! Film.