“Nero infinito”, opera prima di Giorgio Bruno, non convince per la mancanza di mordente e suspense
Regia: Giorgio Bruno – Cast: Francesca Rettondini, Rosario Petix, Egle Doria, Riccardo Maria Tarci, Giuseppe Calaciura – Genere: Horror, colore, 83 minuti – Produzione: Italia, 2013 – Distribuzione: Nedioga Entertainment – Data di uscita: 23 maggio 2013.
L’amore per la settima arte nasce un giorno all’improvviso, quando, di solito in tenera età, vai al cinema per la prima volta e rimani folgorato dalle scene e dai personaggi che scorrono sullo schermo. Questo probabilmente sarà capitato anche a Giorgio Bruno, regista esordiente classe 1985, che si innamorò a prima vista delle pellicole di Peter Jackson e dei polizieschi ‘made in Italy’ firmati da Enzo G. Castellari.
Dopo una serie di audaci cortometraggi, il giovane regista catanese, debutta nelle sale con il suo primo lungometraggio , il thriller “Nero Infinito”. La vicenda vede protagonisti un capo ispettore ed il suo vice alla caccia di un pericoloso serial killer che prende ispirazione per i suoi delitti dai romanzi firmati da una famosa scrittrice di gialli.
Se avete amato film come “Almost Blue”, “Il collezionista” o siete fan del cinema di Dario Argento e pensate che “Nero infinito” possa soddisfare il vostro palato fino, è meglio che vi prepariate a rimanere delusi.
Avendo in mente punti di riferimento come Castellari e Dario Argento, il regista&soci danno vita ad una pellicola che non risulta essere né un thriller né un film dell’horror.
Per essere inserito nella prima categoria infatti “Nero infinito” manca di suspense, e soprattutto di una trama che sorprenda il pubblico. Far capire al pubblico chi è l’assassino a 5 minuti dall’inizio del film non è proprio una buona idea . Se invece il loro intento era emulare grandi del cinema horror come Argento, allora manca il terrore.
A livello narrativo, la sceneggiatura firmata da Riccardo Trovato e Davide Chiara risulta poco coerente e coesa, e ciò contribuisce a rendere il racconto frammentario e poco coinvolgente. Anche nella costruzione dei personaggi, i due sceneggiatori avrebbero dovuto provare a dar loro più profondità, invece di limitarsi a renderli dei semplici stereotipi.
A volte a colmare la mancanza di tensione conferita alla pellicola dalla sceneggiatura, ci pensano il montaggio e la colonna sonora, che purtroppo qui rimangono a livello amatoriale. È vero sì che “Nero infinito” è stato realizzato con un budget limitatissimo, ma è anche vero che con un budget non molto dissimile lo scorso anno Leonardo di Costanzo aveva dato vita ad un opera magnifica nella sua originalità come “L’intervallo”.
Anche l’interpretazione del cast, in primis quella dei protagonisti Francesca Rettondini e Rosario Petix, non è esattamente delle migliori. A spiccare è solo Enzo G. Castellari ,che qui da vita in maniera impeccabile ad un irascibile commissario di polizia.
A dispetto dei molteplici difetti di quest’opera prima si percepisce che le sue carenze non sono attribuibili ad una mancanza di talento o di passione del giovane cast tecnico, bensì alla loro poca esperienza, vista la giovane età.
Con una maggiore attenzione alla sceneggiatura e alla cura dei dettagli ma soprattutto con una scelta più oculata del cast artistico, Giorgio Bruno & soci potrebbero sorprenderci portando in sala un secondo lungometraggio in grado di affascinare lo spettatore, ma per ora con “Nero Infinito” proprio non hanno convinto.
Mirta Barisi