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Nilde Iotti, il tempo delle donne (2020)

Recensione

Nilde Iotti, il tempo delle donne: un cinema di osservazione?

Nilde Iotti, il tempo delle donne recensione

Il sardo Peter Marcias, classe 1977, ci propone, alla diciassettesima edizione delle Giornate degli Autori, quello che egli stesso definisce un “cinema di osservazione”.

Nilde Iotti, il tempo delle donne (2020)

Con “Nilde Iotti, il tempo delle donne” (2020), la ricostruzione storica affidata alla magia evocatrice di Paola Cortellesi si alterna alla proposizione di documenti d’epoca e interviste a personaggi centrali e laterali dell’esperienza biografica della Presidente.

Il tono cristallino delle interviste accompagna la visione di panoramiche cittadine di Reggio Emilia e Roma, coniugando efficacia, calma e brevità.

La vicenda politica della Iotti si definisce soprattutto nella sua assenza: come un fantasma, sono gli altri a richiamarla in vita con le loro parole. In questo senso, quindi, si può definire un cinema dell’ascolto, un cinema rituale, che rianima il conflitto sociale di cui parla senza mai andare in deroga a quella eleganza che contraddistinse sempre il personaggio.

L’esperienza, interna al PCI, di una figura che seppe rinnovarlo, opporvisi, nel segno di una sinistra che non fosse solo “sociale” ma anche “civile”, emerge per contrasto dalle testimonianze sempre incomplete di chi l’ha incrociata.

I tempi delle donne

Al centro, potente, la contraddizione necessaria di un certo modo di intendere il progresso: un’istanza scalare, che abbandona le nozioni presunte biologiche opposte nascoste dietro il vocabolario di uomo e donna, nero e bianco, in favore di una rifondazione umanistica che parli di persone, di vite umane, coabita con un’istanza categoriale, storica, che si riappropria di quelle stesse nozioni imposte da una società materialmente discriminatoria per portare avanti la lotta per i diritti sociali e civili.

Da una parte, all’estremo sinistro, si pone il feticcio di un comunismo rosso scuro, attento solo ai conflitti che suppone “oggettivi” tra servi e padroni; un comunismo cui la Iotti si avvicinò, causando lo scandalo di un partito che, nel nome della purezza del combattente, finiva più o meno consapevolmente per incorporare gli aspetti più beceri della morale cattolica. Dall’altra, all’estremo destro, le parole della radicale Edda Billi, cui mancò nella Presidente una compagna femminista che condividesse il superamento dell’idea di emancipazione in quella di “liberazione”: un femminismo smaterializzato, individuale, e in definitiva astorico. Tra i due, Nilde Iotti. Il suo tempo, nel documentario di Marcias, è così contemporaneo a quello degli altri grandi conflitti della nostra storia. Ma, in quanto “donna”, in quanto individuo cui è affibbiata dalla nascita una definizione estrinseca di minorità, i “destini generali” in lei si riverberano in mille esperienze personali: come se la gestione dei moltissimi tempi inconciliabili della vita le fossero demandati in via preferenziale.

“Devono cambiare le domande”: cambieremo quando si chiederà a un uomo di rendere conto del tempo che usa per lavorare e vivere, oltre che a una donna. Cambieremo, aggiungeremmo noi, quando rifonderemo non solo il mondo esterno, ma il vocabolario che usiamo per descriverlo.

Una visione consigliata

Il cinema ha da sempre fatto la storia: l’ha vissuta da dentro, l’ha riflessa, e a volte ha saputo scriverla. Viviamo un periodo di nuovi anni Ottanta, e la Settima Arte lo sa bene.

Come in “Velluto Blu” (David Lynch, 1986) il confine tra ’80 e ’50 si faceva poroso, membranoso, anche oggi i canali di comunicazione con l’era del neon, di Reagan, della Thatcher, di Craxi, sono sempre più numerosi.

Il superamento delle “categorie sociali” è minato oggi nelle sue premesse materiali come lo era allora. Ed è per questo che un film come “Nilde Iotti, il tempo delle donne” è doppiamente necessario, proprio quando si torna alla venerazione di falsi miti politici del nostro passato, e anche solo abbattere l’oscenità che si cela in una statua è tornato ad essere un atto di scandalo.

Lorenzo Maselli

Trama

  • Regia: Peter Marcias
  • Cast: Paola Cortellesi
  • Genere: Documentario, colore
  • Durata 80 minuti
  • Produzione: Italia, 2020
  • Distribuzione: I Wonder Pictures
  • Data di uscita: n/d

Nilde Iotti, il tempo delle donne poster“Nilde Iotti, il tempo delle donne” è un documentario diretto da Peter Marcias, presentato come evento speciale alla 17. edizione delle Giornate degli Autori (Notti Veneziane-Isola degli Autori), nell’ambito della 77a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Nilde Iotti, il tempo delle donne: la trama

“Nilde Iotti, il tempo delle donne” traccia la vicenda personale e politica di Nilde Iotti, dalla sua giovinezza a Reggio Emilia, la sua collaborazione con i partigiani, la partecipazione alla Costituente, il rapporto con Togliatti, fino alla sua triplice Presidenza della Camera.

Raccogliendo testimonianze nuove e d’archivio, Marcias ci restituisce un profilo complesso e sfuggente, reincarnato con delicatezza e senza invadenza da Paola Cortellesi.

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